L’obiettivo di questo articolo è come sempre incuriosire, fornire conoscenza e spunti di riflessione per chi vorrà approfondire l’argomento SEO. Molti definiscono la SEO come una “scienza”, che racchiude in sé arte e filosofia, ma cosa significa in pratica e come opera un motore di ricerca? SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization: ottimizzazione per i motori di ricerca.
Obiettivo delle azioni SEO è puntare al miglioramento del posizionamento di un sito internet (o di un contenuto specifico) all’interno dei risultati di ricerca di un motore (Google, Bing, Baidu, Yahoo, Yandex, ecc.). I risultati di ricerca di un motore vengono presentati all’utente in una pagina detta SERP (Search Engine Results Page – tranquillo è la pagina di Google!).
Quando digiti qualcosa di tuo interesse sul motore di ricerca ottieni una serie di risultati, che possiamo dividere in due categorie:
L’unica certezza che abbiamo sui motori di ricerca è che nessuno conosce come funzionano. Non esiste un algoritmo, ne esistono migliaia, ergo, nessuno può garantire nulla sul posizionamento. Perché questa certezza?
Perché se ci fosse una sola persona che conoscesse il funzionamento dei motori diventerebbe in breve tempo ricchissima, riuscendo a posizionare ogni contenuto/sito al primo posto nella SERP. Quindi, se qualcuno ti contatta per offrirti un servizio di posizionamento con la certezza di essere “Primi su Google” ti sta prendendo in giro. Regolati di conseguenza.
Tramite azioni continuative di esplorazione, il motore di ricerca analizza il web, ovvero miliardi di pagine web tutti i giorni e le acquisisce, confrontandole con pagine web che trattano gli stessi argomenti. Le cataloga per argomento e le indicizza (gli dà un’importanza, un ranking), per restituire all’utilizzatore della rete il miglior risultato possibile rispetto alla ricerca che ha effettuato per quel determinato argomento.
Nel fare questo lavoro, continuo, entrano in gioco un numero incredibile di variabili che influenzano sostanzialmente i risultati delle esplorazioni e di conseguenza la catalogazione (indicizzazione) ed il posizionamento dei contenuti/siti all’interno delle SERP.
Dietro l’attività di SEO ci sono ore ed ore di lavoro, anche in ambiti disciplinari molto diversi tra loro, con un solo obiettivo comune: migliorare il posizionamento organico in SERP. Questo perché più ci si trova in alto nella lista dei risultati, maggiori saranno le possibilità che un utente clicchi e venga a visitare il tuo sito.
In questo contesto vale un po’ quanto detto sul posizionamento di prodotto (infatti si usa la stessa terminologia): o sei primo o sei secondo, il terzo già conta poco? Ebbene qui le cose vanno più o meno allo stesso modo. Considera che la possibilità di ottenere un click per una data ricerca per i primi tre risultati organici è dell’80%. Dal quarto in poi restano le briciole.
La prima cosa da fare è analizzare il sito (o progettarne la sua costruzione, se lo si deve creare da zero). Si tratta di una parte fondamentale dell’intero lavoro di SEO. Un sito ottimizzato è la base di partenza di tutte le altre attività. Siti con pagine interne “nomesito.it/123” o similari non danno alcun valore al sito, né sono utili all’indicizzazione da parte dei motori di ricerca. Viceversa pagine interne nominate in relazione all’argomento che contengono aiutano i motori di ricerca a catalogare e posizionare correttamente quel contenuto.
Realizzato il sito (la struttura) occorre scegliere i contenuti e le relative keywords per cui vorremmo fosse posizionato. Il consiglio è iniziare nel modo più tradizionale possibile: brainstorming. Da questa riunione deve scaturire:
Alla fine otterremo una nuvola di parole chiave. Questa sarà la nostra “nuvola armonizzata” che utilizzeremo ogni volta che dovremo posizionare un prodotto, utile anche per impostare le campagne di advertising sui motori di ricerca.
All’interno delle pagine vanno posizionate le keyword individuate per quello specifico argomento, meglio ancora se alcune di queste fanno da “anchor text”, ovvero contengono al loro interno un link che riporta ad un approfondimento ancora più verticale dell’argomento.
Questi link possono essere interni al sito stesso (altre pagine in cui magari quell’argomento è stato approfondito), oppure esterni, portare cioè su un altro sito (in questo caso meglio se si tratta di un sito molto autorevole che tratta quello specifico argomento).
Fondamentale, per poter catturare l’attenzione degli utenti, inserire all’interno del nostro sito dei contenuti multimediali (audio, video, foto). Nell’inserire questo tipo di contenuti occorre “taggarli” con il maggior numero di informazioni possibili, in modo da poter essere riconosciuti dai motori di ricerca. Un conto è l’utente che fruisce di quel contenuto (e lo capisce) per come lo ascolta, lo vede.
Altro è l’analisi del motore di ricerca fatta da un software, che di un’immagine non capisce nulla, se non che si tratta di un file .jpg! Occorre quindi riempire tutti quei campi che sono a disposizione nel momento in cui inseriamo il contenuto, ad esempio il “titolo” della foto (una cosa è “DCM180.jpg” altra “bambino che mangia il gelato”), il campo “descrizione”, il campo “didascalia” e quello “testo alternativo”.
Google ha una sezione di ricerca dedicata ad “immagini” ed una “video”, molto più utilizzate di quanto si crede. Come pensi che vengano indicizzate le foto se non attraverso il testo che le accompagna? Un’immagine od un video indicizzato contribuisce al traffico del sito, esattamente come un contenuto testuale.
Curare ed ottimizzare la qualità dei contenuti e la loro unicità sono forse i due fattori più importanti di un’azione SEO. Quando parliamo di qualità, intendiamo sia nei confronti dell’utente finale che del motore di ricerca (ricorda sempre che sono due concetti diversi!).
Il più grosso errore che si possa fare in ottica SEO nella fase di inserimento di nuovi contenuti è duplicarli, ovvero copiarli da altri siti o anche duplicarli all’interno dello stesso sito (in questo caso si parla di cannibalizzazione di contenuti). Un contenuto copiato viene immediatamente riconosciuto dal motore di ricerca che non catalogherà più il tuo sito come interessante per quell’argomento, bensì tenderà ad escluderlo dalla possibilità di essere indicizzato. Perché sostanzialmente stai presentando contenuti già trattati identicamente da un altro sito (quindi già indicizzati e posizionati).
Questo problema viene spesso sottovalutato perché si tende a pensare che nel vastissimo mare di internet è impossibile trovare due contenuti copiati, invece è molto più semplice di quanto immagini. Per evitare di duplicare contenuti esistono programmini (molti gratuiti) che possono fare questo tipo di ricerca anche per te in pochissimi secondi. Se pensi invece che “tanto Google non se ne accorge” hai un altro problema… ma è solo tuo ?
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