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Ragioni da giovane o da vecchio? Ecco come utilizzerai l’intelligenza artificiale

Ok, vai in palestra e sei in perfetta forma fisica. Facile che ti “aiuti” pure con qualche ritocco estetico e sembri un(a) ventenne. Complimenti!

Il fatto è che non mi interessa (in questo contesto 😁) nè la tua età anagrafica, tantomeno quella che dimostri esteticamente. In questo articolo vorrei ragionare sulla tua età cerebrale (esite? boh… ma a me interessa quella).

Conosco tanti giovani che sono già vecchi ed altrettanti “vecchietti” che sono più giovani di un ventenne.

L’amico Alberto Pasquini ha creato addirittura un club per tutte le persone “senza età anagrafica, ma che condividono determinati valori” e l’ha chiamato Perennial Social Club.

Ragionavo su questi concetti ieri, stimolato dalla partecipazione ad un interessante webinar ad ora di pranzo con Giulia Bezzi e Sebastiano Zanolli.

Cosa differenzia un vecchio da un giovane?

Questa è la vera domanda.

Come riconosco un vecchio da un giovane? La risposta, secondo me, è DAL SUO CERVELLO. O meglio, dal suo modo di ragionare.

Se parli con una persona che inizia (e spesso finisce pure) ogni frase con IO, IO, IO… allora hai davanti un “vecchio”. Gli individualisti sono vecchi, chi non ha empatia è vecchio, chi non vuole condividere la sua conoscenza ma solo imporre la propria visione è vecchio. Chi non ascolta, pensa di essere indispensabile, crede che le nuove generazioni siano peggio della sua, dice “era meglio quando…”, o l’inascoltabile “abbiamo sempre fatto così”, è vecchio!

Ma soprattutto riconosci chi è mentalmente vecchio (anzi stravecchio, come il famoso brandy) quando ti trovi di fronte una persona che non pone domande, ma da solo risposte.

Intelligenza artificiale

Ed ora arriviamo al punto. L’intelligenza artificiale dimostra quotidianamente di rispondere (sempre meglio) alle nostre domande, di imparare dai dati, di poter assistere molti professionisti nel lavoro “intellettivo”.

L’avvento ed il dilagare di strumenti di intelligenza artificiale segna il capolinea per tutti i “vecchi inside”.

Mi spiace dirvelo, da qui in avanti assisteremo alla rivincita dei cervelli giovani.

Gente che crede nell’empatia, che investe tempo nelle relazioni personali (e professionali) nella convinzione che da soli non si va più da nessuna parte. Che antempone il dubbio alle certezze, che è curiosa di conoscere, che non pensa di avere la risposta ad ogni quesito, ma è sicura di saper porre la giusta domanda.

Ed eccoci ad un ulteriore passaggio: saper porre la giusta domanda agli strumenti di intelligenza artificiale sarà una delle skills più ricercate nel futuro mercato del lavoro.

Intelligenza artificiale e cervello umano: giovani e vecchi

Il “prompt engineering” si riferisce proprio a questa particolare capacità di creare prompt (comandi o istruzioni) efficaci per interagire con i modelli di intelligenza artificiale, specialmente quelli basati su linguaggio (es. GPT-4). L’obiettivo è formulare il prompt in modo che il modello capisca la richiesta dell’utente e produca una risposta accurata, pertinente e utile. Può includere la scelta delle parole giuste, la strutturazione della domanda in un certo modo, e l’aggiunta di contesto specifico quando necessario.

Ma per porre le giuste domande bisogna conoscer affondo l’argomento. C’hai mai pensato? Ecco perchè l’intelligenza artificiale non è un pericolo per i professionisti seri, preparati, che non smettono di studiare ed approfondire.

Per chi è curioso di sapere, capire, conoscere, l’IA è solo uno strumento di potenziamento delle proprie capacità intellettive, un’estensione del cervello.

Ma per poter funzionare al massimo l’IA ha bisogno di un cervello “giovane”.

Sempre che non spunti fuori qualche vecchio… IO, IO, IO… pronto e sicuro di saperne più dell’intelligenza artificiale.

P.S.

Se vuoi conoscere da vicino le potenzialità dell’intelligenza artificiale e come sta cambiando le nostre vite ti segnalo AIFestival, 14 e 15 febbraio 2024 | Allianz MiCo, Milano. Io ci sarò!

