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Perché i social network sono importanti per il futuro di un’azienda

Ad oggi il marketing funziona per l’80% via internet, dove le persone passano la maggior parte del loro tempo e hanno perciò più probabilità di incrociare qualche pubblicità digitale. Il modo più veloce e sicuro per riuscire ad acquisire nuovi potenziali clienti, perciò, ad oggi è quello di usare il web, tramite l’applicazione di strategie a volte anche complesse, ma su cui esperti come eviblu.it possono intervenire in modo da renderle un successo.

Tra le strategie necessarie a un’azienda per riuscire ad aumentare il proprio fatturato rientra anche la necessità di sfruttare al meglio i social network.

Il potere dei social network

Per riuscire a comprendere subito perché i social network sono così importanti anche nel settore delle aziende e del marketing sarà sufficiente fornire un paio di numeri: secondo il Global Digital Report, infatti, sono 5 miliardi le persone connesse a internet ogni giorno.

Inoltre 4 miliardi e mezzo sono sui social network, che rappresenta quasi il 75% della popolazione adulta mondiale.

Infine è stato stimato che questi 4 miliardi e mezzo passano in media online su internet circa 7 ore al giorno, quasi 100 giorni l’anno.

Questo sicuramente basterà a far comprendere di che portata è il potere di internet e soprattutto dei social network, dal punto di vista del marketing: si tratta infatti di un’enorme vetrina che dà accesso a una fetta gigantesca di popolazione.

Come sfruttare questo potere

Nonostante internet e soprattutto i social network abbiano questo enorme potenziale, non è sufficiente avere accesso a questa vetrina per aver assicurato il successo e acquisire clienti.

È necessario predisporre e programmare una strategia ben mirata e valutare le mosse da effettuare per riuscire a emergere, rispetto ai competitor, e soprattutto attirare l’attenzione dei potenziali clienti.

I problemi infatti sono principalmente questi:

  • Proprio perché i social network sono una gigantesca vetrina disponibile e accessibile a tutti, è difficile riuscire a emergere nella grande massa e folla dei competitor presenti e che cercano in egual modo di emergere a discapito di altri.
  • Il ruolo del social network per l’utente medio. Chi si iscrive a un social, infatti, non lo fa con l’intenzione di trovare aziende e prodotti, ma cerca solo una cosa: intrattenimento.

È importante perciò prendersi del tempo per studiare il social su cui vogliamo approdare e fare un’attenta analisi che andrà a cercare:

  • Qual è il target di riferimento.
  • Qual è l’utente medio disponibile sul social in questione.
  • Quali sono i competitor.
  • Come questi competitor si pongono verso gli utenti.
  • E soprattutto in che modo sarà possibile per noi riuscire a emergere rispondendo ai bisogni degli utenti più di quanto lo facciano loro.

Inoltre il social network nasce come un format legato all’interazione: chi si iscrive a facebook, instagram o qualsiasi altro social lo fa per rendersi “social” appunto, quindi interagire con altre persone.

L’azienda dovrà approcciarsi a questo mondo con le stesse premesse, quindi, e offrire interazione all’utente con recensioni, commenti, possibilità di rispondere ai dubbi con l’uso della chat, ecc.

Tutto questo creerà un rapporto di fiducia che si tradurrà probabilmente nell’acquisizione di un nuovo potenziale cliente.

L’importanza del social media manager

Come si sarà intuito fino a questo momento, iscrivere la propria azienda ai social network con l’obiettivo di acquisire nuovi clienti non è un’attività semplice.

Le operazioni da svolgere infatti sono principalmente:

  • Analisi del social e dei suoi utenti.
  • Analisi dei competitor.
  • Definizione della strategia e degli obiettivi.
  • Gestione del profilo (e quindi la necessità di pubblicare periodicamente e restare in contatto con gli utenti).
  • Definizione di un’eventuale strategia promozionale con l’uso degli ads e campagne pubblicitarie.
  • Costante analisi dei dati di ritorno, per comprendere quali sono le eventuali carenze o errori, o per definire dei miglioramenti, con conseguente aggiustamento del tiro.

Si tratta di un lavoro a tutto tondo, che richiede molto tempo, impegno e soprattutto conoscenze specifiche nel campo del social media marketing.

Per questo, per riuscire a ottenere realmente dei benefici da questo campo, può diventare necessario assumere e delegare il lavoro a un social media manager.

