Che significa digitale? Ha a che fare con le dita? O con un determinato tipo di erbacea? Qualcosa che riguarda l’informazione?
Anche le fonti più attendibili come la Treccani faticano a trovare una descrizione esaustiva a questo termine, che è entrato con una forza mai vista all’interno del nostro quotidiano.
Cosa intendiamo oggi per Digitale?
L’informatica, per delle ragioni che vedremo fra poco, riesce meglio delle altre discipline a descrivere cosa significa digitale. “Si definisce digitale quel sistema che tratta le grandezze sotto forma di numeri discreti”. Numeri cioè che non hanno intervalli fra loro e la cui serie forma un sistema continuo, logico. Ad esempio 1, 2, 3,…e così via.
“Digit”, infatti, significa cifra, anche nell’inglese attuale. Non c’è quindi collegamento effettivo, nè con le dita, nè con le graminacee, anche se a volte queste connessioni sembrerebbero aver senso.
Ora che si è chiarita l’origine del termine, si può scendere leggermente più nel dettaglio. Analizzando come funziona un artefatto digitale, con sorpresa di molti, ci si accorge come questo non debba per forza essere qualcosa di astratto (come un videogame, un’applicazione per cellulare o un cartone animato). Rientrano infatti nel mondo digitale anche tutti quegli artefatti fisici (come un drone o una videocamera), che hanno una natura fisica, avendo infatti anch’essi a che fare coi numeri, nello specifico con lo 0 e con l’1.
Il digitale è tra noi
Vi siete mai chiesti come abbia fatto il vostro cellulare a scattare quella foto che vi piace tanto? Oppure come faccia un Dvd o un hard disk a memorizzare musica, film e immagini? Proprio con lo zero e con l’uno. Grazie ad un processo di digitalizzazione che sta praticamente coinvolgendo ogni device con cui ci rapportiamo.
Le informazioni infatti vengono scomposte in parti sempre più semplici, così come la materia è composta di molecole, poi atomi, poi particelle sempre più piccole… Beh nel mondo digitale alla fine, come “quanti” di informazione, troviamo lo zero e l’uno.
Questi due numeri servono a descrivere, punto per punto, ogni singolo fotogramma di un film, ogni microsecondo di musica, ogni pelo che si muove nel vostro film di animazione preferito.
Il lavoro che devono fare questi due numerini è inimmaginabile. Vi basti pensare che ogni secondo di un film è composto da un numero compreso fra 24 e 60 fotogrammi (ogni fotogramma è come una fotografia, messi in ordine e “riprodotti” si genera l’illusione del movimento).
Ogni fotogramma, a sua volta, è composto da moltissimi pixel (puntini colorati, come la vecchia pellicola a nitrati d’argento). Questi pixel messi insieme definiscono la dimensione (ad esempio 1920 x 1080, che poi sarebbe l’ormai noto Full HD) e la risoluzione di un’immagine (ad esempio 200 pixel per centimetro quadrato). Quindi quanto è effettivamente grande quell’immagine e quanto sarà definita la sua visione.
Insomma, per farla breve, un secondo di film è composto da circa 37 miliardi di puntini colorati. 37 miliardi di informazioni al secondo che il vostro televisore (o il vostro pc) elaborano continuamente, a partire da una stringa lunghissima di zero ed uno, che messi insieme con la giusta logica formano il “Codice binario”. Ovvero l’unico modo che abbiamo per entrare effettivamente in contatto con una macchina e “Parlarci”. Si, il codice binario è la lingua delle macchine.
Avrete tutti presente il modo in cui veniva costruito il mondo a partire da stringhe di codice verde nel film “Matrix”. Ecco, diciamo che nella realtà probabilmente quella quantità di codice sarebbe stato sufficiente a malapena a disegnare la pagina Facebook di Neo.
E questo codice non viene usato solamente per descrivere immagini o musica, bensì qualsiasi tipo di informazione che viene letta ed interpretata da dispositivi elettronici. Quindi anche un orologio (digitale appunto), un drone, un braccio industriale, una lavastoviglie,… tutti questi apparecchi, nel medesimo modo, svolgono migliaia di volte ogni secondo, lo stesso tipo di calcoli accennati sopra.
“Leggendo” pacchetti di codice costruiti a partire dal lavoro di ricerche precedenti, che poi arrivano agli utenti sotto forma appunto di film, di applicazione, di videogioco, ma anche di articolo di giornale o di messaggio privato.
Tutto ciò che è definito digitale ha a che fare con questo codice binario. Sia che si tratti di pacchetti di codice stesso, sia che si tratti di un apparecchio che riceve informazioni tramite questo.
Quindi la prossima volta che il vostro modem non va, o che il semaforo ci mette troppo tempo prima di far scattare il verde, o che banalmente il vostro video non carica, portate pazienza! Sta facendo dei calcoli che noi non saremmo neanche in grado di immaginare.
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