Fake News batte Verità 6 a 1

La comunicazione va oltre il semplice esprimere i propri pensieri. Una bugia ha già fatto il giro del mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.

Questa è un’amara verità proveniente dalle parole di Mark Twain. La fake news sono un enorme problema culturale.
Una ricerca del Mit ha riscontrato che una fake news ha circa il 70% di probabilità di essere condivisa in rete mentre una notizia vera impiega circa 6 volte in più di tempo per raggiungere un buon bacino di utenti.

Il vero inganno dietro a queste notizie è la loro componente di forte credibilità, è facile lasciarsi ingannare, è facile se si è distratti soprattutto, prendere per reale una notizia e condividerla e non rendersi conto di aver invece contribuito a far circolare una notizia falsa.
Inutile dire che, ammettere di aver fatto una ca\*\*ata è il primo passo per evitare di far circolare una fake news, ma il problema di fondo è proprio la matrice culturale di questo fenomeno: siamo più propensi a credere a notizie false anziché credere alla verità.

È molto più facile ingannare la gente, che convincerla che è stata ingannata, diceva sempre il buon vecchio Mark 😉

“Non lo so”: Umanità vs Intelligenza Artificiale

In un’epoca caratterizzata da un’incessante sovrabbondanza d’informazioni, la frase “Non lo so” sta diventando sempre più rara, eppure sempre più preziosa. Internet ed i social media hanno trasformato il modo in cui interagiamo con la conoscenza, offrendoci un palcoscenico globale dove ognuno può esprimere opinioni su qualunque argomento. La necessità di apparire sempre informati è una pressione che cresce di giorno in giorno.

L’Era dei “Tuttologi” e l’impatto dei social media

L’era digitale ha dato vita alla figura del “Tuttologo”, un individuo che si sente costantemente obbligato ad esprimere pareri su argomenti di cui spesso ha una conoscenza superficiale. La velocità e la facilità con cui le informazioni vengono condivise sui social media hanno contribuito ad una diluizione della qualità del discorso pubblico.

In questo contesto, ammettere di non sapere qualcosa è diventato quasi un tabù, un segno di debolezza, in una società che premia la conoscenza e l’accesso immediato all’informazione.

Il ruolo delle Intelligenze Artificiali

Con l’avvento delle intelligenze artificiali (come ChatGPT) abbiamo assistito ad un cambiamento nel modo in cui accediamo e gestiamo le informazioni. Questi strumenti sono progettati per fornire risposte immediate, ma possono anche offrire risposte imprecise o fuorvianti, quando un argomento esula dalla loro conoscenza.

Questo solleva un interrogativo importante: possiamo considerare la capacità di un’IA di ammettere i propri limiti come un segno di avanzamento tecnologico e responsabilità etica?

Il valore dell’ammissione dell’ignoranza

Nel contesto attuale, un semplice “Non lo so” può essere un atto di umiltà ed onestà intellettuale. Ammettere di non sapere qualcosa è fondamentale per l’apprendimento e la crescita personale. Contrariamente a quanto si tende a credere, il riconoscere dei propri limiti è il primo passo verso un autentico approfondimento de un dialogo costruttivo. L’ammissione dell’ignoranza diventa quindi un antidoto contro l’arroganza intellettuale e promuove un approccio più riflessivo e ponderato alla conoscenza.

La distinzione tra umano ed algoritmico

L’era dell’informazione ha reso la quantità di dati disponibili ben oltre la capacità umana di assimilazione. In questo scenario, riconoscere e accettare i propri limiti potrebbe presto diventare un tratto distintivo dell’essere umano, contrapponendosi alle macchine. Potrebbe segnare un cambiamento culturale verso un maggiore apprezzamento della nostra diversità rispetto alle intelligenze artificiali.

“Non lo so” è più che un semplice riconoscimento d’ignoranza; è un invito ad un approccio più consapevole e riflessivo alla conoscenza umana. Valorizzare l’ammissione della propria mancanza di conoscenza approfondita di un argomento può essere la chiave per migliorare il rapporto con gli altri, per ricucire legami personali e professionali e per una comprensione più profonda e genuina del mondo che ci circonda. Ammettere di non sapere potrebbe renderci più umani.

Perché scegliere Linux: vantaggi e svantaggi

Linux, Sistema Operativo Open-Source che negli ultimi anni sta diventando sempre più gettonato tra gli utenti ed imprese. Allo stesso tempo, però, ci si domanda quali sono i suoi pregi e difetti, i quali andremo ad esplorare insieme all’interno di questo articolo.

