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&Love Story 2025: dove i brand fanno la storia. Partecipa in live streaming con Moondo!

Il prossimo 3 ottobre 2025, presso la suggestiva cornice della Fabbrica delle Lampadine a Milano, si terrà la decima edizione di &Love Story, l’evento cult per chi vuole costruire brand memorabili e navigare con consapevolezza nel nuovo ecosistema digitale dominato dall’intelligenza artificiale.

Un evento imperdibile per imprenditori, manager e professionisti che vogliono restare rilevanti in un mercato dove la fiducia crolla, i funnel si accorciano e i click diminuiscono fino al 60%, come confermato anche dall’Edelman Trust Barometer 2025.

Ma c’è una certezza: un brand forte continua ad essere scelto!

Il valore del brand al tempo dell’AI

Insieme a Moondo, anche quest’anno siamo media partner dell’evento, saremo presenti e parteciperemo per imparare e divulgare. Ma c’è di più, per tutta la nostra community abbiamo uno sconto riservato. Puoi partecipare in Live Streaming a soli 27 euro invece di 67!

Se vuoi ricevere il codice sconto riservato scrivi una mail a info@moondo.info.

&Love Story incarna una visione che condivido profondamente: oggi non basta esserci, occorre farsi scegliere. E per farsi scegliere, serve molto più di un budget: serve un’identità forte, un posizionamento autentico, un racconto coerente.

Lo dico da tempo, il marketing, quando è fatto bene, è prima di tutto una scelta. E proprio su questa scelta si basa l’intera narrazione dell’evento.

Perché partecipare?

&Love Story 2025 non è una semplice conferenza: è un laboratorio di idee, dati, visione e relazioni.
Ecco cosa ti porterai a casa:

✅ Strategie pratiche per affrontare l’impatto dell’AI su SEO, branding e customer journey
✅ Casi reali da aziende top
✅ Dati e insight utili a costruire fiducia in un contesto in cui la fiducia è sempre più scarsa
✅ Un’opportunità unica di networking con 250 manager e imprenditori

Tra gli speaker:

  • Salvatore Russo, ideatore di &Love Story: “Non è il budget, è il brand”
  • Giulia Bezzi, SEO strategist: “SEO & AI: ogni clic conta”
  • Ivano Di Biasi, CEO SEOZoom: “I nuovi KPI nel mondo delle AI overview”
  • Enrica Tiozzo, Ipsos: “Fiducia e identità: i nuovi consumatori”
  • Sergio Spaccaventocreative director e storyteller
    L’umorismo come arma strategica: far pensare con un sorriso e trasformare un messaggio in ricordo indelebile.
  • Fabiana AndreaniTop Voice LinkedIn ed esperta di talenti
    Employer branding autentico: come attrarre e trattenere persone di valore in un mercato che cambia.

Moondo c’è. E tu?

Come media partner, Moondo sarà presente all’evento per raccontarlo in tempo reale e raccogliere i migliori insight per i nostri lettori.

Parteciperò personalmente all’evento, sia come professionista del marketing sia come osservatore curioso di un mondo in rapida trasformazione. Perché, come scrivo spesso, solo la curiosità ci salverà dall’algoritmo.

Promo esclusiva per i nostri lettori

Grazie alla media partnership con Moondo, puoi partecipare in Live Streaming a soli 27 euro invece di 67!

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Non perderti l’opportunità di ascoltare chi sta ridefinendo il futuro del marketing.
Io ci sarò. E tu?

La ricchezza finanziaria dei clienti delle banche Reti cresce più di quella degli italiani

Le reti di consulenti finanziari, in particolare le principali (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank e Azimut), sono in grado di  fare crescere la ricchezza delle famiglie italiane in misura maggiore della media complessiva del Paese, anche se alla comparsa dei cigni neri, come la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, i cui effetti sono deflagrati nel 2022, non risultano ancora essere così resilienti e perdono gran parte del vantaggio di rendimento accumulato per i clienti. È quanto dimostra una ricerca di Excellence Consulting secondo cui dal 2012 al 2021, se da un lato la ricchezza finanziaria per il complesso delle famiglie italiane è annualmente lievitato di una percentuale pari al 1,2%, dato che scende allo 0,1% se si include l’annus horribilis del 2022, dall’altro lato per i clienti delle sei principali Reti l’incremento annuo è pari al 3,3% dal 2012 al 2021, risultato che diminuisce allo 0,5% se si includeil “nefasto” 2022. 