In conclusione

I social network non sono semplicemente strumento di intrattenimento ma possono diventare un ottimo trampolino di lancio per la propria azienda e un luogo dove è possibile acquisire molti nuovi clienti, o fidelizzare quelli che già possediamo.

Ma per riuscire a ottenere il massimo da questo incredibile strumento è necessaria una strategia d’azione e il possibile intervento di un esperto per la realizzazione e la gestione dell’account.

Articolo redatto in collaborazione con Eviblu

Scrivere il proprio manuale è un atto identitario

Scrivere il proprio manuale è un atto identitario. Ti sembra un’affermazione troppo forte? In effetti, potrebbe sembrare. Ma, mentre raccogli i piccoli attrezzi del mestiere che trovi in questo post, vorrei confrontarmi con te su quell’affermazione. Il manuale ha per oggetto il fulcro delle nostre conoscenze e/o della nostra professione. Scriviamo per informare, divulgare metodi, accrescere il sapere dei nostri lettori in merito a un tema specifico.

Proprio per queste ragioni, al centro del manuale, c’è l’autore che si fa conoscere tramite il suo “fare”. Ecco, quindi, un primo motivo di identitarietà del manuale: in esso l’autore trasfonde se stesso, la coscienza e la consapevolezza dei propri strumenti pratici, cognitivi, ma anche psicologici.

Ed è per mezzo di questi ultimi che lo scrittore si autodetermina nella scelta di cosa trattare, come trattarne e con quale tono di voce parlarne.

La scrittura del manuale si basa su fonti. Tranne che i manuali d’uso tecnico, tutti gli altri tipi di manuale non si progettano né si costruiscono sulla sola scorta delle conoscenze poste nella testa dell’autore.

Si nutrono di fonti.

E, in questa nostra contemporaneità, le fonti possono essere davvero le più varie.

File audio, video, social, ebook, audible, tool di ogni specie, racconti e testimonianze di terze persone, sondaggi, manufatti, risultati di espressioni artistiche.
E si potrebbe continuare.

Insomma, il manuale è anche figlio dell’ambiente culturale e del gruppo sociale in cui l’autore ha scelto di vivere e/o svolgere la propria attività.

In ciò sta la seconda ragione per cui il manuale è una scrittura identitaria: perché si riferisce anche a un’identità collettiva, a una community.

Non conta se si tratti di una collettività fisicamente vicina, geograficamente prossima o solo virtuale.

Il punto è che quel manuale viene da essa e a essa ritorna.

Perciò, se sei in procinto di scrivere il tuo manuale, dedica una parte del tempo di progettazione a prendere consapevolezza di quanto e con quale intensità questo testo appartenga a te e alla tua collettività di appartenenza.

Servirà a mantenere inalterato l’amore che porti a questo tuo testo anche negli inevitabili momenti di difficoltà nella scrittura.

Innovazione: tra chatGPT e la farina di grillo

Farina di grillo? Ma di che stiamo parlando: non è la nostra cultura, non fa parte della nostra storia, non siamo mica in Mesopotamia

Con queste parole lo chef Vissani ha tuonato in merito al via libera della Ue all’utilizzo di farina di grillo per prodotti come il pane, i biscotti, la pasta e gli strudel. Da pochi giorni, infatti, l’Unione ha regolarizzato l’utilizzo di questa farina per scopi alimentari anche in Europa, rendendola di fatto un ingrediente come gli altri.

Quello che probabilmente a Vissani sfugge è che siamo in 8 miliardi e che tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite concordati tra tutti quanti vi sia, tra gli altri, quello di “espandere la produzione di insetti per il mangime animale e inserirli nelle diete degli esseri umani, grazie al basso impatto ambientale per singolo abitante da nutrire”.

Ora, secondo Treccani innovare è l’atto di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione. Non c’è scritto di SOSTITUIRE i vecchi sistemi ma INTRODURNE di nuovi.
Nessuno vuole obbligare qualcuno a nutrirsi di quello che non desidera ma le conseguenze delle nostre decisioni -o non decisioni- presenti sortiscono il loro effetto nel futuro.

Difendere le tradizioni è sano, opporsi ai cambiamenti è luddismo. 

Ogni innovazione sostenibile, in ogni settore, che viene implementata senza sostituire qualcosa di tradizionale ma affiancandolo è una benedizione e come tale dovrebbe essere accolta. Guardare al futuro è un modo di pensare che ci permette di dare un senso alle nostre azioni, alle nostre decisioni e, così, alla nostra vita.

Poi ognuno deciderà di mangiare quello che ritiene opportuno.