I vantaggi di Linux

Sicurezza e Stabilità

Linux è rinomato per la sua estrema sicurezza e stabilità. Grazie alla sua natura open-source, dietro ad essa c’è una vastissima comunità di Utenti e Sviluppatori, sia su Github che su altri siti, che collaborano costantemente per rafforzare la sicurezza del sistema. Infatti alla prima segnalazione di bug, virus o problemi di sicurezza, la comunità può immediatamente lavorarci sopra e pubblicare con accesso immediato a Tutti l’aggiornamento o la patch.
Bisogna ricordare che Linux non è un sistema operativo di sé, bensì è il Kernel, ovvero il cuore pulsante dei Sistemi Operativi basati su di esso. Questi sono chiamati distro(Distribuzione di Linux), le quali sono presenti e rilasciate in grande numero ed ognuna di esse offre varie funzioni sulla sicurezza e stabilità. Sono consigliate distro come ArchLinux oppure Debian per ambienti che richiedono alta affidabilità. Inoltre, tutte le distro di linux sono meno soggette a virus rispetto ad altri sistemi operativi come Windows.

Personalizzazione e Controllo

Un altro grande vantaggio di Linux è la sua personalizzazione e controllo. Gli utenti possono modificare ogni singolo aspetto del sistema operativo e sentirsi padroni di esso: da interfacce utente a funzionalità di base fino alla possibilità di modificare il Kernel stesso e personalizzarlo a proprio piacimento, rendendolo ideale per chi cerca il controllo assoluto sul proprio ambiente informatico. Questa flessibilità gli permette di essere adatto sia per utenti alle prime armi che per esperti del settore IT. Il tutto è facilitato dalle varie distro ben distinte tra loro per quanto riguarda la complicatezza. Sono consigliate, per iniziare, distro come Ubuntu e Mint.

Costo e Supporto alla Comunità

Altro vantaggio di Linux è la sua gratuità che lo rende accessibile a chiunque. Questo aspetto chiave va ad abbattere considerevolmente i costi dei computer(Una licenza di windows può costare anche 145€) favorendo di gran lunga le aziende. Inoltre, l’enorme comunità di supporto di Linux offre una vasta gamma di risorse, forum online dedicati alle varie distro o manuali dettagliati, facilitando l’apprendimento e la risoluzione dei problemi.

I love Linux

Svantaggi di Linux

Curva di Apprendimento

Per gli utenti abituati a sistemi operativi come Windows e macOS, la curva di apprendimento di Linux può essere più rapida o meno.
Sebbene la maggior parte delle distro siano user-friendly con interfacce intuitive, moltissime operazioni richiedono conoscenze tecniche più avanzate. Ciò a causa del frequentissimo utilizzo della Console che molto spesso richiede di imparare a memoria comandi, anche molto complicati. La versatilità stessa nella personalizzazione è un’arma a doppio taglio: basterebbe un solo errore o comando errato per mandare tutto il sistema KO.

Compatibilità con il Software

Un altro svantaggio di Linux è la sua compatibilità limitata con alcuni software, videogiochi e driver. Per i primi esistono tante alternative open-source, però alcuni programmi specifici per Windows o macOS potrebbero non essere compatibili con Linux o richiedere soluzioni di emulazione o virtualizzazione, che possono essere complesse da configurare.
Molti videogiochi sono scritti per essere girati su Windows, ma di recente sono stati migliorati software basati su Wine, come Proton. Questi software di compatibilità servono per far girare giochi e programmi anche su Linux con performance gradevoli.
Ed infine, i produttori come Intel, AMD e Nvidia non rilasciano loro stessi i driver per l’hardware e molto spesso è la comunità di Linux che li scrive e li rilascia. Anche se a volte questo può comportare problemi di compatibilità e di stabilità.

Supporto Hardware Limitato

Come detto prima, alcuni hardware non sono proprio supportati da Linux o lo sono in modo limitato. Talvolta, però, i produttori rilasciano delle patch solo per Distro specifiche(Spesso quelle più famose) lasciando vasta parte della comunità senza aggiornamenti per l’hardware, dovendosi affidare a sviluppatori terzi, i quali sono limitati dal tempo di rilascio e con un riscontro maggiore di bug e problemi nelle perfomance. Ma se i driver di quest’ultimi sono fatti bene, le performance possono essere anche migliori rispetto ad altri sistemi operativi come Windows.

