La ricerca semantica è un processo di recupero informazioni utilizzato dai motori di ricerca moderni per fornire risultati di ricerca più rilevanti. Tale processo si focalizza nel significato delle query (interrogazioni) di ricerca, in alternativa al tradizionale confronto di parole chiave.
“La semantica, dal greco σημαντικός (comprensione) è un ramo della linguistica che si occupa dei fenomeni del linguaggio dal punto di vista del significato. Applicata alla ricerca si riferisce essenzialmente allo studio delle parole e alla loro logica. In sostanza Google utilizza un algoritmo capace di comprendere l’intento di ricerca del singolo utente, restituendo informazioni basate non solo sull’analisi delle parole chiave come significato esatto, ma sulla comprensione degli elementi di contesto che appaiono nell’ambito della ricerca” (dal Blog di Semrush).
I motori di ricerca viaggiano velocemente verso un linguaggio naturale. Pensaci un attimo, fino a qualche anno fa se cercavi qualcosa su Google scrivevi come un robot, senza articoli, senza punteggiatura, frasi che avevano poco senso: “Hotel Venezia Canal Grande”. Con i nuovi algoritmi di AI il motore di ricerca potenzia la sua capacità di analisi e l’utente cambia il modo di scrivere e ricercare: “Qual è il miglior hotel a Venezia sul Canal Grande?” Si tratta di frasi semanticamente corrette e più lunghe (a “coda lunga”), per cui le possibili azioni SEO si ampliano notevolmente. Nell’esempio riportato potrei cercare di posizionare il mio contenuto per “Hotel Venezia”, “Miglior Hotel Venezia”, “Hotel Venezia sul Canal Grande”, “Migliore Hotel sul Canal Grande”, “Hotel sul Canal Grande” ecc.
Oggi i motori di ricerca riescono sempre più ad interpretare il bisogno dell’utente, tanto da introdurre il concetto di “search intent”. Ciò che maggiormente affascina è l’abilità di Google di modificare temporaneamente i risultati in base ai cambiamenti dinamici dell’intento di ricerca. Per esempio, coronavirus non è un termine nuovo. E’ sempre stato il nome di un gruppo di virus. Ma come tutti sappiamo, l’intento di ricerca cambia rapidamente all’inizio del 2020. Le persone hanno iniziato a cercare informazioni su una specie di coronavirus (SARS-CoV‑2), e la SERP si modifica di conseguenza, mostrando per primo quel tipo di coronavirus.
Altro esempio, io sono tifoso della Lazio ma sono anche residente nella Regione Lazio. Ebbene siccome cerco e leggo quotidianamente notizie sulla mia squadra del cuore se io digito “Lazio” il motore di ricerca mi restituisce automaticamente tutti i siti che parlano di questo argomento e solo marginalmente notizie sulla “Regione Lazio”. Google ormai mi conosce, sa che se digito “Lazio” sto cercando informazioni su una squadra di calcio.
La capacità dei motori di ricerca di capire cosa stai cercando diventa sempre più affinata e si basa su concetti che distinguono gerarchie lessicali e relazioni tra entità, riuscendo così anche a sciogliere i nodi per parole ambigue o dal doppio significato.
Esistono molti strumenti che permettono di svolgere operazioni di SEO (SEO audit), alcuni gratuiti, altri parzialmente, altri ancora solo a pagamento. Google ad esempio mette a disposizione uno strumento gratuito che si chiama “Search Console”, che permette a chi si occupa di SEO di acquisire tutta una serie di informazioni sul sito internet (parole più cercate, quanto traffico sta portando, errori da correggere, ecc.). Altri strumenti molto utilizzati sono SeoZoom, SemRush, Kleecks, Screaming Frog, Seo Spider, ecc.
Ovviamente sempre di Google insostituibile è “Analytics” che permette di analizzare il traffico dalla rete: chi sta visitando il sito internet, i dati demografici, geografici, il tempo di permanenza sulle pagine, le azioni all’interno del sito ecc.
