SEO

SEO specialist: cosa fa?

Primo articolo per Moondo, direi che parto dalle presentazioni: “Ciao, sono Giulia Bezzi e sono una SEO specialist“. È il mio modo di aprire ogni mio speech, ogni mio intervento ed è quello che ormai faccio da così tanto tempo che ho quasi voglia di tatuarmelo. Ma un SEO specialist chi è e cosa fa nello specifico?

Partiamo da una veloce sintesi e un assunto: è la persona che si preoccupa di farti apparire primo su Google per le parole di ricerca del tuo potenziale cliente. E non può farlo solo, deve essere supportato da più specialisti nella stessa area e deve poter strutturare la propria attività insieme agli altri esperti di altri canali di conversione per il sito web di cui si prende cura.

Il mio team è composto da:

  • SEO strategist, io praticamente, che sono chiamata a sviluppare la miglior strategia per il cliente, tenendo conto del mercato, delle community personas (ne parleremo), dei fattori diretti e indiretti, generando l’architettura informativa del sito;
  • SEO developer, vive di html, css, javascript e qualche altro bel codice, mette le mani in pasta nella parte tech;
  • Content Manager, data la mia strategia, una volta ricevuta l’architettura informativa del sito web, procede alla creazione dei contenuti con il team di web writer verificandone l’ottimizzazione;
  • Esperto di Link Building, si occupa di portare referenze il più naturali possibili al sito del cliente e le referenze sono date dai link provenienti da altri siti web;
  • SEO analyst, lavora ai risultati attraverso l’uso della suite di Google (GA4, Search Console in primis) producendo report che ci supporteranno per raddrizzare la nostra strategia e cresce i risultati di conversione da traffico organico.

Ma, allora, il SEO specialist non è uno!

No, tutte le figure sopra elencate sono SEO specialist ma ognuna di loro è specializzata in una parte specifica dell’attività SEO. Di sicuro, è possibile ricoprire più funzioni e avere un’infarinatura di tutto MA non si può davvero essere sul pezzo per ognuna delle mansioni raccontate.

Nel mio caso, sono una SEO specialist che fa sia la SEO strategist che la Content Manager, ho conoscenze di codice per poter parlare con gli sviluppatori, leggo perfettamente la Search Console (che è il vero strumento di analisi immancabile per un SEO specialist) ma mi avvalgo del SEO analyst per esplorare Google Analytics 4 e non sono in grado di gestire una strategia di link building per cui ho un partner verticale per questo.

Essere un SEO specialist oggi non permette in alcun modo di assorbire tutto quello che c’è da fare per portare a casa un traffico organico che faccia crescere il fatturato di chi seguiamo, bisogna assolutamente pensare di lavorare insieme e scegliere ciò che c’è più affine.

Per i San Tommaso del caso, elenco probabilmente non esaustivo di ciò che faccio io per essere un SEO specialist che si occupa di strategia e contenuti:

  1. se il sito non esiste, parto con lo studio dei competitor e degli intenti di ricerca dei servizi o prodotti. Quando, invece, c’è, parto dall’analisi tecnica e contenutistica, avvalendomi della consulenza del SEO specialist “developer”;
  2. verifico la strategia adottata anche per gli altri canali di conversione, specie quelli che più influiscono sulla SEO per cui la parte di pubblicità su Google (del resto la pagina di ricerca è costituita da risultati a pagamento e organici), social (che sono fattori indiretti ma mi aiutano a capire quanto il Brand è conosciuto, come ne parlano e se esiste una community attorno), email marketing (sapere se i nostri fedelissimi apprezzano i contenuti mi servirà moltissimo) e, infine, rete di referenze (link da altri blog);
  3. strutturo l’architettura dei contenuti attraverso la creazione delle URL una volta compreso appieno l’intento di ricerca e le parole utilizzate per definirlo;
  4. disegno i wireframe, che sono praticamente blocchi che permettono al web designer di accompagnare graficamente la navigazione che ho pensato a seconda dell’architettura dei miei contenuti;
  5. fornisco le indicazioni per i contenuti ai web writer o al content manager del cliente e verifico la bontà del lavoro effettuato;
  6. ogni giorno apro la Search Console e mi accerto che sia tutto in ordine, ogni settimana verifico l’andamento del posizionamento, ogni mese chiedo al SEO analyst un report aggiornato per valutare azioni correttive e migliorative;
  7. Ultimo ma non meno importante: parlo con il prospect prima per la creazione dell’offerte e divento referente del mio canale quando diventa cliente.

SEO specialist, tante figure per un obiettivo

Leggendo l’elenco sopra riportato come potrei anche essere specializzata nello sviluppo di un sito web, nel settaggio (come lo chiamiamo noi) di Google Analytics 4 per valutare correttamente l’andamento di tutti i canali di conversione, non solo il mio, al fine di comprendere come ce la stiamo cavando e ancora, come potrei saper impostare perfettamente una strategia di link building o scrivere in maniera persuasiva descrivendo realmente un prodotto o servizio?

Non credo basterebbe una vita per diventare un SEO specialist che fa tutto ciò che fa il mio team.

Per cui, se si vuole diventare SEO specialist e non si parte dall’essere developer il mio consiglio è quello di:

  • conoscere almeno le basi del codice utilizzato per la costruzione dei siti;
  • informarsi e formarsi su tutte le aree di lavoro del SEO specialist, fino a sentire la propria, tra corsi, webinar, eventi, content creator che ne parlano c’è solo l’imbarazzo della scelta;
  • leggere articoli che parlino di ogni canale digital, marketing automation compresa per dire, perché l’ispirazione per una strategia non sai mai da dove arriverà;
  • stimolare 3 soft skill fondamentali: curiosità, umiltà, perseveranza.

Se, invece, si ha necessità di chi supporta nel posizionamento organico della propria realtà per crescere di fatturato grazie alle prime posizioni su Google, consiglio di:

  • chiedere referenze, perché nessuno di noi dovrebbe dire “sono certa di poterti far arrivare qui…” ma può dire “finora ho raggiunto questi risultati…”;
  • avere chiaro che non è a buon mercato, nonostante questo sia un mondo in cui ci sono ancora i prezzi più disparati, il classico mercato immaturo, la realtà è semplicissima: siamo troppi sulla pagina di ricerca e troppo grande è il pubblico per poter pensare di avere risultati con poco tempo, risorse e impegno economico;
  • portare pazienza per i risultati da organico, supportandolo con una strategia digital omnichannel (lo ripetiamo da anni ma vedo così tanti scempi ancora), e il motivo è semplice, se si lavora bene la SEO ha circa il 20% di possibilità di traffico in più della pubblicità a pagamento (Sparktoro, 2019), converte in media 10 volte di più dei social (Ecommercetips, 2018) e la combo SEO e Advertising sulla pagina di ricerca ha circa il 25% di clic medi in più e il 27% di profitti in più di chi non lo fa (SEOtribunal, 2019).

Eccoci qui alla fine di questo primo articolo per Moondo, spero sia tutto chiaro, mi scuso nel caso si trovino errori di battitura o italiano, non sono una copywriter, sono una SEO specialist che fa quello che più le piace: divulgare cultura digitale.

Studio tanto semantica, sintassi e ortografia, ma prendo certe cantonate… vogliatemi bene così e ci vediamo al prossimo articolo, mi piacerebbe potervi far innamorare di questo mondo tanto quanto me, perché quando funziona, quando si lavora insieme al cliente, quando si porta la giusta pazienza i risultati arrivano e sono fantasmagorici!

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Pubblicato da
Giulia Bezzi

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