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Analfabetismo digitale

L’ analfabetismo digitale rappresenta uno dei più grandi problemi della società in cui viviamo. Si fa riferimento al gap di nozioni possedute nel mondo di oggi.

Riguarda la capacità di saper utilizzare, comprendere ed analizzare criticamente gli strumenti ed i fenomeni digitali. Questo gap può essere rappresentato semplicemente facendo riferimento ad una qualità sempre più comune nella nostra società: l’analfabetismo digitale.

Analfabetismo digitale: cos’è?

Per analfabetismo digitale (o informatico) si intende l’incapacità delle persone di operare mediante un computer, di leggere, scrivere e reperire criticamente informazioni in Internet. Il grado di analfabetismo digitale può variare a seconda delle proprie caratteristiche socio-demografiche e di contesto rispetto al luogo in cui si vive.

Un analfabeta digitale non è solo chi non conosce la tecnologia, ma anche l’individuo che ignora la terminologia di settore. Essendo questa ampiamente utilizzata da tutti i mezzi di comunicazione di massa.

Un fattore che può aumentare l’analfabetismo informatico è la tecnofobia: ovvero la paura o il rifiuto irrazionale verso ogni dispositivo tecnologico.  

Per uno stesso individuo, l’analfabetismo informatico può essere soggetto anche ad un cambiamento temporale: ad esempio, una persona può diventare analfabeta informatico a causa del rapido e costante avanzamento della tecnologia, o degli usi legati ad essa.

L’analfabetismo digitale può non essere percepito come un problema immediato per la persona che non nutre alcun interesse verso le nuove tecnologie, che non si informa sui cambiamenti di trend su scala globale.

analfabetismo digitale
Photo credit: mohamed_hassan by pixabay

Tipologie di analfabeti digitali

Esistono varie tipologie di analfabetismo digitale:

  1. pieno o assoluto: c’è una mancanza di qualunque tipo di conoscenza nell’utilizzo del computer o dispositivi digitali;
  2. relativo o funzionale: si è in possesso delle sole conoscenze basilari (oppure con il tempo avviene una perdita di conoscenze.

Indicatori di analfabetismo

Esistono vari tipi di indicatori che vengono utilizzati per valutare il grado di analfabetismo informatico:

  • la percentuale della popolazione che naviga in Internet;
  • il luogo e la forma di accesso a Internet;
  • la frequenza dell’utilizzo della rete;
  • la percentuale di abitazioni con accesso alla rete;
  • il numero di accessi pubblici alla rete;
  • la velocità di connessione e servizi disponibili;
  • il costo dell’accesso ad internet (traffico dati);
  • il costo dei computer e dei dispositivi digitali in genere;
  • la percentuale di utenti con problemi di sicurezza informatica;
  • il numero di computer e/o dispositivi collegabili alla rete ogni 1000 abitanti;
  • la percentuale di studenti e laureati in carriere relative all’informatica ed alla tecnologia;

Lo stato dell’arte in Italia

Secondo il rapporto Istat del 2009, in Italia oltre un milione e settecentomila giovani (!) tra i 15 e i 29 anni non hanno mai utilizzato un PC negli ultimi dodici mesi. Come già accennato, le caratteristiche socio-demografiche (quindi le differenze culturali e geografiche) influenzano questo dato.

La percentuale è quasi doppia nell’Italia Meridionale rispetto a quella settentrionale. E circa quattro volte superiore tra i figli di operai, rispetto a chi ha genitori manager o professionisti.

La mancata disponibilità di un computer in casa e di linee di connessione a banda larga rappresentano ulteriori ostacoli. La scuola sembra non riuscire a contrastare l’analfabetismo digitale in quanto, sempre secondo l’Istat, tra i 6 e i 17 anni, solo 4 ragazzi su 10 utilizzano il pc a scuola.

Imprenditori ed Internet in Italia

Dati che cambiano notevolmente se analizziamo le connessioni da mobile (smartphone e tablet). Stando a quanto sostiene Marco Bentivogli de Il Sole 24Ore, il problema dell’analfabetismo digitale esiste ed è serio.Secondo Infocamere 2/3 delle imprese non sono su Internet e 4 imprenditori su 10 dicono che «Internet è inutile», in tempi di rinvio di fatturazioni elettroniche, l’analfabetismo digitale mi preoccupa di più della Gig economy”.