Nel dettaglio dello studio, che elabora dati Assoreti e Banca d’Italia, il valore della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, al netto di quella dei clienti delle prime sei reti di consulenti finanziari (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank e Azimut), passa dai 3.762 MLD del 2012 ai 4.180 del 2017 (di cui + 178 di risparmio) ai 4.697 MLD del 2021 (di cui + 335 di risparmio) ai 4.315 MLD del settembre 2022 (di cui +14 di risparmio). La conseguente crescita di valore della ricchezza finanziaria espressa in forma di tasso annuo di capitalizzazione composta (CAGR) è pari all’1,2% dal 2012 al 2017, sempre all’1,2% dal 2012 al 2021, mentre dal 2012 al 2022 cala allo 0,1%. Circa le sei maggiori reti di consulenti finanziari del mercato italiano, la ricchezza finanziaria dei loro clienti cresce da 223 MLD a 376 MLD nel periodo 2012-2017 (di cui circa +128 MLD dovuti a raccolta netta), a oltre 540 MLD nel 2021 (di cui circa +114 MLD dovuti a raccolta netta), mentre scende a circa 515 MLD (di cui +37 MLD dovuti a raccolta netta). La conseguente crescita di valore della ricchezza finanziaria dei clienti dei consulenti finanziari delle big six espressa in forma di tasso annuo di capitalizzazione composta (CAGR) è pari al 2,1% dal 2012 al 2017, diventa del 3,3% dal 2012 al 2021, mentre dal 2012 al 2022 cala allo 0,5%.

Andamento della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane

“L’inizio del 2023 – spiega Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting – avrebbe dovuto essere il momento in cui lavorare sul recupero dei rendimenti persi nel 2022, invece l’attenzione degli addetti ai lavori è stata monopolizzata dalla decisione sulla gestione degli inducements che sarà presa dall’UE nell’ambito del nuovo pacchetto normativo sulla Retail Investment Strategy. La nostra ricerca dimostra che i consulenti finanziari delle sei principali reti del mercato italiano, anche con l’attuale revenue model basato sulle commissioni applicate ai prodotti, spesso tacciato di essere eccessivamente costoso per i clienti, hanno tuttavia dimostrato nell’ultimo decennio di sapere creare maggiore valore per i propri clienti, essendo stati capaci di far crescere la loro ricchezza finanziaria nell’ordine di due punti percentuali di maggiore rendimento per anno rispetto alla crescita della ricchezza finanziaria degli altri italiani. Anche nel 2022, tipico “anno cigno nero” per i mercati finanziari, con i rendimenti azionari e obbligazionari che si sono mossi entrambi in negativo per circa il 20% (cosa rarissima visto che tali asset class di solito si muovono in controtendenza gli uni agli altri), gli investimenti dei clienti dei consulenti finanziari, pur perdendo una quota importante del loro valore, tuttavia su un orizzonte temporale di dieci anni, continuano a segnare un rendimento annuo migliore rispetto a quello del resto degli italiani.”

Andamento della ricchezza finanziaria gestita dalle reti di CF

Proteggere i dati aziendali: il vantaggio del Cloud Object Storage contro gli attacchi di tipo Ransomware

Nell’era digitale in cui viviamo, la sicurezza dei dati aziendali è diventata una priorità assoluta. Gli attacchi di tipo Ransomware, in particolare, rappresentano una minaccia crescente per le organizzazioni di ogni dimensione e settore. Questi attacchi sofisticati mettono a repentaglio la riservatezza e l’integrità dei dati, costringendo le aziende a pagare un riscatto per poter accedere di nuovo alle proprie informazioni vitali.

In questo contesto, il Cloud Object Storage si presenta come una soluzione potente e affidabile per proteggere i dati aziendali dagli attacchi di tipo Ransomware. Rispetto ai tradizionali sistemi di archiviazione, il Cloud Object Storage offre una serie di vantaggi che contribuiscono a mitigare il rischio di perdita o danneggiamento dei dati sensibili.

Cos’è un attacco di tipo Ransomware?

Il Ransomware è diventato uno dei tipi di attacco più diffusi e pericolosi nel panorama delle minacce informatiche. Questo sofisticato malware si infiltra nei sistemi informatici, blocca l’accesso ai dati e ai dispositivi della vittima e richiede un riscatto per ripristinare l’accesso. Il suo impatto devastante può causare danni finanziari, perdita di dati preziosi e interruzioni significative delle operazioni aziendali.

Le cause principali dell’insorgere del Ransomware possono essere attribuite a errori di configurazione e a software non aggiornato. Le vulnerabilità nei sistemi informatici, spesso dovute a configurazioni errate o lacune nella gestione della sicurezza, possono offrire un punto di ingresso per gli attaccanti. Inoltre, l’uso di software non aggiornato può esporre le reti aziendali a falle di sicurezza note che gli aggressori possono sfruttare.

Gli errori di configurazione possono includere la mancata applicazione di patch di sicurezza, l’adozione di password deboli o predefinite, la mancata segmentazione della rete e la mancanza di controlli di accesso adeguati. Queste vulnerabilità consentono agli aggressori di infiltrarsi nei sistemi, criptare i dati e richiedere un riscatto per il ripristino dell’accesso.

Inoltre, il mancato aggiornamento del software rappresenta un grave rischio di sicurezza. I fornitori di software rilasciano regolarmente patch e aggiornamenti per correggere vulnerabilità note e migliorare la sicurezza dei loro prodotti. Tuttavia, se le organizzazioni non implementano tempestivamente queste correzioni, lasciano le loro reti aperte agli attacchi dei Ransomware che sfruttano le falle non ancora risolte.

