L’ho chiesto direttamente a ChatGPT che tanto ormai, come dice il mio Socio, è diventato un motore di risposte più semplice di Google, cosa ne pensa: descrivi cosa accadrà ai copywriter con l’avvento di OpenAI e come evolverà il mercato del content marketing.
È difficile prevedere con certezza come l’avvento di OpenAI influirà sulla figura del copywriter e sul mercato del content marketing in generale. OpenAI è una società che sviluppa tecnologie di intelligenza artificiale avanzata, quindi è probabile che queste tecnologie possano essere utilizzate per automatizzare alcuni aspetti del lavoro dei copywriter, come la generazione di contenuti o la ricerca di parole chiave.
Tuttavia, il lavoro dei copywriter richiede anche creatività e capacità di scrittura persuasiva, che sono difficili da automatizzare. Inoltre, molti clienti cercano ancora contenuti personalizzati e originali, il che significa che ci sarà sempre bisogno di professionisti che siano in grado di creare contenuti di qualità.
Inoltre, anche se OpenAI potrebbe rendere alcuni aspetti del lavoro dei copywriter più efficienti, potrebbe anche creare nuove opportunità di lavoro per gli esperti di intelligenza artificiale e di marketing. In sintesi, è difficile prevedere esattamente come l’avvento di OpenAI influirà sul mercato del content marketing e sulla figura del copywriter, ma è probabile che entrambi continueranno ad evolversi nel tempo.
Il tutto con un html pulito pulito, da copia incolla diretto.
Copywriter e AI: come conviverci?
Ora che OpenAI ha risposto diplomaticamente alla domanda, risparmiandomi delle belle righe di testo e lasciandomi il tempo di pensare a cosa voglio consigliare, grazie anche ai suoi suggerimenti, dico senza tanti fronzoli cosa accade ora e come penso al futuro.
In SeoSpirito, è già da tempo che studiamo come utilizzare il lavoro delle AI per aumentare il tempo in cui ci concentriamo sul fattore conversione della nostra strategia di posizionamento organico e content marketing. Ci si può convivere solamente utilizzandola e lavorando tantissimo all’allenamento del muscolo cervello in primis e al proprio personal branding successivamente.
Finora, abbiamo vissuto un mondo a cottimo: numero testi per soldi guadagnati. I copywriter quelli veri, quelli che sanno affascinare con i loro scritti, che creano claim senza fine e che, per far tutto ciò, hanno necessità di tempo sono pagati profumatamente e sono pochi. In compenso, abbiamo sviluppato un mercato di web writer un tanto al chilo, nascosti dietro la loro scrivania, con un italiano opinabile tra le dita, che hanno scritto parole su parole di informazioni generaliste e senza esperienza per il posizionamento organico e non solo.
Bruttina da leggere così ma è la verità tutta la verità dica lo giuro. La dico ancora peggio e chiedo scusa a chi sta soffrendo ora questa situazione.
Tutta questa marea di testi ha permesso alle Intelligenze Artificiali di crearsi un bellissimo bagaglio di informazioni, più o meno interessanti, andando a sostituire, ed è inutile pensarla differentemente, finte professionalità che come skill dovevano avere velocità di esecuzione e capacità di reperire informazioni veritiere da saper comporre in un testo senza scopiazzare troppo per non produrre un contenuto clonato.
Allora ho chiesto a OpenAI “Mi fornisci un bullet point che spieghi precisamente come un copywriter può usare ChatGPT?“. Vi copio e incollo la risposta, così com’è, ho solo sistemato qualcosina per la sintassi e la leggibilità.
Ecco alcuni modi in cui un copywriter può utilizzare ChatGPT per:
- generare idee di contenuto: ChatGPT può essere utilizzato per generare idee di contenuto e titoli accattivanti, sfruttando la sua capacità di comprendere il linguaggio umano e di formulare frasi coerenti.
- creare contenuti: ChatGPT può essere utilizzato per creare contenuti di base, come ad esempio articoli di blog o descrizioni di prodotto, sfruttando la sua capacità di comporre testi coerenti e di seguire una struttura specifica.
- fare ricerca di parole chiave: ChatGPT può essere utilizzato per fare ricerca di parole chiave e frasi pertinenti, sfruttando la sua capacità di comprendere il contesto e di suggerire termini correlati.
- ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca: ChatGPT può essere utilizzato per ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca, sfruttando la sua capacità di identificare le parole chiave più appropriate e di incorporarle in modo naturale nei testi.
- revisionare e correggere i contenuti: ChatGPT può essere utilizzato per revisionare e correggere i contenuti, sfruttando la sua capacità di rilevare errori grammaticali e di sintassi e di suggerire modifiche appropriate.
SEO specialist e AI, cosa mi succederà?
Gli amanuensi benedettini sono stati spazzati via con l’avvento della stampa e ora andiamo ad aprire la bocca estasiati alle mostre in cui vediamo questi scritti meravigliosi, frutto di mani uniche. I copywriter che non hanno mani uniche faranno la stessa fine, dovranno fare i conti con un nuovo mercato in cui la capacità di essere veloci e scopiazzare sarà sostituita con la capacità di strutturare la strategia iniziale corretta al fine di far produrre i migliori testi nel minor tempo possibile dalle AI.
E vale anche per i SEO specialist che finora quando dicevo “smettetela di fidarvi esclusivamente dell’output dei tool di analisi delle parole chiave e interrogatevi sul perché si sceglie di cercare in un modo piuttosto che in un altro” mi guardavano come fossi una marziana fessa che voleva spendere del tempo a fare cose che le macchine sapevano fare meglio.
Nel bullet point che ho riportato per i copywriter le ultime 3 attività sono legate alla SEO: la ricerca per parole chiave la facciamo noi SEO strategist, l’ottimizzazione è frutto delle nostre istruzioni ai web writer e, negli ultimi 15 anni, ho revisionato e corretto qualcosa come 10.000 contenuti anno di svariato tipo.
Come SEO strategist ho chiesto, sempre alla nostra OpenAI che è sorprendente, se sa dirmi come si sviluppa una site architecture per un ecommerce che vende cibo per cani. Mi ha appena fornito le informazioni da utilizzare nei prossimi speech quando vorrò sintetizzare, superficialmente forse, cosa c’è da fare. Ripeto: copia e incolla diretto, html pulito pulito, tempo di esecuzione 16 secondi, mentre io scrivevo le righe “come SEO strategist, bla bla bla…”.
Creare una site architecture per un ecommerce che vende cibo per cani richiede alcuni passaggi specifici:
- Identificare le categorie di prodotto: la prima cosa da fare è identificare le categorie di prodotto che l’ecommerce offre. Ad esempio, potrebbero esserci categorie come “crocchette per cani”, “snack per cani”, “alimenti umidi per cani”, ecc.
- Suddividere i prodotti per categoria: una volta identificate le categorie di prodotto, è necessario suddividere i prodotti in base a queste categorie. Ad esempio, tutti i prodotti appartenenti alla categoria “crocchette per cani” dovrebbero essere raggruppati in una sottosezione dedicata a questa categoria.
- Creare una struttura di navigazione: la site architecture dovrebbe includere una struttura di navigazione chiara e intuitiva, che permetta agli utenti di accedere facilmente ai prodotti desiderati. Ad esempio, potrebbe essere utile creare un menu a tendina o una barra di navigazione laterale per consentire agli utenti di accedere alle varie categorie di prodotto.
- Creare pagine di destinazione per ogni categoria: per ogni categoria di prodotto, dovrebbe essere creata una pagina di destinazione che presenti tutti i prodotti appartenenti a quella categoria. Queste pagine dovrebbero essere ben organizzate e facili da navigare, con immagini e descrizioni dettagliate dei prodotti.
- Creare pagine di dettaglio prodotto: ogni prodotto dovrebbe avere una propria pagina di dettaglio, che presenti informazioni dettagliate sulla composizione, le caratteristiche e i benefici del prodotto. Inoltre, questa pagina dovrebbe includere immagini di alta qualità e opzioni per acquistare il prodotto.
- Includere funzionalità di ricerca e filtraggio: per rendere più facile per gli utenti trovare i prodotti desiderati, è importante includere funzionalità di ricerca e filtraggio, come ad esempio la possibilità di cercare prodotti per nome o per categoria, o di filtrare i risultati in base a caratteristiche specifiche.