Dare spazio all’alfabetizzazione digitale permetterebbe – agli utenti – di comprendere e analizzare meglio i messaggi ed i contenuti mediatici.

Contribuirebbe, inoltre, a salvaguardare il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di comunicazione. Consentirebbe di esprimere opinioni diverse in rappresentanza di vari gruppi sociali. Favorirebbe lo sviluppo dei valori di tolleranza e di dialogo.

È importante imparare ad usare i dispositivi digitali (in particolare il computer) concentrandosi sui contenuti, sui bisogni delle persone e del territorio, sugli obiettivi di un progetto, di una comunità (scuola, turismo, sociale, attività produttive, arte, tempo libero, stranieri, giovani, anziani, associazioni ecc.).

Solo in questo modo l’informatica potrà diventare lo strumento per l’incontro e il confronto con il prossimo.

Bibliografia

La paura dei robot e dell’intelligenza artificiale: il cinema horror

La paura dei robot e dell’intelligenza artificiale è reale o solo immaginaria? E perchè il cinema se ne occupa?

Non sono l’unico forse che ricorda, con un sorriso un po’ nostalgico, le unghie incredibilmente lunghe di quel vampiro, figlio illegittimo del Dracula di Bram Stoker, noto ai più come Nosferatu.

Era il 1922 quando uscì nelle sale ed il cinema, che era da poco uscito dalle fiere e dai circhi, non aveva ancora finito di abbagliare il pubblico, proponendo la magia del movimento. Novità assoluta introdotta dai fratelli Lumière poco più di un ventennio prima. Vale la pena sottolineare che, un secolo fa, questo era un periodo piuttosto breve per la diffusione di una nuova tecnologia).

La prima fase del cinema horror: il mito Nosferatu

Ovviamente la scienza non aveva ancora portato alla luce fatti ormai divenuti di dominio comune, per cui la superstizione, il mito e la religione avevano ancora una spessa coltre di mistero a proteggerle, rendendole terreno più che fertile per storie in grado di far tremare le ginocchia. Anche a persone di una certa età.
Si racconta ad esempio che il celebre treno, ripreso frontalmente, proposto nel sopra citato primo film dei fratelli Lumière, fu sufficiente a svuotare la sala della proiezione, gettando tutti in preda al terrore!

Nosferatu
Nosferatu il vampiro è un film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 5 marzo 1922.

Che bei tempi devono esser stati per un regista! Quando quello che viene definito in gergo “patto narrativo” non doveva ancora combattere contro smartphone, wikipedia e quant’altro. 

Viene da chiedersi allora: cos’è successo? Quando è avvenuta la svolta che ha modificato così profondamente l’innato bisogno dell’essere umano di spaventarsi?

La lotta fra i grandi canali di comunicazione (cinema, radio e tv) ha ovviamente spinto la triade ad una progressione tecnica, che a sua volta ha anestetizzato gli spettatori. Rendendo loro necessario uno shock sempre maggiore per poter raggiungere quella condizione di “trance” che permette di percepire come reale ciò che viene proiettato sullo schermo. Ma è possibile distinguere tre fasi ben distinte, ben riflesse nel cinema horror. La prima è appunto quella del mito, rappresentata dal Nosferatu di Marnau.

La seconda fase del cinema horror: il terrore e Godzilla

Era il 1954 quando appare l’esponente del secondo momento dell’horror, Godzilla. Nasce in Giappone, 9 anni dopo la distruzione di Hiroshima e Nagasaki da parte degli americani, una ferita che non si rimarginerà mai più. Il trauma inflitto dalla tecnologia, incarnata dalla bomba nucleare, sarà così profondo da influenzare la poetica di un intero stato per settant’anni. E ancora oggi non sembra voler terminare.

Forse non tutti sapranno infatti che nelle prime versioni Godzilla è una mutazione genetica, frutto degli esperimenti nucleari che gli USA hanno (ed è storia vera) condotto per decenni nel Pacifico, non viene poi da stupirsi se le nuove versioni del film, di produzione stavolta Americana, abbiano tentato di deviare la trama dal tema centrale del film: il terrore suscitato dalla tecnologia atomica.

