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Social Media Influencing: punti ad essere migliore o diverso?

Abbiamo visto come la Social Media Strategy si articola in 4 fasi ed esaminato la prima (il social listening). In questo articolo ci concentreremo sul secondo step: il Social Influencing. Per social Media Influencing si intende l’utilizzo dei social media finalizzato ad incrementare l’influenza dell’azienda sul mercato. Attenzione, questa fase non va confusa con l’attività svolta tramite eventuali influencer, che è azione diversa ed analizzata al punto successivo (social networking).

Tra gli obiettivi principali da raggiungere attraverso l’utilizzo dei social abbiamo:

  • Aumento della brand awareness.
  • Aumento del traffico su sito, landing page, social, ecc.
  • Aumento della notorietà dei prodotti/servizi offerti.
  • Aumento dell’engagement.
  • Incremento dei lead e del pubblico per attività di retargeting.

Per capire più a fondo questa fase della strategia social può essere utile rappresentare il funnel del marketing con il classico “imbuto” che si compone di 5 fasi (5A). Spesso definito anche customer journey, il funnel descrive il percorso che trasforma un utente generico in potenziale cliente (lead), poi in cliente ed infine in un cliente fidelizzato e promoter del brand.

IL FUNNEL DEL MARKETING

Vediamo nel dettaglio le singole fasi:

1.     AWARE: avviene la scoperta del prodotto, lo conosco ed acquisisco consapevolezza.

2.     APPEAL: mi piace e ne apprezzo le sue caratteristiche.

3.     ASK: mi informo, chiedo, acquisisco informazioni, confronto, ricerco, mi convince.

4.     ACT: decido, lo compro.

5.     ADVOCATE: sono soddisfatto dell’acquisto, lo consiglio ad altri (passaparola).

Per ogni fase vanno previste delle azioni da inserire nella social media strategy, come quelle che riporto nella tabella che segue (riadattamento da “Fondamenti di Digital Marketing” – Ninja Academy).

ESEMPIO FUNNEL NIKE

Ricordi la regola più importante del posizionamento?

Primo o secondo, tertium non datur! L’errore più grande che un’azienda può commettere è affermare (sia nel significato di “dire/comunicare” che di “tentare di acquisire credito”) di essere leader del settore, di avere il migliore prodotto, con le migliori caratteristiche e garanzie, il miglior servizio clienti, ecc.

Eppure è l’errore più comune, che quasi tutte le aziende inconsciamente commettono. E’ un errore che non permette alla comunicazione aziendale di entrare nella testa del consumatore, proprio perché lo fanno tutti. Se diciamo tutti le stesse cose, nessuno dice nulla di nuovo.

Se la tua comunicazione è volta ad enfatizzare le qualità del prodotto, la sua ergonomia, gli infiniti accessori con cui lo puoi personalizzare, lo sconto esclusivo che mi riserverai, che si tratta di un prodotto artigianale, che rispetta l’ambiente… non mi stai dicendo altro che sei il migliore. Il che può anche essere vero. D’altronde chiunque produce qualcosa con amore e passione cerca di farlo al meglio. Ma a dire che sei il migliore dovrebbero essere i clienti.

Migliore vs Diverso

Come venirne fuori? Semplice, uscendo dal loop del confronto su chi sia il migliore, dimostrando di essere diverso, ovvero creando la tua nicchia e posizionandoti lì. Riccardo Scandellari sembra pensarla allo stesso modo, tanto da scrivere nella sua newsletter (Skande Newsletter): “Se ci hai fatto caso, quando consigli un prodotto ad un amico, a meno che non siate entrambi tecnici del settore, non esponi una lista di caratteristiche tecniche, ma racconti come ti abbia permesso di risolvere un problema, come ti ha fatto sentire e quanto è stato semplice farlo. Alcuni di noi acquistano una moto Yamaha e altri una Harley Davidson. Hanno caratteristiche tecniche più o meno apprezzabili, ma entrambe comunicano al mercato valori ed emozioni esclusive. L’emozione viene prima, la fredda lista delle caratteristiche tecniche dopo, perché è importante, ma non quanto gli stimoli emozionali. Acquistiamo beni che infondono un senso di appartenenza e una visione del mondo. I grandi Brand non partono dai prodotti ma dal significato che avranno nelle vite degli acquirenti. Puoi farlo anche tu” (Riccardo Scandellari – Skande Newsletter).

Nell’impostare una corretta social media strategy è dunque fondamentale chiarire il tipo di messaggio che vogliamo veicolare: la mission e vision che vogliamo trasmettere, il percorso per aprire la famosa porta nella testa del consumatore deve essere chiaro e definito!

Alcuni esempi di mission di brand

  • Apple: “Apple si dedica alla crescita dell’uomo, rendendo la tecnologia informatica accessibile a tutti per cambiare il modo in cui pensiamo, lavoriamo, impariamo e comunichiamo”. Apple vuole cambiare il mondo con la sua tecnologia, questo è il motivo per cui un cliente sceglie Apple, per contribuire a cambiare il mondo.
  • Amazon: “Diventare l’impresa mondiale centrata sul consumatore, in cui il cliente possa trovare qualsiasi bene online adatto alle sue esigenze e al miglior prezzo possibile”. Tutti i prodotti del mondo al miglior prezzo, con il miglior servizio. Chiaro perché acquisti su Amazon?
  • Facebook: “Creare comunità e unire il mondo, aiutando le persone a rimanere in contatto con famigliari e amici”. Rimanere in contatto, non ci vuole altro per spiegare perché lo usi.

Esempi perfetti di definizione precisa e puntuale di valori da trasmettere attraverso la strategia di comunicazione. E tu, cosa vuoi trasmettere con la tua strategia di comunicazione?

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Pubblicato da
Alessandro Angelelli

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