Affrontare la minaccia del Ransomware richiede una combinazione di buone pratiche di sicurezza e soluzioni tecnologiche avanzate. È fondamentale implementare una corretta configurazione dei sistemi, che includa l’applicazione regolare di patch di sicurezza, l’adozione di politiche di password robuste e l’uso di soluzioni di sicurezza avanzate come firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni e antivirus aggiornati.

Inoltre, la consapevolezza degli utenti è un elemento chiave nella prevenzione degli attacchi di tipo Ransomware. Le aziende dovrebbero fornire formazione e sensibilizzazione per educare il personale sull’importanza di evitare link o allegati sospetti, di essere vigili nelle comunicazioni e di segnalare tempestivamente eventuali comportamenti anomali.

Il Cloud Object Storage: Una difesa affidabile contro gli attacchi di Ransomware e il ripristino dei dati

In questo contesto, il Cloud Object Storage si rivela una soluzione di backup e ripristino fondamentale per contrastare gli attacchi di Ransomware e garantire il recupero dei dati. Quando un’organizzazione subisce un attacco di Ransomware, il Cloud Object Storage offre una luce di speranza. Grazie a questa tecnologia, è possibile accedere alle copie di backup dei dati salvati in remoto e ripristinare i file critici senza dover cedere alle richieste dei criminali informatici. Il Cloud Object Storage permette alle aziende di conservare i dati in un ambiente sicuro, separato dalla rete principale, offrendo un livello aggiuntivo di protezione contro gli attacchi informatici.

La chiave per il successo nell’utilizzo del Cloud Object Storage come strumento di ripristino è la pianificazione e l’implementazione di strategie di backup adeguatamente progettate. Le organizzazioni devono garantire che i loro dati critici siano regolarmente copiati e archiviati nel Cloud in modo sicuro. Questa pratica garantisce che, in caso di attacco, esista una copia di backup affidabile a cui accedere per ripristinare i dati senza dover pagare un riscatto.

Una delle principali caratteristiche del Cloud Object Storage è la sua scalabilità e resilienza. Questa tecnologia consente di archiviare grandi quantità di dati in modo efficiente ed economico, riducendo al minimo i tempi di inattività durante il ripristino dei dati. Inoltre, grazie alla distribuzione dei dati su più posizioni geografiche, il Cloud Object Storage offre una maggiore protezione contro la perdita totale dei dati dovuta a eventi catastrofici o guasti hardware.

Oltre al ripristino dei dati, esso può svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione degli attacchi. La capacità di isolare i dati di backup in un ambiente separato impedisce agli aggressori di compromettere le copie di sicurezza, garantendo che le informazioni critiche siano protette e pronte per il ripristino. Inoltre, molte soluzioni di Cloud Object Storage offrono funzionalità avanzate di crittografia e protezione dei dati, fornendo un ulteriore strato di sicurezza.

È importante sottolineare che il Cloud Object Storage non è una soluzione completa per la sicurezza dei dati, ma rappresenta un elemento cruciale in un approccio olistico alla protezione dei dati aziendali. Le aziende dovrebbero adottare una combinazione di strategie di sicurezza, tra cui politiche di accesso rigorose, aggiornamento regolare del software, monitoraggio attivo della rete e formazione del personale.

Articolo scritto in collaborazione con Seeweb.

“Non lo so”: Umanità vs Intelligenza Artificiale

In un’epoca caratterizzata da un’incessante sovrabbondanza d’informazioni, la frase “Non lo so” sta diventando sempre più rara eppure sempre più preziosa. Internet e i social media hanno trasformato il modo in cui interagiamo con la conoscenza, offrendo a chiunque uno spazio globale dove esprimere opinioni su qualunque argomento. Questa pressione di dover apparire sempre informati cresce ogni giorno.

1. Cos’è l’“Era dei Tuttologi”?

Si tratta di quella fase in cui la tecnologia ha creato la figura del “Tuttologo”: una persona che si sente obbligata a parlare o esprimersi anche quando possiede conoscenze superficiali sull’argomento. I social amplificano il fenomeno tramite la facilità e velocità di condivisione, riducendo la qualità del discorso pubblico. In questo contesto, dire “non lo so” diventa quasi un tabù, interpretato come debolezza.

2. Qual è il ruolo dell’Intelligenza Artificiale?

Le intelligenze artificiali, come ChatGPT, hanno cambiato il nostro rapporto con l’informazione: sono strumenti pensati per fornire risposte immediate, ma quando vengono interrogate su temi non compresi a fondo, possono dare risposte imprecise o fuorvianti.

Questo ci porta a un dubbio cruciale: può un’IA che ammette i suoi limiti essere considerata più etica e affidabile?

3. Perché dire “Non lo so” è prezioso?

A prima vista può sembrare una confessione di ignoranza, ma “Non lo so” è in realtà un gesto di umiltà e onestà intellettuale. Riconoscere i propri limiti è fondamentale per imparare, crescere e instaurare dialoghi autentici. A livello sociale, questo atteggiamento combatte l’arroganza intellettuale e favorisce un approccio più riflessivo alla conoscenza.