La terza fase del cinema horror: la paura del simile e gli zombie

Passano quattordici anni e, negli Stati Uniti, il regista G.A. Romero riesce a strappare il concetto di “zombie” dal caos di un esotismo confusionario.

Scavando nella storia dell’arte si può vedere come per “esotismo”, si intende quell’accozzaglia insensata di stili che di solito precede lo sfiorire di una corrente, in pratica un’esaurirsi dell’ispirazione. 

C’erano già stati altri film sul genere, ma erano sempre permeati di magia voodoo (pratica di magia nera Haitiana e Caraibica) e non avevano mai riscosso particolare interesse, rimanendo relegati nella categoria del “trash” (letteralmente “spazzatura”). 

Con Romero la paura reale e tangibile della società a lui contemporanea prende forma: i tuoi amici, la tua famiglia, i tuoi colleghi potrebbero essere INFETTI. Il solido gruppo di individui collaboranti chiamato società potrebbe morire, da un momento all’altro. Non solo lasciandoti solo, ma tornando a chiedere un tributo in carne umana.

Risulta palese come possa essere proprio questa la paura più grande di una società fondata sul gruppo di persone, il fatto che lo stesso gruppo possa rivelarsi ostile, violento, brutale.

Non stupisce neanche l’evoluzione che ha subito il “morto vivente”, né il fatto che il successo sia arrivato abbandonando ogni legame magico per uno scientifico. Lo “zombie” è finalmente lo specchio delle paure dell’occidente post bellico.

Zombie
La notte dei morti viventi è ritenuto un film di culto e ha lanciato nel cinema il tema dell’apocalisse zombi. Photo credit: Mediacritica.

Ovviamente col tempo le corrente si sono mescolate, divise e influenzate, generando miriadi di opere senza alcuna connessione geopolitica, se non un becero tentativo di imitazione.

La quarta fase del cinema horror: la paura dei robot e dell’Intelligenza Artificiale

Mi sembra personalmente evidente però l’apertura ad una nuova fase del cinema, horror e non, caratterizzata, come è stato per il Giappone degli anni ‘50, da una forte presenza tecnologica, una paura dei robot e dell’intelligenza artificiale.

Sono già a decine infatti le opera, anche solo cinematografiche, che riportano questo come tema principale, affrontato dalle prospettive più disparate:

  • “Her” relazione la macchina intelligente e l’essere umano, accompagnato dalla sua crescente solitudine;
  • “Matrix” ci proietta nella simulazione, vista come surrogato del mondo che l’uomo ha prosciugato;
  • “Tron”  offre la prospettiva inversa, mettendo il mondo virtuale sul piano di quello reale;
  • “Il tredicesimo piano” invita a rimettere tutto in discussione, a partire dal concetto di realtà;
  • “Ghost in the shell” ( e mi riferisco al capolavoro di animazione Giapponese del 1999) offre un mondo in cui gli esseri umani stanno scomparendo, sostituiti da versioni cyborg migliorate di sé stessi;
  • “Blade Runner” porta a chiedere, con grande freddezza, quale sia il confine oltre il quale l’intelligenza viene ritenuta vita.

Il cinema, come le altre arti, è in grado di riflettere ciò che una comunità spesso non è in grado di vedere in sé stessa. Così analizzandone le paure è possibile comprenderne le meccaniche basilari.

La domanda che sorge spontanea è: “Sarà quindi un caso che, insieme a questo ritorno del terrore tecnologico, dagli anni ‘80 ad oggi si sta facendo largo anche quel filone che vede come scenario una Terra desolata e sfinita dall’attività umana, noto come post-apocalittico?”

Pagamenti digitali: il futuro è senza banca e senza carte

Conti online gestiti da app, pagamenti digitali, ma soprattutto micropagamenti da smatrphone, una riflessione sulla rivoluzione digitale della valuta.

Nuovi conti correnti per Millennials e Nativi Digitali

Negli ultimi mesi navigando su internet, ho trovato ripetuti accenni a nuovi conti online con zero spese. Pensati per i giovani e completamente gestibili da app. Dopo un po’ di ricerca ho scoperto che senza dubbio le migliori offerte erano due. Una rappresentata da Hype (Banca Sella) e l’altra da N26 (banca autonoma completamente online senza sportelli fisici).

