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Un videogame può insegnarci qualcosa di utile? Questa storia ci dice di si!

Will Still, un giovane allenatore belga di soli 30 anni, ha recentemente debuttato nella Ligue 1 francese (corrispondente alla nostra Serie A) come tecnico del Reims, diventando uno dei “personaggi” più interessanti e singolari del calcio moderno. Il suo amore per Football Manager ha svolto un ruolo determinante nella sua carriera, passando gran parte della sua infanzia a giocare con suo fratello e apprendendo le tattiche e le strategie necessarie per gestire una squadra di calcio, sia sul campo che fuori.

In una recente intervista, Will Still ha espresso la sua incredulità per la sua nomina come allenatore in Ligue 1 a così giovane età, affermando che se qualcuno gli avesse detto che sarebbe successo, avrebbe pensato che fosse impossibile.

Football Manager è un videogioco manageriale calcistico in cui s’impara a… fare l’allenatore. Ora, io non dico che i videogame insegnano a vivere, per carità, ma che possano insegnare molte altre cose senza dubbio, partendo dalle tattiche e le strategie necessarie per gestire una squadra di calcio.

Una riflessione su di una nuova didattica, che esca ovviamente da questo settore per entrare in tutti gli altri, sarebbe da fare molto seriamente.

Novità dall’Intelligenza Artificiale: GPT4

Arrivano delle novità dal campo dell’Intelligenza Artificiale con Chat GPT4, che permette di avere delle prestazioni più elevate. Ad esempio è in grado di capire meglio le richieste che gli vengono fatte così dando delle soluzioni e risposte molto accurate, personalizzare la comunicazione o fare delle traduzioni automatiche.

Inoltre, Chat GPT4, facilita anche la comunicazione d’Impresa, dando modo di poter scrivere contenuti per il web e creare delle risposte per il servizio di chat, così rendendo più rapido il servizio clienti.

Caratteristiche e novità

Si parla di un aggiornamento rispetto alla versione precedente, più creativo e affidabile. In grado di analizzare dei testi più lunghi anche di 25.000 parole, testi complessi che permettono però di poter fornire dei risultati più precisi e approfonditi.

Non riconosce solamente i testi, ma è capace anche di analizzare una richiesta sottoforma di immagine e di mostrarsi aggiornato su avvenimenti dell’ultimo minuto, facendosi trovare con la risposta pronta.

Tuttavia, presenta anche degli svantaggi e degli aspetti da migliorare. Ad esempio non è in grado di imparare sulla base della sua esperienza e potrebbe dare delle informazioni poco precise anche riguardanti dei temi delicati ed importanti.

Esempi

La quarta generazione di GPT4, insieme alle nuove funzionalità può risultare un grande aiuto e vantaggio per le aziende. Un esempio può riguardare la realizzazione di comunicati stampa ed articoli, oppure fornire un’assistenza più rapida ed efficiente al cliente, così come realizzare dei prodotti di alta qualità.

Obiettivi futuri

In futuro, l’obiettivo è quello di dar vita ad una quinta versione di Chat GPT, cercando di migliorare alcuni aspetti e prestazioni. Una versione che cerchi di garantire anche i diritti di privacy di cui tanto si parla, così da cercare di non ledere il lavoro di nessuno. Attualmente non si parla ancora di una versione gratuita di GPT4, ma in futuro con l’arrivo di una IA più potente ci si potrebbe arrivare.

Tessuti capaci di adattarsi

Dall’Università di Waterloo, arriva un tessuto intelligente capace di rispondere a degli stimoli, così cambiando forma e colore. Il suo utilizzo può essere davvero innovativo, ad esempio con indumenti che si riscaldano in inverno mentre si cammina, oppure con paraurti che si sistemano da soli dopo aver ricevuto un colpo.

Tuttavia, si tratta di possibili applicazioni future con un grande potenziale, che necessitano ancora di studio e approfondimento.

Cosa sono i tessuti intelligenti

I tessuti intelligenti nascono da una ricerca difficile e accurata da parte dell’uomo, il cui obiettivo è quello di avere una continua evoluzione in diversi campi, senza mai fermarsi. Tessuti innovativi per caratteristiche e prestazioni che segnano la strada per un promettente futuro fatto di scoperte e innovazioni.

La realizzazione

Questo tipo di tessuto, realizzato attraverso delle fibre nano composite polimeriche da plastica riciclata,  ha un enorme potenziale per l’IA e permette di poter fare delle esperienze totalmente immersi nella realtà virtuale.

tessuti intelligenti

Prossimi obiettivi

Si parla di una tecnologia ancora in fase di crescita ed evoluzione. Infatti, si potrebbe arrivare ad avere un tessuto che è in grado di tornare al suo stato originale dopo esser stato modificato o deformato.