Conclusione

Linux offre numerosi vantaggi, come sicurezza, personalizzazione e costi ridotti, ma presenta anche alcune sfide, come una curva di apprendimento più ripida e limitazioni in termini di compatibilità software e hardware. La scelta dipende dalle esigenze specifiche dell’utente e dalla sua disponibilità a imparare e ad adattarsi a un nuovo sistema operativo.

Autori: Thomas Ye, Alessio Anzellini, Federico Febbi, Alessio Minella – IIS Midossi – Civita Castellana

Bologna Tech Week: tutto su IA, Social e Search

Seconda giornata del Bologna Tech Week (dal 4 al 7 dicembre), con Bologna che si trasforma in una capitale di digital-tech. Una kermesse, quella organizzata da Search On Media Group, che presenta oltre 40 eventi incentrati su temi quali l’IA, la tecnologia ed il digitale, con il supporto di oltre 50 partner del territorio.

Durante la settimana, sessioni di formazione, business, networking e divulgazione che metteranno la comunità locale al centro dei processi di innovazione. Ospiti prestigiosi parteciperanno all’evento, tra cui Anna Ascani, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Guido Scorza, membro del Garante per la Protezione dei Dati Personali, ed esperti provenienti dal settore della tecnologia e dell’innovazione.

Bologna Tech Week avrà luogo tra il Bologna Congress Center e lo spazio cittadino, con un’area espositiva in cui oltre 40 aziende e startup mostreranno le loro applicazioni di AI, software e strumenti tecnologici. Il fine dell’evento è quello di rendere Bologna un centro di innovazione aperto, promovendo lo scambio di conoscenze e la condivisione di idee sui temi dell’IA e della Digital-Tech.

Bologna Tech Week è patrocinata da enti prestigiosi come la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna, il CONI – Comitato Regione Emilia Romagna e Resto del Carlino, e mira a diventare il punto di riferimento dell’innovazione a Bologna, con l’obiettivo di stimolare il progresso e lo sviluppo tecnologico a livello italiano ed europeo.

Cosmano Lombardo, fondatore e CEO di Search On Media Group e ideatore di Bologna Tech Week, afferma che l’evento rappresenta un’opportunità straordinaria per collegare, connettersi e formarsi sui temi più attuali, con un progetto a lungo termine che favorisca il dialogo con un vasto spettro di stakeholder a livello regionale, nazionale e internazionale.

Massimo Bugani, Assessore all’Agenda Digitale del Comune di Bologna, sottolinea con entusiasmo che la Bologna Tech Week è un’occasione cruciale per aumentare la consapevolezza e comprendere come il settore della tecnologia stia creando nuove opportunità positive per tutti.

Moondo è media supporter dell’evento e sarà a Bologna domani, 6 dicembre, per relazionarvi sulle novità nel settore AI, social media e search.

L’Intelligenza Artificiale nella programmazione: un futuro innovativo

Lo sviluppatore di intelligenza artificiale è una figura professionale che si occupa di sviluppare tutti i sistemi legati all’IA come, per esempio, gli assistenti virtuali, i computer avanzati, i robot e i sistemi di automazione industriale. L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il campo della programmazione, offrendo strumenti e metodi che possono semplificare e potenziare il processo di sviluppo del software. Questo articolo esplora come l’IA stia modificando il panorama della programmazione, con un focus su tre aree chiave di impatto.

Assistenza nella Codifica e Debugging

L’intelligenza artificiale può agire come un assistente avanzato per i programmatori, aiutando nella scrittura del codice e nel debugging. Sistemi basati su IA possono suggerire correzioni, ottimizzazioni e persino scrivere porzioni di codice, riducendo gli errori e accelerando il processo di sviluppo. Questo non solo aumenta l’efficienza, ma consente anche ai programmatori di concentrarsi su aspetti più creativi e complessi dei loro progetti.

Apprendimento Automatico e Sviluppo di Software

L’apprendimento automatico, un sottoinsieme dell’IA, può essere utilizzato per automatizzare compiti ripetitivi nel ciclo di sviluppo del software. Questo include l’analisi dei requisiti, la generazione di test, e la gestione della manutenzione del software. Utilizzando l’IA per queste attività, i programmatori possono risparmiare tempo prezioso e ridurre il rischio di errori umani.