4. Cosa distingue l’essere umano dalle macchine?

Nella società dell’informazione, la quantità di dati supera largamente la nostra capacità di comprenderli e assimilarli. Ammettere i propri limiti potrebbe diventare un tratto distintivo dell’essere umano, in contrapposizione all’IA. Questo atteggiamento può segnare un cambiamento culturale verso un maggiore apprezzamento della nostra unicità.

“Non lo so” come valore

“Non lo so” non è solo un’ammissione di ignoranza, ma un invito a un approccio più consapevole e autentico alla conoscenza umana. Valorizzarla significa rafforzare le relazioni personali e professionali, promuovendo un dialogo profondo e sincero. Forse, ammettere di non sapere può renderci più umani.

CMO Summit 2025: un viaggio nel tempo per decifrare il marketing del futuro!

Venerdì 20 giugno ho avuto il piacere di moderare il CMO Summit 2025, organizzato da Business International e Fiera Milano all’Allianz MiCo, dal titolo “Back to the Future of Marketing“.

Un vero e proprio viaggio avanti ed indietro nel tempo, alla ricerca degli insights necessari ad interpretare un mondo che cambia, un marketing che cambia con esso, ridefinendo il ruolo del Chief Marketing Officer, chiamato a misurarsi giorno dopo giorno tra la necessità di stimolare l’engagement emotivo del consumatore e l’ottimizzazione algoritmica delle AI che ci chiude in gabbie, cercando di standardizzare e predire i nostri comportamenti.

Come in “Ritorno al Futuro“, il film del 1985 in cui l’adolescente Marty McFly viene catapultato indietro nel tempo, a bordo della DeLorean, creata dal geniale ed eccentrico Doc Emmett Brown, siamo tornati indietro per riscoprire le fondamenta del marketing, abbiamo riflettuto sul presente, per costruire un futuro ancora più entusiasmante della nostra professione.

Da tutti gli interventi è emerso come l’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il ruolo del marketer e le sue strategie, teletrasportandoci in dimensioni spazio-temporali nuove e sconosciute. E’ la macchina di McFly. Mentre i dati ne rappresentano il flusso canalizzatore. Un veicolo straordinario, di cui però l’elemento umano continua ad essere il pilota, l’uomo alla guida.

Ha aperto i lavori Francesca Critelli di Fiera Milano, perfetta padrona di casa e responsabile di tutta l’organizzazione (impeccabile!).

Insieme a Massimo Giordani, Presidente AISM – Associazione Italiana Sviluppo Marketing, abbiamo fatto un salto nel futuro, spingendoci fino al 2030, per capire come evolverà il marketing e la figura del CMO. Il punto centrale sul quale Massimo si è focalizzato si può riassumere nel ruolo che il marketer avrà nei prossimi anni. Una figura portatrice di grandi responsabilità che si caratterizzerà per essere:

  • architetto dell’esperienza personalizzata;
  • curatore di contenuti generati dall’AI;
  • guardiano dell’etica e della reputazione;
  • mediatore culturale globale;
  • analista strategico aumentato.
Massimo Giordani

Per Giordani il marketer sarà quindi una figura ibrida, tra umanista e tecnologo, tra scienziato del comportamento e regista delle emozioni.

Siamo tornati nel presente, per esplorare le nuove competenze richieste al Chief Marketing Officer. L’abbiamo fatto ascoltando Cristina Bambini (Dole), Guido Sciascia (Clementoni), Annalisa Ferri (Sammontana), Matteo Giannetti (Drink BOEM) e Martina Cerbone (Fratelli Branca Distillerie) per comprendere meglio come solo grazie alla sua visione a lungo termine ed alla sua forza innovativa il CMO può tracciare la rotta unendo mente umana ed intelligenza artificiale, creando le condizioni perfette per costruire un brand senza tempo. Particolarmente interessante la riflessione di Cerbone, secondo la quale, il CMO del futuro potrebbe essere una sorta di “mediatore linguistico” in grado di poter interagire tra linguaggio umano e linguaggio algoritmico.

Abbiamo poi affrontato il tema dell’overload informativo, legato all’incapacità di trasformare grandi volumi di dati in insight utili. Sono intervenuti Maria Teresa Squillaci (Fondazione Milano Cortina 2026), Domenico Dichiarante (Open Fiber), Laura Mirabella (Vision Distribution) e Simona Melani (Sony Pictures Entertainment). Dal dibattito è emerso in maniera chiara come il vero collo di bottiglia sta nell’incapacità di dare ai dati un significato strategico, di trasformarli facilmente in informazioni ed insights. Servono strumenti intelligenti, ma soprattutto marketer curiosi, capaci di porre domande non convenzionali. Solo così l’AI diventa alleato e non ostacolo.