Altri due software che consentono una veloce azione di SEO audit sono Page Speed di Google e Gtmetrix, entrambe gratuiti, utili per capire se il tuo sito è effettivamente veloce, dove sono i problemi di velocità ed eventualmente come risolverli.
Un’azione che aiuta molto il buon posizionamento di un sito è l’attività di link building. Con essa si intende “la tecnica SEO volta ad incrementare il numero e la qualità dei link in ingresso verso un sito web”. Link building contribuisce, con modalità che ad oggi non sono perfettamente chiare, sia ad aumentare il valore (ranking) di un dominio che, eventualmente, il posizionamento su Google di alcune pagine di quel dominio.
In genere la tecnica consiste nel “tessere rapporti con altri siti web e far conoscere il nostro (mediante richiesta via email, forum di discussione, acquisto diretto di link e commenti sui blog), per poi suscitare interesse nei confronti di un argomento che trattiamo e magari ottenere un link ad una pagina che ci interessa promuovere, facendo in modo che Google interpreti questo come un segnale di autorevolezza” (Fonte Wikipedia).
Questa attività va gestita con molta attenzione ed in maniera professionale, per evitare che si riveli addirittura dannosa per il posizionamento del sito. Ad esempio è sconsigliabile cercare di acquisire link in entrata in modo massivo. La crescita dei link in ingresso dovrebbe avvenire in maniera quanto più possibile naturale, ovvero al crescere del traffico del sito web presumibilmente aumentano i link in ingresso al sito.
La qualità dei link e l’autorevolezza dei siti che linkano al tuo è un parametro fondamentale. Più il sito che linka un tuo contenuto è autorevole (naturalmente nello stesso settore in cui operi, questo determina anche la sua qualità), maggiore sarà l’effetto benefico in ottica SEO.
Le linee guida per la valutazione della qualità della ricerca di Google attribuiscono grande importanza al concetto di EAT (acronimo di Esperto, Autorevole e Affidabile). I siti che non presentano queste caratteristiche tendono ad essere visti come di qualità inferiore agli occhi dei motori di ricerca, mentre quelli che le possono vantare vengono successivamente premiati. Più un sito è popolare e importante, maggiore è il peso dei link di quel sito.
Per fare questa attività ci vuole tempo, bisogna tessere rapporti, insomma non è sicuramente un’azione di breve periodo, rientrando a tutti gli effetti negli obiettivi strategici del digital marketing. Potresti pensare che ricorrendo all’acquisto di link riusciresti ad accelerare i tempi. Ripeto non è così, poiché una crescita improvvisa di link in ingresso potrebbe far insospettire il motore di ricerca e dunque portare ad una penalizzazione del sito. Pertanto, se acquistare link non è vietato o scorretto, questa azione va gestita da professionisti competenti.
Se pensi all’acquisizione di link in modo naturale allora capisci bene che un sito non può avere solo link da siti autorevoli e di settore, ma avrà anche qualche link in ingresso da siti che non sono esattamente nel tuo stesso settore, da siti meno autorevoli ecc. Motivo per cui in una strategia di link building (quindi un qualcosa di organizzato e non naturale) dovrai tenere in giusta considerazione anche queste valutazioni.
Se fino a qualche anno fa le azioni SEO venivano fatte solo e soltanto sui contenuti testuali, da un po’ di tempo a questa parte, e sempre più nel futuro, i contenuti multimediali (video ed audio) la faranno da padrone e con esse la SEO dedicata. Un esempio aiuta a capire. Hai presente Echo di Google o Alexa di Amazon? Li interroghi e loro ti rispondono tramite un contenuto audio. Ebbene quei contenuti sono stati scritti e catalogati in ottica SEO. Il futuro della SEO sarà assolutamente multimediale.
Ultimo aspetto della SEO è la crossmedialità, ovvero l’utilizzo di contenuti che passano da un media ad un altro, senza che neanche ce ne accorgiamo. Altro esempio. Fai una ricerca con lo smartphone e ritrovi i risultati all’interno della TV, piuttosto che nel PC o magari nel tuo social preferito. Questo è possibile perché c’è chi sta studiando ed applicando la SEO anche per i contenuti cross mediali.
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