Tutto questo apre le porte a un futuro promettente nell’utilizzo del tessuto intelligente per avere dei capi d’abbigliamento in grado di avere più prestazioni, come quella del riscaldamento, se si ha freddo e  anche nella robotica e veicoli.

Inoltre, si parla di tessuti realizzati in modo economico e abbastanza sostenibile.

Il Dr. Milad Kamkar, professore a Waterloo, sottolinea l’aspetto innovativo di questo tessuto che consente di vivere diverse esperienze in modo più intenso, oltre a rappresentare una grande evoluzione e progresso per la scienza e l’umanità.

Cosa sono i fan token?

Il valore delle sponsorizzazioni sportive legate ad aziende del settore delle cryptovalute ha superato gli 1,5 miliardi dollari nel mondo nel periodo compreso tra gennaio 2021 e giugno 2022 (Bankless Times, 2022). Tra gli strumenti del settore crypto, gli asset digitali che stanno riscuotendo un maggior successo, ci sono i fan token.

Cosa sono i fan token?

I fan token sono delle cryptovalute apposite grazie ai quali i club di varie discipline sportive possono generare grande engagement con i propri sostenitori.

Visto che nel marketing la chiave del successo è la fidelizzazione possiamo dire che attraverso la “tokenizzazione” dei fan può essere uno dei modi per creare valore nello sport management.

Dalla stessa ricerca emerge che sono 156 le organizzazioni sportive nel mondo che hanno lanciato un fan token o stretto accordi con aziende del settore, oggi i token più quotati delle squadre di calcio sulla piattaforma Socios.com sono quelli di Manchester City (€ 5,9), Napoli (€ 5,34) e Paris St. Germain (€ 4,7).

Tuttavia, nonostante la crescente popolarità dei fan token, ci sono anche alcune sfide da affrontare. Ad esempio, ci sono preoccupazioni legate alla regolamentazione e alla sicurezza informatica che devono essere prese in considerazione.

Seminario di Marketing Scientifico: scelte strategiche per il tuo business

Un seminario che nasce con un unico intento: spiegare come l’unico modo di fare marketing è smettere di usare i “secondo me” ed i “forse dovremmo” ed affidarsi ai dati ed alle informazioni che se ne possono trarre, attraverso un approccio al marketing di tipo scientifico.

Elisa Iandiorio (CEO & Founder di Studio Iandiorio) e Francesco Sordi (CEO & Founder di Surf the Market e Istituto del Marketing Scientifico) sono entrambi docenti universitari e ti aiuteranno a capire come funziona il marketing scientifico, basato su dati, numeri e decisioni certe, dopo un’accurata analisi.

Avrai la possibilità di testare sulla tua realtà il metodo scientifico di fare marketing. Si tratta di un evento ed un’opportunità imperdibile per imparare in presenza come utilizzare il potere della scienza, dei dati e della ricerca per creare strategie di marketing efficaci.

Durante il seminario, esperti del settore condivideranno le loro conoscenze e competenze per aiutare a comprendere meglio come i dati possono essere utilizzati per sviluppare strategie di marketing di successo.

Il format prevede presentazioni, casi di studio ed attività pratiche, per imparare ad applicare i principi scientifici del marketing al tuo business.

Per informazioni: info@studioiandiorio.it 3470953871

BookTok: i consigli social che fanno leggere

Un fenomeno social nato a Marzo del 2020, che porta gli utenti a scambiarsi opinioni, suggerimenti e cercare recensioni dei libri. Un piccolo mondo social dedicato alla lettura e ai libri, più precisamente un hashtag che su TikTok raccoglie tutti i contenuti legati alla letteratura.

Si tratta di un fatto molto importante, dato che ha avuto un notevole impatto sull’intero settore dell’editoria. Ha, infatti, cambiato l’approccio e le modalità di lettura delle generazioni di oggi che si stavano allontanando dal piacere della lettura.

Cos’è e come funziona

BookTok nasce nel periodo pandemico come un hashtag attraverso cui condividere tutti i contenuti del mondo dei libri. In un momento di difficoltà che obbligava tutti a trascorrere molto tempo in casa, le persone hanno creato una community con cui condividere la stessa passione per i libri.

Oggi diventato un hashtag da oltre 120 miliardi di visualizzazioni in tutto il mondo, non smette di far impazzire gli utenti, infatti, questo fenomeno anche dopo la pandemia ha continuato a coinvolgere molte persone, anche al di fuori di TikTok.