Argomento della terza tavola rotonda è stata la Customer Experience, campo di battaglia delle emozioni. Sono intervenuti Isabella Maggi (Gattinoni Group), Benedetta De Michelis (B2You – Altroconsumo), Francesco Sodano (MediaWorld), Emanuele De Longhi (Samsung Electronics), Tommaso Vincenzetti (B&B Italia), Alberto Pacifici (Gruppo Dst). Insieme gli ospiti hanno concordato sul fatto che Customer Experience non è solo automatizzazione di processi, quanto creazione di esperienze che restano impresse nella mente dei clienti. L’AI deve diventare una lente per leggere meglio il cliente, non uno scudo dietro cui nascondersi. Il futuro appartiene ai brand che sapranno usare l’AI per emozionare e condividere valori, non solo per vendere.

E’ emerso, nel corso del dibattito, come l’AI applicata alla Customer Experience migliora:

  • Conoscenza del cliente (analisi dati)
  • Ottimizzazione dell’offerta (prezzi dinamici, gestione stock, previsione domanda)
  • Personalizzazione dell’offerta (raccomandazioni, up/cross selling, navigazione del sito)
  • Servizio clienti (chat bot, agenti)
  • Check out preventivo (mondo fisico negozio senza casse, mondo digitale agente algoritmico per acquisti)

Abbiamo poi fatto un viaggio strategico nella comunicazione integrata di marketing, con Alberto Chiapponi (Bolton Group), dove l’attenzione è l’unica moneta che conta. Ma è una moneta fragile, che si conquista con autenticità, fiducia, coerenza e narrazione. L’errore più grande è pensare che basta esserci. Occorre lasciare un segno. Ogni campagna è un viaggio nella mente del consumatore. L’obiettivo? Essere ricordati, e possibilmente, amati.

Infine abbiamo dato spazio alla Gen Z, con Marco Sbardella (Skuola.net). Una generazione che rappresenta il nostro specchio temporale. Come adulti e professionisti del marketing, abbiamo il dovere di ascoltarli, senza filtri, lasciando spazio a nuove forme di pensiero. Per farlo è necessario ripensare l’intero paradigma formativo delle nostre scuole ed università. Siamo stati abituati ad essere giudicati in base alle risposte corrette che davamo. Dovremmo forse iniziare a giudicare gli studenti in base alla capacità di porre le giuste domande all’AI?

E’ stato un viaggio affascinante, dal quale ho imparato molto. Spero che il pubblico abbia apprezzato. L’appuntamento è per il prossimo anno #CMOSummit2026!

WMF2025 a tutta AI!

Dal 4 al 6 giugno sarà WMF – We Make Future 2025! BolognaFiere si prepara ad ospitare la più grande fiera internazionale europea dedicata all’innovazione in ambito Intelligenza Artificiale, tecnologia e digitale. 

Moondo sarà media partner dell’evento ed io avrò il piacere di essere presente per raccontarvi tutte le novità e le curiosità di un evento imperdibile per professionisti, aziende, startup, investitori e appassionati di innovazione digitale.

Perché partecipare al WMF 2025?

  • Ampia offerta formativa: oltre 90 stage formativi con esperti italiani e internazionali su temi come AI, coding, social media, advertising, e-commerce, brand e molto altro. Un’occasione unica per aggiornarsi sulle ultime tendenze e sviluppare competenze fondamentali per il futuro digitale.
  • Area espositiva e networking: più di 600 espositori da tutto il mondo, con oltre 700 brand e startup presenti nel 2024, che offrono opportunità di business e collaborazioni grazie agli incontri B2B e agli spazi dedicati al networking.
  • WMF For AI: un focus speciale sull’intelligenza artificiale con l’AI Global Summit, l’AI Festival e la Startup call AI 4 Future, che promuovono lo sviluppo di soluzioni AI per un futuro sostenibile e inclusivo. Le migliori startup avranno accesso a spazi di eccellenza come il Tecnopolo di Bologna, sede del Supercomputer Leonardo.
  • Future Show: una vetrina delle tecnologie più futuristiche come robotica avanzata, AR/VR, mobilità innovativa, con dimostrazioni dal vivo di robot umanoidi, jet suit, robot quadrupedi e persino una band di robot riciclati.
  • Mainstage: palco principale con talk, panel, round table, presentazioni di prodotti innovativi e spettacoli live con artisti internazionali, per un mix di cultura, tecnologia e intrattenimento.
WMF2025

Cosa seguirò io?

Inutile che vi dica che la mia attenzione sarà focalizzata sulle innovazioni tecnologiche più futuristiche esibite durante il WMF – We Make Future 2025:

  • Intelligenza artificiale (AI) personalizzata e generativa: strumenti AI che personalizzano l’esperienza dei partecipanti, suggerendo contenuti e creando interazioni su misura, oltre a soluzioni AI integrate per assistenti virtuali, automazione e analisi dati in tempo reale.
  • Realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR): tecnologie immersive che sovrappongono contenuti digitali al mondo reale o creano ambienti virtuali completamente nuovi, offrendo esperienze coinvolgenti e interattive. Queste tecnologie stanno diventando sempre più leggere, potenti e accessibili, aprendo nuove possibilità in educazione, intrattenimento e comunicazione.
  • Robotica avanzata e robot umanoidi: dimostrazioni dal vivo di robot umanoidi, robot quadrupedi e robot riciclati che esibiscono capacità di interazione, movimento autonomo e funzioni innovative, rappresentando il futuro della robotica applicata a diversi settori.
  • Tecnologie futuristiche di mobilità e dispositivi indossabili: tra cui jet suit e braccialetti intelligenti che migliorano l’esperienza fisica e digitale degli utenti.