In prima analisi sono molte le cose che accomunano i due conti online:

  • attivabili gratuitamente entrambi;
  • sono conti correnti veri e propri con un codice IBAN assegnato;
  • è collegata una carta prepagata gratuita che viene consegnata per posta e che si attiva tramite una procedura in app.

Da subito è possibile notare come il digitale cerca di adattarsi a procedure macchinose, che fino a pochi anni fa venivano eseguite fisicamente.

Procedure semplificate grazie al digitale

Dopo aver scaricato l’app della banca (Hype o N26), il riconoscimento della persona adesso avviene attraverso un selfie. Non c’è necessità di fotocopie di documenti, ma semplici foto fatte dallo smartphone.

Basta poi riempire un modulo con le proprie generalità e l’attivazione è completata. Sarà poi un corriere a recapitare a casa del cliente una carta che, mai come oggi, sembra essere un mero dispositivo di accesso al mondo di internet.

Senza banca e senza carte: il futuro dei pagamenti digitali
Senza banca e senza carte: il futuro dei pagamenti digitali. Photo credit: Geralt by Pixabay

Andando più affondo nella navigazione delle due app, si scopre che l’internet banking si è evoluto, presentando nuove caratteristiche da piattaforma social.

Come è accaduto prima in altri ambiti del web, adesso i trasferimenti di denaro assomigliano più alla messaggistica istantanea che alla vecchia burocrazia. Usando semplicemente un contatto del proprio smartphone (o una mail) sarà possibile trasferire denaro in modo istantaneo ai propri amici. Facile come inviare un messaggio.

Certo un metodo “antico” concepito già da Elon Musk con PayPal, ma la tecnologia ha fatto passi da gigante ed i micro-pagamenti cashless diventano lo strumento della valuta del futuro.

Pagamenti digitali

A questo punto è bene citare una start up italiana che ha stravolto il mondo dei pagamenti digitali. Satispay  è un’app che consente di effettuare transazioni commerciali (o tra amici) senza nessun costo, da smartphone a smartphone. Come succede per WhatsApp o Messenger, ma invece di un messaggio si invia denaro.

Basta iscriversi e collegarsi ad un conto corrente dal quale poi viene caricato del credito sullo smartphone. A questo punto si può usare il servizio dell’app come una carta prepagata, ma senza i costi di transazione sotto i 10,00 €, e con tassi molto bassi per importi superiori.

Pagheremo il caffè con lo smartphone? I micropagamenti sono già realtà!

Finalmente i pagamenti cashless si insinuano nel quotidiano e permettono un salto in avanti nel futuro. Pagare un caffè richiederà l’uso di uno smartphone e l’accesso ad un portale.

Spesso le novità possono spaventare e sicuramente un mondo in cui tutti stanno sempre al cellulare può sembrare distopico anche a chi scrive. Ma la digitalizzazione selvaggia di questi ultimi venti anni sembra essere arrivata ad un picco di maturità ed efficacia.

Da una parte sono stati abbandonati prototipi che immergevano fisicamente l’essere umano nel digitale. Dall’altra si è affinata l’arte di sviluppo software che ha donato agli smartphone la capacità, ancora illimitata, di migliorare singole abitudini quotidiane di un gran numero di utenti. Semplificandole, velocizzandole e rendendole accessibili.

Breve storia della digitalizzazione: fra luci ed ombre

Con questo articolo sulla storia della digitalizzazione inauguriamo un nuovo Magazine, il decimo del network Moondo: Mondo Digitale. 

Consigli, tendenze e novità su hardware, software, applicativi ed applicazioni, gaming, cyber security, ricerca e tecnologia oltre alle news dai maggiori eventi di settore. Un ringraziamento doveroso ai 4 giovani collaboratori (avrete modo di conoscerli con i loro articoli) che hanno reso possibile questa nuova avventura. Dario Medori, Cris Skenderi, Simone Marziali e Claudio Di Giuseppe, in bocca al lupo ragazzi! Chi volesse aggiungersi al “gruppo dei coraggiosi” non deve far altro che scriverci: info@moondo.info

Logo Mondo Digitale

Partiamo con una breve storia della digitalizzazione, per inquadrare il presente, e tracciare il futuro.

Breve storia della digitalizzazione: quale mondo viviamo?