Progettazione e Sviluppo Previsionale

L’IA può essere impiegata per analizzare grandi quantità di dati per identificare trend e modelli, che possono guidare le decisioni di sviluppo software. Questo significa che i sistemi di IA possono aiutare a prevedere le esigenze degli utenti e personalizzare i software in base a queste previsioni. Inoltre, può contribuire a ottimizzare le prestazioni del software analizzando i pattern di utilizzo e suggerendo miglioramenti.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel campo della programmazione sta aprendo nuovi orizzonti di efficienza, creatività e personalizzazione. Da assistenti di codifica a strumenti predittivi, l’IA sta trasformando il modo in cui i software vengono sviluppati e gestiti, promettendo un futuro in cui la programmazione sarà più accessibile, veloce e adattata alle esigenze in continua evoluzione del mondo digitale.

Articolo realizzato da: Ahmed Hanan, Ikram Hammad

ChatGPT: una risorsa per gli studenti delle scuole superiori

Invece di bandirlo, come sta accadendo in alcune scuole Usa, le scuole potrebbero adottare ChatGPT come strumento didattico, offrendo agli studenti un tutoraggio personalizzato per prepararli meglio a lavorare da adulti con i sistemi di intelligenza artificiale. Alcune idee. ChatGPT emerge come una di queste risorse, offrendo un supporto versatile e immediato per una varietà di esigenze didattiche. Vediamo come questo strumento può essere particolarmente utile per gli studenti delle scuole superiori.

ChatGPT per lo studio

ChatGpt può essere un valido aiuto per lo studio nostro e dei nostri figli, e no, qui non stiamo parlando di “barare”, facendogli fare i compiti assegnati a casa, alcuni insegnati d’avanguardia lo consigliano e lo fanno usare ai propri studenti come una sorta di tutor personalizzato.

Va premesso che siamo ancora agli albori di quello che verrà e che strumenti più specializzati di ChatGpt  (ad esempio che integrano il motore Gpt in app per imparare una lingua) potrebbero dare risultati migliori

ChatGpt per studiare: quattro consigli generali

Primo consiglio è scrivere una richiesta chiara. Utilizzare prompt specifici è il modo migliore di procedere; prompt vaghi o aperti possono portare a risposte irrilevanti o non utili.

Usare il linguaggio naturale: ChatGPT è progettato per comprendere il linguaggio naturale, quindi l’uso di un linguaggio troppo tecnico può rendere difficile per ChatGPT interpretare le vostre richieste.

Pazienza e riprovare: Se non riusciamo a ottenere la risposta che cercate al primo messaggio, proviamo a riformularlo o a fornire un contesto più ampio.

intelligenza artificiale

Sviluppo di Competenze di Scrittura: Migliorare la Scrittura e la Creatività

Per gli studenti che lottano con la scrittura di saggi, relazioni o progetti di ricerca, ChatGPT può offrire esempi, consigli sulla struttura del testo e aiuto nella revisione dei loro lavori. Questo non solo migliora le loro abilità di scrittura, ma incoraggia anche la creatività e l’indipendenza nel pensare criticamente e nel formulare idee originali.

Preparazione per il Futuro

Nell’era digitale, la familiarità con strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT prepara gli studenti per un futuro in cui tali tecnologie saranno sempre più presenti. Imparare a utilizzare efficacemente queste risorse li aiuta a sviluppare competenze digitali essenziali, preparandoli per studi avanzati e carriere in un mondo sempre più tecnologico.

ChatGPT offre un’ampia gamma di vantaggi per gli studenti delle scuole superiori, da un supporto personalizzato nello studio alla miglioramento delle abilità di scrittura, fino alla preparazione per un futuro digitale. Questo strumento non solo facilita l’apprendimento, ma apre anche la strada a nuove modalità di interazione con la tecnologia nell’ambito educativo.

Articolo realizzato da Christian Capobianco, Daniele Mencacci, Samuele Polidori – IIS Midossi Civita Castellana

Tutto pronto per Bologna Tech Week dal 4 al 7 dicembre

Si avvicinano due degli eventi più seguiti nel settore del digital marketing, in occasione di Bologna Tech Week 2023 (in programma dal 4 al 7 dicembre), presso il Bologna Congress Center: Social Media Strategies e SMConnect, cui si aggiunge AIFair, la fiera internazionale dedicata all’Intelligenza Artificiale. Si tratta di eventi durante i quali, oltre alla formazione, ci sarà opportunità di fare networking ed approfindire opportunità di nuovi business.

