Sempre più persone, per via della pandemia, hanno cominciato a lavorare da casa. Lo smart working per molti è diventata la nuova quotidianità, in attesa che le norme sanitarie divenissero meno stringenti.
In questo processo è stato necessario ripensare al modo di tutelare la sicurezza dei dati aziendali. Le compagnie hanno quindi introdotto nuove best practice per evitare attacchi informatici. Tra queste migliori antivirus, connessione internet più protetta, firewall, autenticazione a due fattori e molto altro.
Nei prossimi paragrafi scoprirai 6 modi per proteggere i dati quando si lavora da remoto. Queste precauzioni sono molto importanti in quanto gli attacchi informatici, non solo espongono a malintenzionati dei dati sensibili, ma generano dei costi non da sottovalutare per le aziende. Se i dati sono la ricchezza del terzo millennio, occorre mettere in atto tutte le strategie per proteggerli.
Quindi, meglio investire del denaro per proteggersi piuttosto che perderlo per via di pericolosi attacchi hacker. Di seguito presentiamo i 6 modi più frequenti con cui proteggere i dati quando si lavora da remoto.
1. Formazione del personale
Spesso i lavoratori commettono degli errori che potrebbero costare caro all’azienda. Molti di questi possono essere evitati semplicemente attraverso la giusta formazione. E’ l’azienda stessa che dovrebbe erogare corsi circa la gestione delle informazioni riservate fuori dall’ufficio.
Per evitare controversie, è bene che i dipendenti vengano messi al corrente dei protocolli utilizzati per proteggere i dati. A volte basta una distrazione, come connettersi a un wifi pubblico non sicuro o il clic su un link dannoso, per mettere a rischio la sicurezza dell’azienda. La formazione riduce il rischio di errore umano nella sicurezza informatica.
2. Connessioni sicure
Le connessioni Wi-Fi pubbliche non protette mettono i dati aziendali a rischio. Infatti, gli hacker potrebbero entrare nei sistemi proprio attraverso la rete internet.
Per evitare questa evenienza, è bene adottare alcune misure di sicurezza: usare innanzitutto una VPN, tenere spento il WiFi quando non lo si usa, visitare solo le versioni HTTPS dei siti web quando possibile.
I dipendenti dovrebbero comprendere la reale importanza della VPN: essa offre un accesso privato a Internet con connessione crittografata. Ciò significa che gli hacker non possono avere accesso alle informazioni private. Le attività svolte mediante l’uso di una VPN restano anonime e protette.
3. Antivirus
Sui dispositivi utilizzati per lavorare da casa è necessario installare un Antivirus sicuro e che protegga dai malware. Il supporto tecnico aziendale dovrebbe adoperarsi per garantire la corretta configurazione di questi software, in modo che difendano i dati e non ostacolino il lavoro dei dipendenti. Essi sono molti e ognuno incontra delle esigenze diverse, scopri di più sul software antivirus gratuito qui (ad link).
4. Backup
Sono tantissime le aziende che hanno compreso la sicurezza delle soluzioni di backup di terze parti. Tante, ma non tutte. Infatti, i sistemi IT delle aziende si basano spesso su infrastrutture virtuali e fisiche molto complesse per gestire i propri dati, rendendoli però più vulnerabili.
Il backup di terze parti si basa interamente su cloud e esegue il salvataggio dei dati da tutti i tipi di storage. Questo rende l’infrastruttura meno complessa e ampia, riducendo drasticamente la possibilità di attacchi informatici.
5. Gestore di password
Le password sono il modo più semplice ed efficace per proteggere qualsiasi cosa. I dipendenti delle aziende devono utilizzare password forti e diverse per prevenire le violazioni il più possibile.
Un gestore di password è una soluzione davvero comoda per generare chiavi di accesso automaticamente e mantenendole anche lontane da occhi indiscreti. La loro funzione è quella di inserire le password automaticamente nei sistemi, generandone per ogni programma una diversa e complessa. Questo aumenta la protezione dei dati e allontana con facilità i malintenzionati.
6. Autenticazione a due fattori
Il furto di credenziali è tra le violazioni più comuni quando si parla di dati aziendali. Oltre che all’uso di un gestore di password, l’ideale è affidarsi all’autenticazione a due fattori.
Essa richiede all’utente di dimostrare la sua identità prima di effettuare l’accesso. Oltre che a nome utente e password, a volte viene richiesto di digitare un codice inviato al dispositivo mobile o di scannerizzare un QR con lo smartphone.
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