Ogni tempo ha ed ha avuto le sue mode, le sue passioni  trainanti che hanno dato, in positivo ed in negativo, forma al tempo stesso. 

Si può dire, rubando un termine dalla filosofia dell’ottocento, che siano proprio le mode a cogliere ed interpretare lo “Zeitgeist”, lo spirito del tempo. Quella propensione verso un modo di fare e di pensare tanto distintivo e spontaneo da divenire spesso l’elemento più propriamente caratteristico di un’epoca.

Ad esempio nel 1700 era l’uomo come animale razionale la spinta che diede vita all’Illuminismo. Nel 1900 era l’uomo come mezzo di lavoro, ed il mondo come risorsa, ad avviare la rivoluzione industriale che ha poi definito il secolo intero ed oltre.

Oggi invece, all’interno di quale visione del mondo ci troviamo? Quale spinta ci guiderà verso la prossima soglia dell’essere umano?

Quando inizia il “mondo digitale”?

Non è mai semplice tentare di comprendere qualcosa standovi all’interno. Tanto meno lo è comprendere il tempo all’interno del quale si vive. Ma alcuni elementi permettono di non avere dubbi riguardo il grande cambiamento di fronte al quale ci troviamo. Cambiamento del quale si può segnare una data di inizio ben precisa: 1969.

Questo infatti è l’anno di nascita di internet. Al tempo si chiamava Arpanet ed era un progetto di scambio messaggi fra sedi universitarie, per facilitare e velocizzare i lavori di ricerca.

matrix mondo digitale

Da questo punto l’evoluzione è stata rapida e inesorabile. Sviluppato come tecnologia militare, Internet rimane un concetto di nicchia fino agli anni ‘80, durante i quali inizia la sua evoluzione come piattaforma pubblica. Tutto inizia a passare su internet, dai messaggi privati agli acquisti.

Da accessorio la Rete diviene indispensabile. Da li a poco infatti i computer connessi passeranno da 10 milioni nel 1996 a 600 milioni nel 2006, fino ad arrivare agli oltre 3 miliardi attuali.

Risulta quindi lampante il ruolo che la connettività abbia assunto nel nostro secolo. Internet incarna lo spirito del tempo, ospitando e connettendo le innumerevoli sottoculture che hanno proliferato da quel lontano 1969 all’ombra del “World Wide”. Ma è altrettanto giusto dire che internet è il frutto dello spirito che è maturato attraverso la metà del ‘900 fino ad oggi. E sicuramente anche oltre.

Cos’è la digitalizzazione?

Oggi questa tendenza alla digitalizzazione, a convertire in codice e quindi computerizzare ogni singola attività dell’essere umano, non si limita più ad accorciare tempi e distanze, come poteva essere nell’ormai lontano 1969. Ma proietta invece l’immaginario collettivo oltre il super uomo. Oltre l’uomo macchina, verso un essere umano che vuole astrarsi dal suo stesso corpo. 

Invito i lettori a scoprire il lavoro di Stelarc, l’artista che si è fatto impiantare un terzo orecchio sul braccio, in grado di registrate i suoi intorno a lui e riversarli su un hard disk remotato, sfruttando connessioni wifi e microbatterie.

O quello dello scienziato Randal Koene, convinto che la possibilità di fare un backup di sè stessi su internet non solo sia possibile e prossima, ma che sia anche giusta e doverosa.

Oltre agli innumerevoli studi, fra i quali anche quello del colosso Google, che mirano alla creazione di un’intelligenza artificiale comparabile, se non superiore, a quella umana.

mondo digitale Stelarc
Stelarc: Ear on Arm Surgery. Photo credit: stelarc.org

Progresso e tecnologia più veloci della coscienza

Ci andiamo approcciando con grande scioltezza al periodo di maggiore cambiamento che l’uomo abbia mai visto. Cambiamento reso possibile dalla tecnologia, in particolare dall’invenzione di Internet, che per la prima volta ha reso l’uomo “ubiquo”, capace cioè di trovarsi in più luoghi allo stesso tempo.

La possibilità di essere in qualche modo sempre connessi, sempre visibili, rassicura gli utenti. Placando quello smarrimento che ha lasciato l’era post industriale, rendendo però sempre più evidente quello che il filosofo Gunther Anders chiamava “divario Prometeico”, cioè la distanza che separa la capacità di produzione tecnica da quella immaginativa dell’uomo.

