Negli ultimi anni si sta affermando il fenomeno di massa degli E-sport (electronic sports) o letteralmente sport elettronici.
Per alcuni di voi questo connubio potrà sembrare azzardato. Mentre per un numero sempre più grande di persone ormai questa è una realtà consolidata e quasi ovvia.
Ormai da qualche anno, infatti, è sempre più comune vedere dei grandi tornei internazionali, con giocatori che arrivano da ogni parte del mondo e spettatori che riempiono palazzetti e intasano siti di streaming… per vedere i loro beniamini giocare. Giocare a cosa? Alla consolle! Parliamo infatti di sport elettronici, in cui spesso il beniamino non è neanche il giocatore, ma il personaggio digitale!
Il fenomeno però non è una trovata recente, già nel 1980 la Atari organizzò uno dei primi tornei videoludici. Disputato sul videogioco iconico Space Invaders, vi parteciparono circa 10.000 persone, un numero incredibile per i tempi. Mentre i primi tornei che hanno fatto la loro comparsa sui canali tv sono arrivati intorno agli anni 90. Insieme alla nascita della Cyberathlete Professional League (CPL).
Oggi i tornei hanno montepremi elevati, molto spesso infatti la squadra vincente si porta a casa più di un milione di dollari! Addirittura, come nel caso di Dota 2, si arriva alla stratosferica somma di 20 milioni di montepremi! E non importa il gioco, ma la sfida. Esistono infatti tornei di Fifa, Nfl, Nba, ma anche di Call of Duty, Unreal Tournament, Overwatch… L’importante quindi è sfidarsi, il campo da gioco lo si può scegliere in seguito.
Da un rapporto di Deloitte Global, possiamo notare come l’indotto di questa industria sia passato dai 400 milioni del 2015 ai circa 600 del 2016 e secondo Goldman Sachs arriverà alla cifra di 2,96 miliardi entro il 2022.
Una crescita che nel mercato tradizionale non si vedeva dai tempi dell’invenzione del motore a scoppio.
Ma non è solo un fenomeno economico, nel 2014 Rob Pardo, uno dei creatori di World Of Warcraft ha infatti proposto che gli E-sport fossero inseriti tra gli sport ufficiali dei giochi olimpici. Ipotesi presa in considerazione ufficialmente nel 2017 dal Comitato Olimpico internazionale. La decisione sarà presa dopo i giochi di Tokyo 2020.
Se tutto andrà per il verso giusto vedremo i primi medagliati “digitali” già alle olimpiadi di Parigi 2024?
Non proprio, solitamente i giochi che rientrano in questa categoria sono giochi multiplayer, coma gli FPS, i MOBA o gli RTS in cui i giocatori si affrontano in squadre o in sfide 1 contro 1. Anche se esistono delle categorie competitive per i giochi single player, che per altro sono state le prime a nascere. La classifica che compariva alla fine delle partite di Pac Man vi ricorda nulla?
La cosa che accomuna tutte queste tipologie di giochi è la possibilità di fare partite in squadra. Mentre le abilità che devono avere i giocatori sono diverse, in relazione al tipo di gioco e di ruolo scelto. Anche se la coordinazione occhio-mano, il problem solving ed il sincronismo con altri giocatori della propria squadra sono capacità comuni a tutti i videogiocatori di un certo livello.
L’Esport è diventato per molte persone un vero e proprio lavoro. Non solo i giocatori professionisti ormai hanno dei veri e propri team che lavorano per loro, ma attorno alle squadre più grandi e famose ruota un ecosistema di sponsor e tifo. Dando così la possibilità a molte persone di trasformare la loro passione in una professione. Negli USA ai giovani più talentuosi viene addirittura data la possibilità di accedere a borse di studio specifiche.
Abbiamo capito quindi che il mondo delle competizioni digitali è molto vasto, specifico e dettagliato. Una serie di microcosmi che, come abbiamo visto, non sono poi tanto “micro”.
Nei prossimi articoli avremo modo di affrontarne alcuni nel dettaglio e capire perchè il gaming sta riscuotendo sempre più successo e perchè alcune capacità che permette di sviluppare si riveleranno sempre più utili, dal campo ingegneristico a quello medico.
Glossario:
FPS: First Person Shooter
MOBA: Multiplayer Online Battle Arena
RTS: Real Time Strategy
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