Ecco, per sommi capi lo sa già, quello che, invece, verrà richiesto a me SEO strategist da oggi in poi spero sarà:
- fornire gli input (prompt) corretti per la generazione dell’architettura dei contenuti che sia ricerca della mia buyer personas;
- definire gli input corretti per la generazione dei testi categoria e prodotti da far revisionare da web writer no amanuensi al fine di conquistare chi legge;
- lavorare alla navigazione migliore dato lo studio dei competitor, delle mode del momento, delle tecnologie emergenti o meno, al fine di far scansionare il sito web nel minor tempo possibile trovando la miglior informazione per comprare;
- coinvolgere content creator esperti del settore che umanamente si rivolgono al loro pubblico creando parte dei contenuti con le AI e parte con il loro essere persuasivi, creativi, empatici, umani. A queste persone dovranno essere dati brief precisi sullo svolgimento dei loro piani editoriali nel nostro sito web e nei loro canali di conversione;
- studiare strategie di crescita di Brand Awareness mediante l’uso dei canali social, di PR e Link Building;
- analizzare l’andamento del traffico vs conversione, rispetto a risorse e tempo speso, valutando ROI e margine nel tempo;
- modificare velocemente la strategia se gli obiettivi non vengono raggiunti.
Copywriter e SEO Specialist: non ci chiameremo più così
Quello che vi ho descritto sopra è smetterla di vivere con i paraocchi, cari copywriter e SEO specialist che state leggendo, cari prospect e clienti che state già pensando a come arrangiarvi a crearvi testi artificiali per risparmiare il costo della scrittura dei contenuti, leggete bene queste ultime righe.
OpenAI e tutta la famiglia di AI che stanno spuntando come funghi, dal silenzio in cui si trovavano mentre generavano sostituiti di amanuensi benedettini, porterà il mio settore (e non solo il mio) a perdere una fetta di mercato a basso valore aggiunto per restituire professionalità liquide che dovranno investire molto tempo nella strategia, più tempo nel controllo e tantissimo utilizzo di neuroni addormentati dalla mediocrità dettata dalla pigrizia che ci ha visti attori principali dalla nascita di Google.
Ho smesso di farmi chiamare SEO specialist anni fa, ho dovuto usarlo per la ricerca sui miei siti web ma mi definisco una SEO strategist perché voglio sia chiaro che è sulla strategia che punto, voglio sia chiaro che ciò che ho descritto sopra per sommi capi ora viene imputato al Digital Strategist come ruolo, voglio faccia riflettere chi finora ha lavorato per compartimenti stagni, pensando che il proprio lavoro fosse:
- scrivere un contenuto con un senso
- posizionarsi per le migliori parole chiave.
Ecco cosa accadrà alla SEO e al mondo del content marketing con l’avvento della AI. Avremo un rumore di fondo di gente furbissima che vorrà scriversi i contenuti in autonomia dato un prompt senza studio alcuno della realtà, dovremo farci strada nel mare di mediocrità che ne deriverà perché i clienti faranno fatica a capire e noi saremo bravi a scendere ai prezzi già visti 3 euro per 1.000 parole perché tanto ci fa tutto ChatGPT e investiremo il nostro tempo per vedere come fare prima, vendere a più alto margine, generare squadroni di correttori di cose delle AI in fase di tirocinio o apprendistato.
Sono pessimista? No, sono realista. Questo è quello che vedo nel breve periodo: viviamo nel mondo delle PMI, un mondo che con il digital fa spesso ancora a cazzotti, dove copywriter e SEO specialist hanno viaggiato con il minimo della pena per 15 anni, in cui gli addetti ai lavori non hanno mostrato preventivi pari al 15-20% circa del fatturato per ottenere vendite da questo canale con un incremento annuo corretto, anzi, hanno portato avanti l’idea che il web sia a buon mercato.
Io che voglio fare? La mia Agenzia SEO ha già fatto entrare nei propri processi le AI perché vogliamo concentrarci sulla pianificazione strategica e l’analisi dei risultati ancora di più, modificando l’assetto aziendale e incrementando le ore di studio per allenare il cervello a portare conversione in termini di fatturato alle Aziende che vorranno lavorare con noi sapendo di avere accanto chi pensa e non esegue.
[Disclaimer: l’immagine di anteprima è frutto del generatore di immagini di CanvaPro, ho chiesto “Voglio vedere una donna in tailleur davanti al pc con attorno un ufficio ultramoderno“]
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