Un modo per dire che siamo in grado di produrre, fare e distruggere in una proporzione molto maggiore rispetto a quella che siamo in grado di immaginare.

Non a caso quindi lavori di “intrattenimento” come Matrix, Tron o banalmente Godzilla hanno dominato sia gli schermi che gli immaginari degli utenti.

Questa è l’era del digitale, un tempo in cui la tecnica è in grado di operare su scale che le persone non sono nemmeno in grado di immaginare. L’arte in tutto questo tenta di colmare il divario proponendo, in una successione sempre più rapida, versioni distopiche o utopiche del nostro stesso tempo.

Questa è l’era in cui il progresso e la tecnica avanzano ad un ritmo esponenziale e vertiginoso. La coscienza rincorre, faticando a mantenere il passo.

Guida per creare un sito web valido e sicuro

Se stai pensando di creare un sito internet e condividere le tue idee imprenditoriali sul web allora hai bisogno di fare chiarezza su alcuni punti fondamentali che ti permetteranno di creare un sito web in piena sicurezza, anche se non hai alcuna conoscenza dei linguaggi di programmazione. Quando si desidera aprire un nuovo sito, il primo passo fondamentale da effettuare è quello di scegliere il nome che dovrà essere identificativo e quindi comprare il dominio Web. Dato che il nome di dominio giusto può aprirti la via per il successo, non è il caso di prendere decisioni sbagliate!

Il passo successivo è quello di scegliere un hosting, scelta importante che va presa con cura dal momento in cui il servizio di hosting andrà a rappresentare la struttura di base del tuo sito web. Il tuo spazio Web sarà ospitato all’interno di un server e, di conseguenza, l’acquisto di un hosting è indispensabile per avere un sito Internet.

Cos’è il Certificato SSL?

Passiamo adesso al certificato SSL che probabilmente avrai sentito nominare ma non hai idea di cosa si tratti realmente. I certificati SSL (Secure Sockets Layer) garantiscono che le informazioni sensibili fornite dagli utenti sul web, come password, dati personali e numeri di carte di credito, rimangano riservate e non vengano in alcun modo intercettate da terze parti. Questo avviene grazie a una comunicazione criptata tra il visitatore del tuo sito e il server web. Pensa a un SSL come se fosse una cassetta di sicurezza che custodisce i beni preziosi (in questo caso le info dell’utente) del visitatore che viaggia nel web fino ad arrivare a te.

Perché è necessario utilizzare un certificato digitale? Oltre a migliorare la sicurezza del tuo sito, otterrai notevoli benefici sul posizionamento poiché Google premia siti sicuri.

Guida per creare un sito web valido e sicuro
Guida per creare un sito web valido e sicuro

Un certificato SSL contiene le seguenti informazioni:

  • Il nome del proprietario del certificato
  • Il numero seriale e la data di scadenza del certificato
  • Una copia della chiave pubblica del proprietario del certificato
  • La firma digitale dell’authority che distribuisce il certificato

Quando navighiamo con una connessione che si basa su protocolli SSL lo capiamo già dall’indirizzo sulla barra di navigazione, dove vedremo un lucchetto e anziché http:// troveremo https:// proprio per specificare che si sta effettuando una connessione sicura che fa uso di certificati SSL .

Come creare un sito web valido e sicuro? Scegli GoDaddy

Se i passaggi che abbiamo appena elencato possono sembrarti complicati è bene conoscere GoDaddy: con più di 78 milioni di domini in gestione, GoDaddy è il register che ha più esperienza di chiunque altro. Potrai scegliere il dominio giusto con un hosting sicuro. Inoltre, come per tutti i maggiori servizi di hosting a pagamento, offre anche caratteristiche aggiuntive avanzate come per esempio il certificato SSL. Quando sarai pronto a mettere al sicuro il tuo sito internet, dai uno sguardo ai certificato SSL disponibili su GoDaddy (ad link).

Se stai pensando di creare un sito web, GoDaddy è il posto giusto per dare un nome alle proprie idee, creare un sito web professionale, attrarre clienti e gestire il proprio lavoro, bastano pochi clic!

