Chiunque comunichi – e chi non lo fa? – deve rendersi responsabile dell’impatto che genera, ovvero ha delle responsabilità.
Quali? Ne ho individuate 5 (basteranno?) e le ho spiegate nella mia nota vocale del lunedì su Telegram.
Te le anticipo in versione sintetica (ma vuoi mettere il gusto di sentirle raccontate con il mio accento veneto?):
- La responsabilità di scrivere cose vere e non dannose (per sé e per gli altri), a prova di decontestualizzazione per capirci e a supporto della relazione.
- La responsabilità di renderti leggibile e comprensibile: la semplicità è un valore ed è anche un gesto di cura verso chi legge o ascolta.
- La responsabilità di non incrementare dinamiche disfunzionali (es. mettere foto accattivanti e sessiste solo per attivare il cervello rettile di chi legge, che poi non si sa perché, ma è spesso il cervello rettile degli uomini).
- La responsabilità di scrivere e pubblicare per portare valore, non per esserci e basta.
- La responsabilità di prendere una posizione e di usare (anche) la comunicazione per contribuire alle cause in cui si crede, che il cambiamento è impregnato delle parole che scegliamo.
Nella nota vocale argomento ogni responsabilità, la trovi qui https://t.me/Personal_HR
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