La nostra reputazione online è fondamentale, qualsiasi settore in cui operiamo, non c’è verso: ho bisogno di qualcosa, voglio sapere chi sei e cosa fai, cerco su Google. Attenzione, anche cercassi su ChatGPT, Perplexity e chi più ne ha ne metta, sempre da un contenuto nelle prime posizioni del motore di ricerca si estrapola l’informazione. Non siamo nelle prime posizioni? Peccato, qualcuno parlerà di noi al posto nostro. Ed è la SEO a permetterci, ancora oggi, di crescere nella pagina di ricerca di Google, acquisire la nostra reputazione online quando siamo ai primi posti evitando ci siano altri per noi, aumentare la nostra possibilità di fare business.
Dico ancora oggi ma dovrei dire: finché ci sarà un motore di ricerca non potrà che essere così.
Se sei ai primi posti, la tua reputazione online cresce
Conquistare le prime posizioni nella categoria per la quale si vende il proprio prodotto e servizio fa referenza, fateci caso. Genera un bellissimo effetto a catena:
- inizi a posizionarti nelle prime posizioni per gli intenti di ricerca del tuo settore;
- le persone cliccheranno maggiormente il tuo contenuto;
- inizieranno a conoscere il tuo Brand e la tua affidabilità nell’informazione;
- cominceranno a seguirti ovunque, non solo su Google;
- molto probabilmente si iscriveranno alla tua newsletter;
- a quel punto ti cercheranno direttamente per il nome del tuo Brand.
Ed essere primi, oggigiorno, non si fa più da soli, è un lavoro continuo e imperterrito di verifica dell’usabilità e velocità del proprio sito, posizionamento ottenuto, contenuti scritti, revisionati, ampliati, aggiornati, modificati e, a volte, eliminati. Non solo, sempre di più è un lavoro che richiede occhi ovunque: cosa stanno facendo quelli dell’advertising sopra la nostra testa, come siamo a link dall’esterno verso l’interno, quanto siamo seguiti sui social, quali contenuti vengono cliccati maggiormente dalla nostra newsletter e, quindi, piacciono di più al nostro pubblico preferito, quanto siamo conosciuti offline.
La SEO non è solamente “sistemo il sito web e metto due contenuti“, se vogliamo avere una reputazione online che si rispetti dobbiamo pensare a un vero e proprio presidio della pagina di ricerca, dobbiamo puntare a sbaragliare la concorrenza e dobbiamo avere tanta cura di chi viene a comprare da noi.
Fare SEO significa conoscere il proprio pubblico
Per la nostra reputazione online dobbiamo avere un pubblico fidelizzato, che ci ama, che è così contento di noi da supportarci con condivisioni, commenti, iscrizioni alla newsletter, passaparola. Ed è chi fa SEO che conosce infinitamente bene il pubblico, perché studia il comportamento di ricerca dello stesso, sa cosa vuole e quando, come lo vuole trovare e quanto tempo ci spende per farlo. Chi fa SEO conosce il vocabolario di chi cerca, ha la capacità di comunicare per essere compreso, studia il miglior modo per servire il contenuto nel più breve tempo possibile. È vicino al pubblico tanto quanto coloro che si occupano di social media marketing (tant’è che io li tratto sempre insieme).
Non solo, fare SEO significa conoscere vita, morte e miracoli del proprio competitor perché, ogni giorno, online è proprio su di lui che si misura ogni risultato: ci sono nuovi contenuti, vengono create nuove pagine promozionali, ci sono delle modifiche strutturali che aumentano l’usabilità, si cresce per alcuni intenti di ricerca e per altri no, sono tutte informazioni a portata di SEO strategist.
Con l’avvento delle AI e la possibilità di risparmiare del tempo per operazioni di routine, per persone come me, sarà più semplice immergersi nello studio degli accadimenti nella pagina di ricerca, diventando un valido aiuto per tutti gli altri canali di conversione. Noi sappiamo precisamente quando stiamo perdendo reputazione online e quando qualcuno, invece, sta crescendo al posto nostro.
Anche solo semplicemente perdendo traffico dalle keyword di brand che, indirettamente, fanno sempre parte di una strategia SEO che si rispetti, lo scrivevo sopra, man mano che si è conosciuti, il pubblico smette di cercarci per parole chiave generiche e punta al nostro brand.