“The Go” il nuovo logo di GoDaddy

A conferma del grande supporto e dell’impegno verso gli imprenditori, l’azienda ha presentato il nuovo logo GoDaddy, battezzato “the GO”  in cui le lettere G e O si intrecciano quasi a formare un cuore. L’intento è quello di potenziare e sostenere milioni di persone in tutto il mondo che si stanno facendo strada nell’imprenditoria. Cosa aspetti? Per creare il un sito web, scopri i servizi offerti da GoDaddy e in pochi clic darai il via al tuo successo sul web!

Hosting GoDaddy: come trasformare un’idea di business in realtà

Con ben 78 milioni di domini in gestione, GoDaddy è il più importante ed affidabile register al mondo che, grazie alla sua esperienza pluriennale è in grado di affiancare piccoli e grandi imprenditori che vogliono trasformare la propria idea di business in realtà, attraverso un sito web. E’ estremamente importante avere un ottimo spazio web dove poggiare il proprio sito. E’ dunque fondamentale scegliere un hosting sicuro e di alto livello evitando così di compromettere il risultato. GoDaddy è il posto giusto per dare un nome alle proprie idee, creare un sito web professionale in modo facile e veloce, attrarre clienti e promuovere la propria impresa online.

hosting godaddy
Hosting GoDaddy: come trasformare un’idea di business in realtà

Ma cos’è un hosting?

L’hosting è il servizio che consente di archiviare i file ed il database che compongono le pagine del sito e renderle disponibili su internet. Lo spazio che si acquista con un hosting si trova su un server, ovvero, la macchina che consente di mantenere il materiale in archivio raggiungibile da un browser. Spesso chi decide di creare un blog o un sito web professionale non conosce la differenza tra dominio e hosting, elementi entrambe fondamentali per la realizzazione di una pagina web.

Spiegato in modo semplice, il dominio è l’indirizzo che digitiamo sul browser per raggiungere un sito. Esso deve essere rappresentativo e deve consentire di identificare il tipo di attività. L’Hosting, invece è la casa del progetto in cui vengono inseriti i documenti, foto e tutti i contenuti che forniscono le risposte al pubblico. Infatti, quando un utente effettua una ricerca, cliccando sul risultato interpella le directory del web hosting. La qualità di un hosting permette di ottimizzare i tempi di caricamento della pagina web.

Cosa offre GoDaddy?

Tra le varie aziende che offrono servizi di hosting, GoDaddy è certamente la più famosa e riconosciuta a livello globale, scelta da chiunque voglia costruire un sito web. In pochi minuti è possibile infatti registrare un dominio e acquistare il servizio di hosting (ad link) relativo. Dopo la registrazione, basteranno pochi clic per installare applicazioni e CMS come WordPress ma non solo. E’ importante sapere che ogni piano di hosting offre un’assistenza dedicata, monitoraggio della sicurezza, protezione da attacchi hacker, accesso al cPanel e molto altro.

“The GO” il nuovo logo di GoDaddy

Per trasmettere il suo impegno verso gli imprenditori di tutti i giorni, GoDaddy ha lanciato il suo nuovo logo “The GO” in cui le lettere G e O si intrecciano quasi a formare un cuore.

L’azienda statunitense afferma che il logo è la rappresentazione visuale dello spirito imprenditoriale. Mentre la parola “GO” indica il primo o il prossimo passo nel settore dell’imprenditoria. Cameron Scott, Chief Brand Officer di GoDaddy, ha dichiarato che «il nuovo logo vuole lanciare un incoraggiamento alla community imprenditoriale, dimostrando che è possibile fare ciò che si ama e avere successo facendo leva sulle proprie risorse».

Leggi anche “C’è qualcosa di nuovo oggi nella tecnologia, anzi d’antico

Promozione Linkem Office, un’imperdibile offerta per aziende e partite IVA

Sotto il periodo di feste e di regali perché non fare un regalo anche a noi stessi? Proprio per queste festività natalizie, fino al 7 gennaio 2020, Linkem ha lanciato la promozione Linkem Office (ad link) pensata appositamente per tutti coloro che hanno partita IVA o hanno avviato un’attività commerciale.

Promozione Linkem a 19,90€ per aziende e professionisti

Sappiamo bene quanto sia importante al giorno d’oggi un’ottima connessione internet, senza la quale il nostro business faticherebbe a decollare e quindi anche la nostra impresa sarà destinata al fallimento. Lo sanno bene coloro che si trovano in zone difficilmente raggiungibili da linee internet, un problema al quale Linkem ha trovato la soluzione!