Per capire come funziona e testarlo, basta andare su Tiktok e  creare o fruire dei contenuti segnalati dall’ hashtag #booktok, per poi parlare di libri.

Il grande successo

Come anticipato, questo fenomeno ha riscosso un notevole successo tanto da riuscire ad avere un impatto sull’editoria, portando le nuove generazioni alla riscoperta della lettura.

Inoltre, ha avuto un grande effetto anche sulla riscoperta di alcuni titoli, grazie agli influencer che su TikTok condividono pareri e consigli sui libri, portando così un reale impatto sul mercato del settore, tanto da etichettare positivamente tutti quei libri che hanno ottenuto un posto di merito nella community.

I contenuti possono contenere la recensione di un libro ad esempio attraverso un breve video, oppure gli utenti si lanciano delle vere sfide di lettura, per vedere chi riesce a leggerli più in fretta.

Un libro diventato virale grazie a questa community è il romanzo di Madeline Miller,”La canzone di Achille”, uscito nel 2013 e diventato famoso con una vendita di copie in Italia di mezzo milione.

I Booktoker

Il fenomeno di BookTok ha portato anche alla nascita di un nuovo tipo di mestiere. Si tratta dei creator specializzati in consigli sui libri. Molti di loro sono dei veri e propri influencer del libro, infatti, nelle librerie è possibile trovare dei libri in delle sezioni apposite dedicate a quei romanzi che hanno scalato le classifiche social.

ChatGpt mi ha già rubato il lavoro

Sul Corriere della Sera c’è un interessante articolo in cui si raccontano le “prime storie” di lavori rubati da un’intelligenza artificiale.
Secondo un “paper” molto autorevole firmato, tra gli altri, da Pamela Mishkin di OpenAI (il produttore di ChatGPT) metà dei 158 milioni di occupati americani rischia di perdere il posto o di dover competere al ribasso sul proprio salario a causa appunto dell’Intelligenza Artificiale.

I casi sono i più svariati. Si va dalla copywriter che lavora a Londra a cui è stato tolto il lavoro a causa di ChatGPT che scrive i testi al posto suo, passando all’informatico che lavora per una multinazionale che fa “programmare” software automatizzati al posto delle persone, arrivando a una curiosa situazione in cui un lettore dice di voler rivolgersi alla IA al posto dello psicanalista perché in effetti “il computer non è empatico, non ha sentimenti, non capisce quello che scrive, ma è in grado di replicare perfettamente la conoscenza relativa ai meccanismi dell’inconscio, se ben addestrato. È puro addestramento, ma di una qualità ad oggi inaudita”.

Tutte cose che fanno molto riflettere e che ci mettono di fronte a diverse domande, domande che abbiamo sempre trovato solo nei libri di fantascienza.
Siamo sicuri che la copy fosse abbastanza brava per la cliente che l’ha mollata? Sarebbe anche possibile supporre che, se gli stessi risultati li si raggiunge con una IA, allora il problema non è la IA.

Oppure, visto il grande numero di persone che fanno “gli analisti”, è possibile pensare che una macchina li superi in qualità delle diagnosi proprio grazie al fatto di avere una immensa mole di dati sui cui lavorare?

O, di nuovo: programmare software è qualcosa che si piazza tra la preparazione, l’aggiornamento e la tecnica e l’intuito. Non è possibile che una macchina ben addestrata sia in grado di amalgamare questi tre ingredienti meglio di un programmatore, se lo stesso è un mediocre programmatore?

Non so cosa pensare ma credo che le IA saranno in grado di sostituire solo chi non è in grado di evolvere o che ha preso una strada, diciamo, non consona alle proprie caratteristiche.
E questi si, molto probabilmente si dovranno reinventare, trovare le proprie attitudini vere o fare qualcosa che le IA non possono fare. Come la pizza.

Tu cosa ne pensi? Stiamo bonificando il mercato dalla mediocrità o stiamo sostituendo bravi professionisti con macchine solo perché costano meno?

B2B in piena trasformazione

Un ordine su cinque è scambiato con strumenti digitali. Questa è la fotografia del Politecnico di Milano. É interessante vedere come l’incidenza dell’ecommerce B2B sul totale transato B2B stia aumentando negli anni. Vedere infatti un segno positivo di crescita, anno su anno, è il dato che ci interessa.

“Ci interessa ma non ci soddisfa”, ha detto qualche giorno fa Paola Olivares, Direttrice Osservatorio B2B, durante un evento del Consorzio Netcomm. Già perchè il valore del 21% (vedi immagine) è ancora un po’ bassino se vogliamo arrivare a una diffusione e un utilizzo del digitale nelle nostre aziende.