Del resto, è semplice, chi cercherebbe mai le mitiche Stan Smith dell’Adidas chiamandole soltanto sneaker bianche?
Giulia Bezzi
Se non conoscete le Stan Smith, please, recuperate velocemente, per me sono le scarpe più belle in assoluto, perfette da utilizzare con tutto, persino tailleur eleganti. Per le persone “Sporty Spice“, come mi definisco io, sono semplicemente perfette e il rapporto qualità prezzo è da paura. [Adidas, ora ti tocca prendermi come Brand Ambassador, vedi te che razza di promo che ti ho appena servito su piatto d’argento].
Cosa dobbiamo fare per la nostra reputazione online con la SEO allora?
Ci si mette l’anima in pace e si pensa ad avere un sito web tirato a lustro, studiato nei minimi dettagli, senza avere fretta di “tirarlo su” proprio come con la casa in cui si va ad abitare: se ci dicessero che ci mettono 20 giorni per consegnarcela non avremmo paura ad entrarci?
Per poter avere un sito web da paura si dovrà creare spazio perché l’agenzia SEO o la web agency che ci segue possa:
- intervistarci per capire bene cosa facciamo;
- reperire tutto il materiale possibile e immaginabile per scrivere contenuti che non siano “guarda online cosa c’è e copia“;
- fotografare e pensare a video meraviglia per tutti quei prodotti e servizi che senza non hanno nessun appeal;
- rifarlo ogni volta che la nostra web agency richiede supporto.
Una volta online il sito web meraviglioso super SEO oriented, inizia il lavorìo, continuo e imperterrito, per accrescere la nostra reputazione online, visto che dobbiamo apparire come i migliori nel nostro campo, per cui minimo della pena:
- nuovi contenuti per esaurire tutti gli intenti di ricerca puntuali e correlati sul nostro argomento;
- aggiornamento dei vecchi contenuti, perché il mondo cambia e, se non siamo Socrate, cambia anche il nostro punto di vista attorno al mondo, il nostro prodotto e servizio e, spesso, il nostro pubblico;
- eliminazione o archiviazione di risorse, così come ci si evolve così si perde interesse e buttare via budget crawler (tempo speso da Google sul nostro sito web per valutarci e darci soddisfazione con qualche posizione in più) per ciò che non ha più nessun interesse per il pubblico è dannoso;
- mantenere il nostro sito web in manutenzione, così come si chiama l’idraulico ogni tot a casa, si fa fare il controllo dei fumi, si sistema il campanello e si cambia la lavatrice, così accade in un sito web, Google modifica costantemente la sua richiesta per le performance, perché il pubblico è sempre più esigente.
Ciliegina sulla torta per la reputazione online sta nel presidiare tutti i fattori esterni al sito web: dagli altri siti web che parlano di noi fino alla nostra comunicazione social, ricordandoci che abbiamo sempre più bisogno di fidarci, di conoscere i volti dietro un brand, di saperne le storie e sentirci vicini a quel modello. Google parla costantemente di EEAT – Esperienza Competenza Autorevolezza Affidabilità come valore intrinseco di un Brand che gode di ottima reputazione online, e c’è un solo modo per raggiungere “High Quality”: metterci la faccia, perché siamo esseri umani, empatici, e abbiamo bisogno di riconoscerci per acquistare.
Chiudo rispondendo ad una domanda importante
è possibile farlo velocemente, a buon mercato, utilizzando qualche risorsa interna a cui posso sganciare la patata bollente? La risposta è no.
Giulia Bezzi
Siamo in un mercato competitivo, sempre più ricco di contenuti, in cui aumentano le complessità e i canali di conversione, oltre ai touch point del nostro pubblico prima dell’acquisto. Il web non è per tutti e non lo è da un pezzo. Chi continua a farla facile sta prendendo in giro se stesso, i professionisti suoi colleghi, colui al quale venderà il proprio servizio e il potenziale pubblico che verrà, forse, a conoscenza del Brand.
Ho sempre pensato che se vogliamo avere una buona reputazione online dobbiamo cercare di essere irreprensibili, con una comunicazione affascinante, un sito web calamita e, se questo non possiamo permettercelo, allora è meglio stare in silenzio.
Con tutto l’affetto e la voglia di contribuire alla consapevolezza digitale vi lascio qui il mio “Quanto costa un progetto SEO” per farvi un’idea dell’investimento e vi abbraccio immensamente!
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