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Linkem Office

Un’occasione da non perde per navigare senza fili, senza linea fissa e senza limiti, con la possibilità di scegliere anche l’opzione traffico voce nazionale illimitato. Il pacchetto include l’apparato di connessione, l’installazione gratuita, un router Wi-Fi, un IP pubblico statico. Si garantiscono tempi di attivazione rapidi e un’assistenza professionale sempre disponibili per tutti i clienti.

Un’offerta vantaggiosa per aziende, imprese e professionisti con partita IVA che potranno affidarsi a Linkem, leader nel settore delle telecomunicazioni, specializzata nella connessione a banda larga in modalità wireless. Dal 2001 la società opera in tutte le regioni italiane garantendo l’accesso ad internet a famiglie e aziende a prezzi vantaggiosi, anche in zone in cui i tradizionali operatori non riescono ad arrivare. Affrettati, hai fino al 7 gennaio per approfittare di questa imperdibile promozione Linkem!

Leggi anche:

Scopri la Super Promo Linkem: Internet veloce senza linea fissa!

Vivi in una zona in cui la connessione via cavo tipica dell’ADSL e della fibra ottica non è ancora giunta? Oppure hai bisogno di una connessione internet a casa ma non hai il telefono fisso? Una delle migliori soluzioni per avere internet a casa o in ufficio è scegliere la tecnologia radio. Non disperare, ci pensa Linkem!

Linkem: internet alla portata di tutti

Alzi la mano chi riesce oggigiorno a stare in casa o lavorare in ufficio senza tecnologia! Ormai la maggior parte della popolazione è inseparabile dal proprio smartphone o dal proprio PC con cui si connette abitualmente al web, controlla le mail e i social network con cui condivide foto e pensieri. Non parliamo soltanto di utenti consumer, ma anche di professionisti il cui lavoro richiede una buona connessione internet. Molte persone però si trovano a dover fare i conti con la scarsa connessione ADSL presente, e della fibra ottica neppure a parlarne. Prima di cadere nella disperazione totale, diamo uno sguardo a Linkem, l’operatore di telecomunicazioni leader in Italia nel settore della banda larga wireless.

Linkem è una rete alternativa alle tradizionali reti di telecomunicazioni perché porta internet direttamente a casa del cliente senza bisogno di attivare la linea fissa, anche dove non arrivano i tradizionali operatori.

Presente in tutte le regioni italiane con una rete interamente di sua proprietà con cui copre circa il 65% della popolazione, offre un servizio di connessione internet senza fili, senza linea fissa, senza barriere e senza ostacoli in modo che tutti noi possiamo godere di un’interazione semplice e alla portata di tutti.

Linkem utilizza da sempre tecnologie wireless: dopo aver introdotto nel mercato italiano la tecnologia Wi-Fi, ed essersi imposta negli ultimi anni come l’operatore leader nel settore Wi-MAX, oggi introduce lo standard di ultima generazione LTE, per garantire una velocità di accesso ad internet sempre più elevata.

Scopri la Super Promo Linkem!

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Tra le varie offerte che Linkem propone al cliente, puntiamo la nostra attenzione sulla SUPER PROMO Linkem!

Tutti i clienti che attivano l’offerta in abbonamento entro il 29 Ottobre possono usufruire di Internet veloce Senza Limiti e Senza Linea Fissa, al prezzo mensile agevolato di soli 19,90€ al mese anziché 24,90€ per un intero anno!

Cosa prevede l’offerta?

  • L’offerta Super Promo Linkem prevede quindi di navigare senza limiti e senza linea fissa all’incredibile prezzo di € 19.90 al mese per i primi 12 mesi.
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Insomma, con Linkem connettersi è più conveniente che mai!

Periodo di validità dell’offerta: dal 3/09 al 29/10.

Che aspetti? Passa a Linkem!

Hai deciso di cambiare operatore e passare a Linkem? Puoi farlo in qualsiasi momento. Verifica la velocità della tua connessione e controlla se il tuo attuale contratto internet prevede dei costi di disattivazione. Controlla anche se hai il modem in comodato d’uso: se così fosse, dovrai restituirlo.