Social Media Strategies è dedicato ai professionisti dei social media e del web marketing, celebra la sua decima edizione, presentando temi come Social Strategy, ADV, Youtube, TikTok & Instagram, Influencer Marketing, Social Commerce, Analytics e percorsi formativi su Intelligenza Artificiale, Content Creator, videomaking e Digital Legal. È un’opportunità per consolidare conoscenze e creare nuove collaborazioni professionali.

SMConnect, invece, è un evento per i professionisti del digital marketing, nato nel 2006 come primo evento italiano dedicato alla SEO. L’edizione di quest’anno, dopo il successo del 2022, si terrà in una nuova location per accogliere più partecipanti e aziende legate all’AI&Digital Tech. Offre formazione avanzata su temi come SEO, Web Analytics, PPC e Intelligenza Artificiale, con un focus sulle nuove tendenze che influenzano il settore.

Alll’AIFair sarà possibile incontrare aziende e professionisti del settore, provare gli ultimi strumenti e servizi di AI e creare nuove sinergie, grazie agli spazi e ai momenti dedicati al networking come incontri B2B e business meeting per connettere imprese, Centri di Ricerca, startup, investitori, ONP e PA, e attività di recruiting per individuare profili professionali specializzati. L’Intelligenza Artificiale è un tema centrale in entrambi gli eventi, riflettendo i significativi cambiamenti che sta apportando nei processi lavorativi. Esperti del settore, come Alessio Pomaro, Lucia Guerra, Giorgio Taverniti, Aleyda Solis, Roberto Nardini e Paolo dello Vicario, condivideranno le loro conoscenze in diverse sessioni tematiche.

Bologna Tech Week, che comprende Social Media Strategies, SMConnect e l’AI Fair, è una manifestazione organizzata da Search On Media Group con il patrocinio di enti locali e regionali. Oltre ai temi tecnologici, tratta argomenti come Food, Tourism, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, con eventi vari come talk, tavole rotonde, concerti e presentazioni tecnologiche. Oltre 50 partner hanno aderito, offrendo occasioni di dialogo e networking.
Moondo è Media Supporter dei tre eventi. Vi aspettiamo a Bologna!

Studio ed Intelligenza Artificiale: non affidate la vostra preparazione solo ad una macchina!

Attenzione ad affidare la vostra capacità di fare le cose, di studiare, apprendere, prepararvi per il domani che vi attende solo ed esclusivamente ad una macchina, che sia ChatGPT o qualsiasi altro software di intelligenza artificiale.

Deficit cognitivo ed emozioni: esiste correlazione?

Allora, immagina di avere davanti un puzzle complicato. La tua capacità di mettere insieme i pezzi si basa sulla tua cognizione, cioè su come elabori e capisci le informazioni. Ma ora immagina di essere frustrato o arrabbiato mentre cerchi di risolverlo. Anche se hai tutte le capacità cognitive per risolverlo, le tue emozioni possono offuscare la tua capacità di pensare chiaramente.

Sui social è evidente che il problema principale delle incomprensioni e del fatto che le persone capiscono quello che vogliono da quello che leggono è emotivo, non cognitivo.
È come se la vera questione non sia tanto la nostra capacità di pensare o ragionare, ma come ci sentiamo mentre lo facciamo.
Anche se, per assurdo, ci fosse una sorta di “deficit cognitivo” in giro, sarei pronto a scommettere che ha le sue radici in qualche problema emotivo.

Se ti guardi in giro la rabbia sembra essere diventata la norma piuttosto che l’eccezione. E non sto parlando solo di quel tipo di rabbia esplosiva, ma anche di quella rabbia sottile e costante che bolle sotto la superficie. E non è solo la rabbia; c’è un’ampia gamma di emozioni che vanno dalla frustrazione al sentimento di rivalsa che si tramuta in vendetta.

Questo ragionamento è partito da un fatto che ho notato: in alcuni miei post con numeri alti e con migliaia di commenti, solo una manciata d’individui hanno effettivamente risposto al mio argomento e al tema che ho proposto. Gli altri si sono dispersi in commenti irrilevanti, alcuni hanno sostenuto di saperne di più, molti hanno deviato sul benaltrismo con “ci sono temi più importanti di cui discutere”, mentre altri si sono limitati a commentare totalmente a caso.

Non credo sia una questione “solo” d’incomprensione, non è possibile che il 90% delle persone non capiscano cosa leggono e quindi rimane il problema emotivo… il quale non so se sia meglio o peggio.