Perchè partecipare al WMF2025?

Il WMF è pensato per una vasta community globale che include professionisti AI & Digital-Tech, amministratori delegati, investitori, istituzioni, startup, ONP, creator, studenti e appassionati di tecnologia. Un’occasione imperdibile per entrare in contatto con l’ecosistema dell’innovazione digitale e partecipare attivamente al futuro della tecnologia.

Vi invito quindi a non perdere questa straordinaria occasione di crescita, formazione e networking al WMF 2025, dal 4 al 6 giugno a BolognaFiere, biglietti disponibili qui. Seguite Moondo per aggiornamenti e approfondimenti esclusivi direttamente dall’evento.

Vi aspettiamo al WMF, dove il futuro prende forma!

E-commerce, come evolve la SEO con l’AI

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui gli utenti interagiscono con i motori di ricerca e, di conseguenza, ridefinendo le strategie con cui gli E-commerce devono costruire la loro presenza online.

In un ecosistema dominato da risposte sintetizzate e percorsi d’acquisto sempre più fluidi, aggiornare la propria strategia SEO non è più un’opzione: è una necessità per restare competitivi. La SEO tradizionale, basata su keyword research e ottimizzazione on-page, da sola non basta più. Oggi i motori di ricerca, potenziati dall’AI, non si limitano a indicizzare i contenuti: li interpretano, li sintetizzano e li trasformano in risposte pronte per l’utente.

In questo nuovo scenario, essere trovati significa diventare la fonte primaria da cui l’AI attinge informazioni. Gli E-commerce devono quindi produrre contenuti pensati non solo per l’utente finale, ma anche per il modo in cui l’intelligenza artificiale legge, comprende e riorganizza i dati.

La trasformazione della ricerca: il valore delle intenzioni di ricerca

Se in passato la SEO si basava sulla gestione delle parole chiave, su una solida architettura tecnica e su contenuti ottimizzati, oggi questi elementi devono dialogare con nuove dinamiche di interpretazione semantica.

Strumenti come Google Search Generative Experience (SGE) e AI Overview stanno modificando la natura stessa della SERP: non più solo una lista di link, ma risposte intelligenti, costruite intorno alle reali intenzioni di ricerca.

Per gli E-commerce, questo significa creare contenuti in grado non solo di rispondere alle query, ma di inserirsi in conversazioni complesse e di intercettare i bisogni anche quelli non espressi dell’utente.

Tuttavia, l’innovazione non cancella i fondamenti: senza una solida base di ottimizzazione tecnica, un’architettura chiara contenuti strutturati, anche il miglior utilizzo dell’AI rischia di essere inefficace.

L’AI come acceleratore della produttività SEO

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi un alleato prezioso per rendere le strategie SEO più rapide e performanti. Automatizzare task ripetitivi — come l’aggiornamento delle descrizioni di prodotto, la categorizzazione degli articoli o la personalizzazione dei contenuti — consente agli E-commerce di reagire con maggiore velocità ai cambiamenti del mercato.

Ma non si tratta solo di efficienza: si tratta di tempestività. Riuscire a intercettare bisogni emergenti prima dei competitor può fare la differenza tra il successo e l’irrilevanza.

Naturalmente, l‘apporto tecnologico deve essere integrato con attenzione: qualità editoriale, coerenza nel tono di voce e fedeltà ai valori del brand restano elementi imprescindibili.

SEO tecnica: un pilastro fondamentale

Se l’AI cambia il modo di produrre e gestire i contenuti, nulla può sostituire l’importanza di una solida ottimizzazione tecnica.

Un sito E-commerce deve garantire un’infrastruttura impeccabilevelocità di caricamentomobile responsiveness, sicurezza HTTPS, gestione avanzata dei dati strutturati e dei Core Web Vitals. L’AI può supportare nell’analisi e nel definire l’ordine di priorità degli interventi, ma la realizzazione pratica richiede competenze specialistiche consolidate.

La sinergia tra innovazione tecnologica e basi SEO tradizionali è ciò che distingue un progetto capace di scalare i risultati dai tentativi destinati a fallire.

L’importanza di un approccio integrato

Affidarsi a un’Agenzia SEO capace di integrare competenze tradizionali e innovazione tecnologica, rappresenta oggi una scelta strategica fondamentale per gli E-commerce.

Una visione davvero integrata unisce: analisi dei datiprogettazione semantica dei contenutiottimizzazione tecnicacomprensione evoluta delle nuove logiche di ranking e utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo non è solo aumentare la visibilità organica, ma costruire contesti digitali efficienti, capaci di generare valore nel tempo.