Nuovi assunti e competenze

Quando si collabora o si entra in una nuova azienda, non sempre i tuoi suggerimenti vengono accolti con entusiasmo.
Quantomeno non da tutti. La competizione tossica ci porta a dover giustificare le decisioni passate in modi più o meno sconclusionati per paura di essere tacciati di incompetenza, o di essere “scalzati” dal nuovo arrivato.

Il fatto che magari tu abbia avuto torto in passato, non può e non deve per forza farti apparire come un fallito.

Tendenzialmente quando una persona viene assunta è per portare NUOVE competenze e una visione DIVERSA nel team.

Riuscire nel più breve tempo possibile ad accettarla è ciò che misura il vero stato di salute di un’azienda/gruppo di lavoro.

Certo, chi arriva e critica a prescindere va giustamente rimesso in riga, ma chi si fa carico di condividere la propria esperienza al netto di argomentazioni valide, si sta anche prendendo la responsabilità dell’eventuale fallimento, quindi andrebbe quantomeno un minimo apprezzato.

Come scrivere titolo e microcopy efficaci

Vuoi battere i migliori ClickBaiter al loro stesso gioco? Vuoi raggiungere la vetta delle centinaia di condivisioni? Allora stai leggendo il post sbagliato. Ma… Se per caso tu avessi la macchina del tempo, potresti tornare indietro di un mesetto e gustarti il workshop “questo titolo spacca” tenuto da me insieme a Gianluigi Bonanomi dove, ospiti di Editrice Bibliografica e di Master Editoria Unicatt abbiamo parlato di come scrivere titolo e microcopy efficaci.

Se non hai la macchina del tempo, ecco 3 consigli utili rubati da quel nostro incontro:

Usa la parola perché:

  • Perché il gasolio costa più della benzina
  • Perché il cielo è blu
  • Perché il telefono non carica

Usa i numeri:

  • 30 modi per diventare più intelligenti
  • 7 idee per riciclare gli asciugamani vecchi
  • 100 film italiani da salvare

Usa la parola come:

  • Scrivere come Stephen King
  • Disegnare come Picasso
  • Come trovare lavoro
  • Come fare i soldi facili

Conosci altri di modi interessanti per scrivere titoli e microcopy?

Amazon: basta fare pacchi per i resi

“Trovare una scatola per il reso, dello scotch e dover stampare un’etichetta può essere una seccatura” – ha dichiarato la società in un comunicato stampa (il 29 dicembre). “Col nuovo anno la maggior parte dei resi di Amazon potrà essere gestita in modo più semplice e veloce: basterà riportare il prodotto in uno dei nostri centri affiliati, mostrare un QR code e il tutto verrà imballato e spedito gratuitamente”.

Questa novità riguarda per ora solo i cittadini USA che hanno migliaia di punti vendita dove poter effettuare un reso: dai negozi fisici di Amazon, ai negozi Whole Foods, alla catena Kohl’s e negli oltre 5000 uffici UPS.

I resi sono da sempre un “problema” per chi fa ecommerce anche se in America il tasso di reso online (che nel 2021 era del 20.8%) si è allineato nel 2022 a quello del reso nei negozi retail (pari al 16.5%). Che è un gran segnale di maturità il commercio online.

Amazon vuol semplificare la vita a noi utenti?

Sembrerebbe di sì anche se così può ottimizzare ancora meglio le risorse che mette in campo nella gestione dei resi. Se gli utenti si abituano infatti a riportare i prodotti presso centri convenzionati, tutti i flussi saranno più standardizzabili con un evidente risparmio di costi.

Risparmio che in Amazon stanno inseguendo visto che il valore delle azioni è crollato del 50% negli ultimi 12 mesi e che i bilanci sono per la prima volta in rosso dal 2014.

E’ possibile fare marketing “in tempo reale”?

Allora, hai il tuo calendario editoriale pronto, con i contenuti che avevi già pensato di pubblicare e poi… E poi potresti decidere di stupire e divertire i tuoi utenti (se la brand identity lo permette) sfruttando i trend del momento, gli hot topic, dei grandi eventi (tipo Sanremo), delle serie tv che stanno avendo successo (Mercoledì).

Potresti lanciare delle iniziative, dei nuovi prodotti, fare dei meme che riguardano il tuo settore. E’ un tipo di comunicazione molto reattiva quindi la persona che nel tuo team si occupa della creazione di contenuti, dovrebbe essere costantemente aggiornata sui trend del momento.

