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Turismo e digitale: quale futuro?

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Argomento di questo articolo “a 4 mani” è il turismo e l’impatto che il digitale ha avuto ed avrà nei prossimi anni su questo settore trainante dell’economia del nostro Paese. Ne ragiono con Alessia Bianco, laureata magistrale in “Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici” e vincitrice del Premio America Giovani per il talento universitario 2022. Buona lettura!

Da marzo 2020 la popolazione mondiale è stata messa a dura prova dal virus Sars-Cov-2, sfociato, poi, in una vera e propria pandemia. Il settore turistico è stato uno dei più colpiti ma, allo stesso tempo, uno dei settori maggiormente capace di cambiare ed adattarsi alle novità, anche grazie alla digitalizzazione.

Turismo e digitale

Alessia: Durante il lockdown sono state sviluppate, ed oggi sono di uso comune, le visita da remoto a musei e luoghi della cultura, mediante l’utilizzo della realtà virtuale. Una fruizione diversa di uno stesso luogo, finalmente disponibile anche a persone impossibilitate per vari motivi a recarsi sul posto, che amplia la platea di “turisti”, con conseguente aumento di introiti per la location. Credo che questo strumento potrà essere ulteriormente sviluppato nei prossimi anni.

Alessandro: Sono d’accordo, la cosa che più mi piace di questo nuovo turismo digitale è la possibilità di viaggiare che viene restituita a persone con disabilità o difficoltà motorie. Rendendo di nuovo accessibili luoghi che altrimenti sarebbero esclusi alla visita ed alla fruizione di esperienze culturali. Da un punto di vista di marketing, questa espansione della platea di potenziali “turisti virtuali” si traduce in un aumento degli introiti per le location culturali, grazie a nuovi modelli di monetizzazione basati su accessi virtuali, vendite di contenuti esclusivi e sponsorizzazioni digitali.

Dovrebbero essere gli stessi proprietari o gestori ad investire per virtualizzare i luoghi. Invece spesso ancora ci sentiamo dire: “Così la gente visita da casa e non viene sul posto”. Significa non aver capito le potenzialità dello strumento ed il tipo di servizio offerto. Salvo poi, dove abbiamo realizzato qualcosa di simile (Museo della Ceramica ed Eco Museo della Via Amerina), sentire commenti entusiasti di turisti che, avendo pregustato da casa le bellezze del posto, decidono di visitarlo realmente.

Social network

Alessia: Altro aspetto di fondamentale importanza nel mondo del turismo è l’utilizzo corretto dei social network. Sempre più utilizzati in campo turistico per “vendere” una destinazione, ma anche per instaurare un rapporto con il turista ancor prima del suo arrivo (o dopo la sua partenza).

Quest’ultimo prima di intraprendere una vacanza è generalmente portato a cercare informazioni sulla possibile meta tramite, appunto, i social network. Il vantaggio dell’essere presente su un social network per una meta turistica non finisce però qui: se il turista ha dei dubbi pre – partenza è possibile instaurare con lui un dialogo rassicurandolo su tutti gli aspetti per lui più importanti ed al contempo tenere i contatti con il visitatore durante e dopo il suo rientro a casa.

Un aspetto fondamentale è comprendere come tutto ciò che viene inserito su queste piattaforme deve essere reale e veritiero: un turista che una volta arrivato in loco non trova ciò che gli era stato prospettato sarà scontento e di conseguenza potrà dare avvio ad un passaparola negativo. Proprio con l’avvento del digitale si è passati al passaparola online, il cosiddetto e-wom.

Alessandro: Su questo punto con me sfondi una porta aperta… Da tempo sostengo la necessità di passare all’expertelling (la narrazione di esperienze vissute, reali e personali), in sostituzione del più affabulatorio storytelling.

Turismo fai da te

Alessia: Un altro impatto del digitale nella sfera turistica lo si riscontra nell’incremento di quello che viene definito “turismo fai da te”. Sempre più persone preferiscono realizzare i propri viaggi da soli, senza recarsi nelle varie agenzie di viaggio.

Da qui si apre un grande interrogativo: continuando così si può rischiare di veder chiuse un gran numero di agenzie per mancanza di introiti? Queste ultime sono già state drasticamente messe a dura prova, come d’altronde l’intero settore, con la pandemia; con l’avvento della tecnologia digitale, dunque, rischieranno ancora di più?

Alessandro: L’aumento del “turismo fai da te”, facilitato dalle tecnologie digitali, rappresenta sicuramente una sfida significativa per le agenzie di viaggio tradizionali. Ma le agenzie più lungimiranti possono rispondere a questa sfida reinventando i propri servizi. Ad esempio puntando su offerte personalizzate, esperienze esclusive e consulenze specializzate che le piattaforme digitali non possono facilmente replicare.

Inoltre, possono sfruttare le tecnologie digitali ed oggi l’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e l’efficacia operativa della propria comunicazione con i clienti, offrendo un valore aggiunto che giustifichi la scelta di rivolgersi ad un professionista rispetto al fai-da-te.

Questo significa maggior sforzo? Maggior lavoro? Certo! Rispetto ad aprire un catalogo cartaceo e mostrare mete e prezzi sicuramente si, ma grazie a digitale ed intelligenza artificiale molti lavori “ripetitivi” potrebbero essere automatizzati. Il tempo risparmiato dovrebbe essere impiegato ad inventare e proporre servizi a valore aggiunto ai clienti.



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