Articolo scritto in collaborazione con Archetipo.

SEOZoom Day 9 maggio 2025: Napoli capitale della formazione digitale

Viviamo un tempo in cui essere curiosi è un atto rivoluzionario. La curiosità è ciò che ci salva dall’omologazione dell’algoritmo, ci spinge a porci domande, a metterci in discussione, a crescere. Quale migliore occasione per essere curiosi e trovare risposte se non partecipare al SEOZoom Day 2025, il prossimo 9 maggio a Napoli? Un evento da non perdere per chi vuole fare la differenza. Sarà la giornata perfetta per confrontarsi con i migliori professionisti del digitale, per tornare in ufficio con soluzioni pratiche da mettere in atto subito!

Questo è il vero significato di una formazione efficace: non solo dirti cosa fare, ma mostrarti come farlo. Il SEOZoom Day non è solo un evento dedicato a SEO, AI e Content Marketing. È un punto di incontro tra chi vive il digitale ogni giorno e chi desidera imparare a gestirlo, piuttosto che subirlo. Perché non basta essere presenti online: bisogna esserci in modo strategico, consapevole e distintivo.

Partecipare al SEOZoom Day significa vivere una giornata immersiva, evento ideale per imprenditori, startup, content creator, giornalisti, agenzie digitali e per chiunque abbia voglia di migliorarsi davvero, andando oltre le mode del momento e gli hype passeggeri.

SEOZoom Day Napoli

Il tema dell’intelligenza artificiale sarà centrale. In un mondo dove l’AI è sempre più presente nei processi aziendali, è fondamentale imparare a sfruttarla al meglio. Secondo McKinsey, solo il 21% delle aziende che hanno integrato strumenti di AI ha ottenuto benefici concreti. Il SEOZoom Day vuole colmare questo gap: fornire visione, formazione e strumenti per non commettere errori ed investire nel digitale in modo efficace.

E poi c’è Napoli, la mia seconda casa. Una città che non è solo location, ma esperienza. Tra una sessione formativa e un caso studio illuminante, avrete il tempo per perdervi nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, gustare una vera pizza napoletana o ammirare il Golfo dal lungomare. Perché formarsi, fare networking e crescere professionalmente non significa rinunciare alla bellezza e alla convivialità.

Chi lavora nel digitale non può più essere solo un tecnico o un esperto di tool. Deve essere un esploratore, un curioso, un innovatore capace di unire dati, tecnologia e umanità. Il SEOZoom Day 2025 è l’occasione perfetta per diventare tutto questo.

Segnatevi la data:
🗓 9 maggio 2025
📍 Palazzo Caracciolo, Napoli
🔗 Tutte le info su zoomday.it

Ci vediamo a Napoli!

Visite in calo sul sito web? Ecco cosa potrebbe essere successo

Può capitare che chi ha un sito web noti nel tempo insoliti cambiamenti nel traffico di utenti, sia singolarmente su ogni pagina che a livello globale. Il fenomeno riguarda moltissimi siti web e può essere spiegato tramite i cambiamenti, alcuni impercettibili, che stanno trasformando la rete in profondità.

Per gestire queste oscillazioni, bisogna, innanzitutto, analizzare lo stato del posizionamento del sito web, e poi valutare se sono presenti errori sul codice o eventuali altre problematiche che, di norma, incidono negativamente sul posizionamento.

In aggiunta, ci sarà da valutare un percorso di ottimizzazione che miri ad adeguare il sito web agli attuali standard di ricerca online, un mondo dove oltre ai soliti principali attori e concorrenti, è arrivata una grande novità: le AI generative.

Trattandosi di un quadro complesso e in via d’evoluzione, la miglior cosa da fare per non farsi trovare impreparati è contattare un consulente SEO fidato. Vediamo il perché.

Perché il traffico del sito sta diminuendo?

Ci sono diversi fattori che possono spiegare il calo delle visite su un sito web, e spesso si tratta di una combinazione di più elementi.

Uno dei motivi principali è l’evoluzione degli algoritmi di Google, che vengono costantemente aggiornati per migliorare la qualità dei risultati di ricerca. Se un sito non segue le nuove linee guida di posizionamento, potrebbe subire un downgrade nel ranking e perdere traffico.

Un altro fattore rilevante è il crescente utilizzo delle AI generative, che stanno cambiando il modo in cui gli utenti cercano informazioni online: esse forniscono risposte dirette alle domande degli utenti, riducendo la necessità di cliccare sui link dei siti web. Questo ha un impatto soprattutto sui siti che offrono contenuti informativi generici, meno distintivi rispetto ai risultati forniti dalle AI.

Inoltre, il calo del traffico potrebbe essere causato da problematiche tecniche del sito: errori nel codice, tempi di caricamento lenti o un’ottimizzazione mobile non adeguata possono penalizzare il posizionamento e scoraggiare gli utenti a navigare ulteriormente.

Come intervenire per migliorare il posizionamento?