E’ proprio attraverso i social media che si sviluppano questi trend, ci permettono di interagire maggiormente anche con gli utenti che ci seguono, rendendo i nostri contenuti ancora più coinvolgenti!

L’originalità però non dovrà mai mancare anzi, sarà la protagonista in questa strategia di marketing e comunicazione sui social.

Cosa non fare?

  • Non modificate il vostro modo di comunicare per inseguire un trend passeggero, fatelo solo se ne vale la pena.
  • No alla banalità, si alla creatività. Meglio seguire un trend in meno ma fatto meglio.

I vantaggi quali sono?

  • La possibilità di conversare con i propri consumatori
  • Aumentare l’interesse delle persone verso l’azienda/brand
  • Potersi differenziare dalla comunicazione dei competitor, mica poco?

Cosa dovresti fare?

  • Muoverti velocemente e nel momento giusto, sfrutta un trend prima che inizino a farlo tutti e diventi qualcosa di scontato e già visto!

10 mesi di lavoro e 10 insegnamenti

10 mesi: da marzo a dicembre.

10 mesi di duro lavoro.

10 mesi di gioie, dolori e soddisfazioni.

10 insegnamenti da custodire con cura.

Moondo è un giornale online pensato e creato da CuDriEc nel 2016. Un sogno realizzato investendo risorse economiche dell’agenzia e tutto il nostro tempo extra lavoro. Giorno dopo giorno.

Il giornale è cresciuto negli anni, tanto da destare l’attenzione prima di un grande gruppo bancario, poi di alcuni di privati. In entrambi i casi ci siamo seduti ed abbiamo ascoltato. Un paio di anni di progetti, confronti, richieste di modifiche e cambiamenti. Ma alla fine, per un motivo o per un altro, non siamo riusciti a chiudere un accordo. Inutile recriminare. Sicuramente abbiamo commesso degli errori.

Il più grande è stato deviare dal progetto originale per accontentare le richieste di potenziali investitori. L’errore è stato convincersi che quello era il nostro sogno. Che quello era il giornale che volevamo. 

Abbiamo perso lucidità. Rischiato di perdere il giornale.

A marzo di quest’anno abbiamo ripreso l’idea originale. Azzerato le aspettative. Rimesso tutto in discussione. Ripreso a sognare.

Ora abbiamo di nuovo il nostro giornale, intorno al quale aggregare persone ed aziende che vogliano condividerlo. Possiamo anche cambiarlo, sistemarlo, implementarlo, aggiustarlo, se necessario. Ma lo vogliamo fare tutti insieme, e non perchè ce lo chiede qualcuno dall’esterno. Vogliamo farlo con chi condivide con noi valori, progetti, idee. Perchè il giornale “può essere una famiglia”, come ha scritto proprio ieri in un commento su LinkedIn un amico che ha deciso di unirsi a noi. Sinceramente è il più bel commento che potessimo leggere in questo fine d’anno.

Personalmente cosa ho imparato? Ve lo riassumo in 10 punti.

10 insegnamenti che traggo da questa storia

  1. Gli errori fanno parte della vita.
  2. Dagli errori si deve imparare e ripartire.
  3. Se proprio devi sbagliare, sbaglia con la tua testa.
  4. Meglio fare, sbagliare, imparare e ripartire che restare fermi, immobili, aspettando la fata Turchina.
  5. Si possono inseguire i sogni, a condizione che siano tuoi.
  6. Se per primo doni qualcosa non avrai un cliente oggi, ma potresti aver trovato un amico. Forse un cliente domani.
  7. Condividere quello che sai arricchisce gli altri, ma anche te stesso.
  8. Non esistono concorrenti ma professionisti che, come te, si sforzano ogni giorno di fare altrettanto bene. Cercare di capire cosa fanno meglio è la base per crescere.
  9. Circondati di persone che stimi e con le quali condividi valori, idee, progetti.
  10. Il mondo è molto meglio di quello che ci vogliono far credere.

A chiusura di questo articolo sono doverosi i ringraziamenti a tutti coloro che hanno permesso al giornale di ripartire con rinnovato slancio. Amici, colleghi, professionisti che hanno scelto di condividere un’idea, dare un contributo, concedere un’opportunità per diffondere cultura aziendale e digitale. Siete tutti meravigliosi.

A nome della Redazione gli auguri di un sereno Natale. Sono sicuro che Babbo Natale ci porterà un sacco di novità.

Appuntamento al 2023!

Grazie di cuore.

