Comunicazione

Scrivere il proprio manuale è un atto identitario

Scrivere il proprio manuale è un atto identitario. Ti sembra un’affermazione troppo forte? In effetti, potrebbe sembrare. Ma, mentre raccogli i piccoli attrezzi del mestiere che trovi in questo post, vorrei confrontarmi con te su quell’affermazione. Il manuale ha per oggetto il fulcro delle nostre conoscenze e/o della nostra professione. Scriviamo per informare, divulgare metodi, accrescere il sapere dei nostri lettori in merito a un tema specifico.

Proprio per queste ragioni, al centro del manuale, c’è l’autore che si fa conoscere tramite il suo “fare”. Ecco, quindi, un primo motivo di identitarietà del manuale: in esso l’autore trasfonde se stesso, la coscienza e la consapevolezza dei propri strumenti pratici, cognitivi, ma anche psicologici.

Ed è per mezzo di questi ultimi che lo scrittore si autodetermina nella scelta di cosa trattare, come trattarne e con quale tono di voce parlarne.

La scrittura del manuale si basa su fonti. Tranne che i manuali d’uso tecnico, tutti gli altri tipi di manuale non si progettano né si costruiscono sulla sola scorta delle conoscenze poste nella testa dell’autore.

Si nutrono di fonti.

E, in questa nostra contemporaneità, le fonti possono essere davvero le più varie.

File audio, video, social, ebook, audible, tool di ogni specie, racconti e testimonianze di terze persone, sondaggi, manufatti, risultati di espressioni artistiche.
E si potrebbe continuare.

Insomma, il manuale è anche figlio dell’ambiente culturale e del gruppo sociale in cui l’autore ha scelto di vivere e/o svolgere la propria attività.

In ciò sta la seconda ragione per cui il manuale è una scrittura identitaria: perché si riferisce anche a un’identità collettiva, a una community.

Non conta se si tratti di una collettività fisicamente vicina, geograficamente prossima o solo virtuale.

Il punto è che quel manuale viene da essa e a essa ritorna.

Perciò, se sei in procinto di scrivere il tuo manuale, dedica una parte del tempo di progettazione a prendere consapevolezza di quanto e con quale intensità questo testo appartenga a te e alla tua collettività di appartenenza.

Servirà a mantenere inalterato l’amore che porti a questo tuo testo anche negli inevitabili momenti di difficoltà nella scrittura.

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Pubblicato da
Katia Bovani

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