La prima azione da compiere è un’analisi approfondita delle performance del sito. Google Search Console e Google Analytics, per citare gli strumenti di analisi più famosi, possono fornire dati essenziali su quali pagine stanno perdendo traffico, quali sono le parole chiave che non funzionano più e dove si verificano i problemi tecnici.

Una volta identificati i punti critici, si passa alla fase di intervento, che può includere il miglioramento dei contenuti, l’ottimizzazione delle parole chiave e l’aggiornamento della struttura del sito per renderlo più veloce e user-friendly. Se il calo di visite è legato alla competizione con le AI, potrebbe essere utile anche puntare su contenuti di nicchia, approfonditi e di alto valore, cosa che le intelligenze artificiali non sono ancora in grado di replicare con precisione.

L’importanza di una consulenza SEO professionale

Affrontare il calo di traffico senza una strategia può causare perdite di tempo e denaro, per cui vale la pena ingaggiare un consulente SEO.

Un professionista del settore è in grado di individuare con precisione le cause della perdita di visibilità e proporre strategie personalizzate per recuperare posizionamento e traffico.

È bene quindi agire tempestivamente, facendo affidamento sulla professionalità e sulle conoscenze di un esperto.

Articolo redatto in collaborazione con Laura Venturini.

Dopamina e dipendenza dai social media: come i “cuoricini” hackerano il nostro cervello!

Negli ultimi anni l’uso prolungato dei social media ha registrato una crescita esponenziale,
portando a preoccupazioni significative riguardo gli effetti sul comportamento delle nuove
generazioni e sulla salute mentale degli utenti iperconnessi. In questo articolo analizzeremo il ruolo della dopamina nella formazione di dipendenze comportamentali legate ai social media.

I social network sono diventati parte fondamentale della vita quotidiana, offrendo un accesso immediato ad interazioni sociali, informazioni e gratificazioni. Le piattaforme social come Instagram e TikTok sono strutturate per massimizzare il coinvolgimento, sfruttando il ciclo di ricompensa e motivazione del cervello.

Ma veniamo al dunque, cosa si intende per dopamina e perché sempre più spesso viene abbinata a comportamenti disfunzionali che si manifestano in Rete?

La dopamina è un neurotrasmettitore chiave nel controllo della ricompensa e della motivazione. Ogni volta che riceviamo uno stimolo positivo – come cibo, sesso o interazioni sociali – la dopamina viene rilasciata, rafforzando il comportamento che ha portato alla ricompensa. Nei social media, questo ciclo viene sfruttato attraverso segnali visivi e acustici come notifiche, “mi piace” e commenti, che agiscono come potenti rinforzi intermittenti, simili a quelli osservati nei modelli di dipendenza da gioco d’azzardo.

Alcuni studi scientifici affermano che il cervello degli adolescenti è particolarmente sensibile al rilascio di dopamina, poiché il sistema di ricompensa è iperattivo durante questa fase di sviluppo. Analizzando i comportamenti messi in atto in particolar modo dalla Generazione Z (ragazzi nati dal 1995 al 2010), notiamo sempre più spesso come i giovani sono più vulnerabili agli effetti gratificanti dei social media e più propensi a sviluppare comportamenti compulsivi. Inoltre, il bisogno di approvazione sociale e l’influenza dei pari, amplificano ulteriormente questa vulnerabilità.

L’iperconnessione costante sui social media è considerata una forma di dipendenza
comportamentale ed è caratterizzata da:

  1. Ricompensa Variabile: Gli algoritmi delle piattaforme social sono progettati per offrire
    ricompense casuali. Questo sistema intermittente è particolarmente efficace nel mantenere
    alta l’attenzione e nel promuovere l’uso compulsivo.
  2. Anticipazione della Ricompensa: Anche l’attesa di una possibile notifica o di
    un’interazione sociale gratificante è sufficiente per attivare il rilascio di dopamina. Questo
    porta ad un ciclo di controllo continuo dello smartphone, anche in assenza di nuove
    notifiche.
  3. Desensibilizzazione e Tolleranza: Con l’uso prolungato, il sistema dopaminergico diventa
    meno reattivo agli stimoli abituali, portando alla necessità di ricevere interazioni sociali più
    frequenti o intense per provare la stessa gratificazione.

L’esposizione continua agli stimoli social può innescare diverse problematiche psicologiche e
comportamentali come disturbi d’ansia, depressione e sindrome da FOMO (Fear of Missing
Out), ovvero quando la paura di perdere eventi o interazioni sociali stimola ulteriormente il bisogno di connessione continua, generando stress ed insoddisfazione. Un’altra problematica che troppo spesso si verifica in circostanze simili è la compromissione del sonno, generato dall’uso notturno dei social.

Possiamo dunque definire l’effetto dopamina come una forza potente che può trasformare
l’utilizzo eccessivo dei social media in una dipendenza comportamentale.

Mentre la tecnologia continuerà ad evolversi, il futuro della salute mentale dipenderà solo dalla nostra capacità di bilanciare l’uso dei social con una vita reale alimentata da interazioni offline e stimolata da attività ludico-creative.