  • Andrea Lucentini
  • Arianna De Luca
  • Arianna Paoletti
  • Bruna Corradetti
  • Claudio Bagnasco
  • Cristiana Caserta
  • Davide Falletta
  • Davide Giansoldati
  • Enrico Panai
  • Fabio Antichi
  • Fabio Banzato
  • Francesca Rizzi
  • Giulia Bezzi
  • Katia Bovani
  • Le Blogger de LeROSA
  • Letizia Chilelli
  • Mariacristina Palladino
  • Martina Meola
  • Maurizio Primanni
  • Mauro Giacchetti
  • Monia Ciocioni
  • Riccardo Porta
  • Roberta Zantedeschi
  • Roberto Borgia
  • Rudy Bandiera
  • Sara Ferrantini
  • Sergio Bellucci
  • Vincenzo Schettini
  • Vito Verrastro

Sicuramente avrò dimenticato qualcuno. Perdonatemi è l’età 😌

Ti sei mai chiesto quale sia il tuo Talento?

La conosci la parabola dei talenti? Un uomo ricco, prima di partire per un viaggio, consegnò alcuni suoi beni ai suoi 3 servi: al primo regalò 5 talenti, al secondo 2 e al terzo 1 talento. Poi partì.

Il primo investi i 5 talenti facendoli fruttare e raddoppiando il proprio capitale, il secondo lo imitò e fece lo stesso con i suoi 2 talenti.

L’ultimo per timore di sbagliare qualcosa, lo sotterrò.

Quando il padrone tornò dal suo viaggio si complimentò con i primi 2 servi: avevano raddoppiato i talenti.

Il terzo invece dissotterrò il talento e lo restituì al padrone dicendogli “hai visto ho custodito gelosamente il talento che mi avete dato.”

Il padrone lo rimproverò, gli tolse di mano quell’unico talento e lo consegnò al primo servo, sicuro che l’avrebbe fatto fruttare meglio.

Il talento nella parabola fa riferimento alla moneta in uso a quel tempo, ma se cambiamo prospettiva il talento è anche quella nostra capacità di fare qualcosa con estrema facilità, quella capacità innata e personale che ci mostra in quell’ambito come persone eccezionali.

Ti sei mai chiesto quale sia il tuo Talento? Come riconoscere il tuo Talento? Come valorizzarlo?
Il talento è spesso anche associato a quella nostra capacità di fare qualcosa in modo semplice, senza sforzo alcuno.

A volte i Talenti sono sopiti, restano lì in attesa di qualcosa, di un fattore esterno scatenante che ci dia la possibilità di scoprirli e manifestarli.

A volte non sappiamo come impiergarli, non sappiamo dove nel mondo che ci circonda ci sia bisogno proprio del nostro talento.

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.” (Seneca)

Talento ed opportunità si sono incontrati in Unicornucopia insieme a Maura Amelia Bonanno che ci ha guidato in un workshop dal tema “Conoscersi per valorizzare i propri talenti con l’Enneagramma”. La mappa dell’Enneagramma ci aiuta in modo diretto, pratico ed efficace a:

  • conoscere gli automatismi mentali, emotivi e comportamentali che limitano l’espressione del proprio potenziale;
  • illuminare i talenti e valorizzare i propri punti di forza;
  • comprendere i reali bisogni, propri e del cliente;
  • migliorare le abilità comunicative e di ascolto;
  • arricchire l’abilità a dare e ricevere riscontro;
  • motivare, coinvolgerle e stimolare la partecipazione.

Cosa pubblicare sulla Pagina LinkedIn?

Le persone sono su LinkedIn per motivi professionali, trovare informazioni, fare rete, seguire aziende in cui vorrebbero lavorare. I contenuti che pubblichi con la Pagina devono generare attenzione verso il brand. Devono interessare i follower. I primi follower sono i dipendenti, senza il loro coinvolgimento, la Pagina per crescere deve pensare anche a loro.

I post che funzionano sono quelli che forniscono valore, non quelli che parlano di prodotti, offerte, vendita.

Pubblica contenuti che coinvolgano emotivamente, che parlano della vita dell’azienda, storie nelle quali i follower si identificano.

Ci sono diverse tipologie di contenuti che puoi pubblicare. Ecco 5 suggerimenti:

  1. Case history con grafiche personalizzate
  2. Articoli scritti dal Ceo e dai manager
  3. Storie e testimonianze dei dipendenti
  4. Riutilizza un contenuto lungo e dividilo in micro-contenuti
  5. Trasforma un contenuto in un altro formato