Comunicazione

Deficit cognitivo ed emozioni: esiste correlazione?

Allora, immagina di avere davanti un puzzle complicato. La tua capacità di mettere insieme i pezzi si basa sulla tua cognizione, cioè su come elabori e capisci le informazioni. Ma ora immagina di essere frustrato o arrabbiato mentre cerchi di risolverlo. Anche se hai tutte le capacità cognitive per risolverlo, le tue emozioni possono offuscare la tua capacità di pensare chiaramente.

Sui social è evidente che il problema principale delle incomprensioni e del fatto che le persone capiscono quello che vogliono da quello che leggono è emotivo, non cognitivo.
È come se la vera questione non sia tanto la nostra capacità di pensare o ragionare, ma come ci sentiamo mentre lo facciamo.
Anche se, per assurdo, ci fosse una sorta di “deficit cognitivo” in giro, sarei pronto a scommettere che ha le sue radici in qualche problema emotivo.

Se ti guardi in giro la rabbia sembra essere diventata la norma piuttosto che l’eccezione. E non sto parlando solo di quel tipo di rabbia esplosiva, ma anche di quella rabbia sottile e costante che bolle sotto la superficie. E non è solo la rabbia; c’è un’ampia gamma di emozioni che vanno dalla frustrazione al sentimento di rivalsa che si tramuta in vendetta.

Questo ragionamento è partito da un fatto che ho notato: in alcuni miei post con numeri alti e con migliaia di commenti, solo una manciata d’individui hanno effettivamente risposto al mio argomento e al tema che ho proposto. Gli altri si sono dispersi in commenti irrilevanti, alcuni hanno sostenuto di saperne di più, molti hanno deviato sul benaltrismo con “ci sono temi più importanti di cui discutere”, mentre altri si sono limitati a commentare totalmente a caso.

Non credo sia una questione “solo” d’incomprensione, non è possibile che il 90% delle persone non capiscano cosa leggono e quindi rimane il problema emotivo… il quale non so se sia meglio o peggio.

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Pubblicato da
Rudy Bandiera
Tags: emozione

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