Come far crescere il B2B italiano? Purtroppo siamo sempre lì: occorre investire in digitale. E per farlo servono competenze, capire che bisogna creare una infrastruttura tecnologia e adottare un approccio collaborativo con il cliente. Sempre secondo il Politecnico, solo il 9% delle imprese italiane si è mossa pienamente secondo queste direttrici.

Formazione e consulenza sono le aree d’investimento maggiori nei prossimi mesi, in linea con uno sviluppo organizzativo per il digitale dove prevale l’uso di personale interno da formare. Ma gli investimenti attesi toccano tutti i principali ambiti del B2B Digital Commerce, quali marketing e contenuti, sito e-commerce B2B e applicazioni, logistica e sistemi di pagamento.

Contenuti che contengono storie

Fare una storia su TikTok, Snapchat o Instagram o creare un video su YouTube sono la stessa cosa. Ed è la stessa cosa che scrivere un post su Linkedin, o un breve messaggio su Twitter o un articolo su blog o un contenuto via newsletter. Sono SOLO forme diverse di uno stesso contenuto. E hanno tutte in comune un elemento chiave. Sono contenuti che contengono storie.

Sono schegge di potenza di quello che vogliamo comunicare.

Oscar Wilde afferma che “Forma e contenuto non possono essere distinte in un’opera d’arte, sono una cosa sola.”

Il contenuto arriva sempre prima della forma.

“Prenditi tutto il tempo che ti serve”, ripeto sempre nella mia academy, è un mantra che accompagna ogni nostra esercitazione è quella parte “lenta” che rende poi tutto il resto “veloce.”

Provaci anche tu, dedica tutto il tempo che ti serve per esplorare il contenuto e porta attenzione su cosa vuoi comunicare, entra nella sostanza del tuo messaggio senza pensare ancora a dove e come lo vorrai veicolare.

C’è troppa urgenza e fretta in questo passaggio, spinti dalla foga di pubblicarlo e di godere delle prime interazioni che arrivano.

Arriveranno solo dopo e, saranno tante e il nostro contenuto diventerà virale, se e solo se, abbiamo curato bene la creazione del nostro contenuto.

Poi possiamo decidere se sarà un post su questo o quel social, un messaggio da podcast, un video su Tiktok o tema per un workshop o altro ancora.

Il tempo è il nostro miglior alleato, prendiamocelo.

La curiosità ci salverà dall’algoritmo? Dipende da quanto sei curioso…

La parola curiosità deriva dal latino “curiositas”, con il significato di “prendersi cura di” o “occuparsi di”. Il significato si è evoluto nel corso del tempo ed ha subito diverse influenze culturali e sociali. Oggi, la curiosità è considerata un motore per lo sviluppo personale. Essere curiosi può aiutare a superare sfide, affrontare nuove situazioni con una mente aperta, portare ad una maggiore creatività.

E’ una scintilla che accende la passione per l’apprendimento e spinge a mettere in discussione ciò che sappiamo, ad avventurarci in territori disparati, a lasciare la nostra comfort zone. Nel mondo del lavoro, può portare ad acquisire nuove competenze, a diventare più competitivi, a generare soluzioni innovative. La storia è piena di prodotti nati grazie alla “curiosità”!

Per millenni l’essere curioso ha contribuito allo sviluppo del genere umano, oggi tale caratteristica sembra essere insidiata e sostituibile con algoritmi ed intelligenza artificiale (AI).

Se le AI permettono di generare contenuti, report, preventivi, favole, musica, righe di codice o immagini, partendo da istruzioni date in linguaggio naturale, cosa ne sarà della curiosità? Avrà ancora senso essere curiosi? Come, quando, quanto e perchè la curiosità potrà ancora influenzare il nostro successo personale e professionale?

Il libro, che abbiamo il piacere di editare e presentare, esplora attraverso l’esperienza diretta di 25 professionisti e manager in diversi ambiti, dalla scienza alla comunicazione e al marketing, dal digitale alla formazione, dalla creatività all’impresa e al lavoro, come la curiosità può influenzare la nostra vita.

L’editore e gli autori hanno scelto di donare l’utile di questo lavoro a “Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro ETS”. Per ogni copia venduta saranno donati 5,00 € per la ricerca.

Autori: Alessandro Angelelli, Daniele Rimini, Bruna Corradetti, Daniele Mancini, Annunziata Di Lecce, Massimo Giordani, Giulia Bezzi, Paul K. Fasciano, Katia Bovani, Sergio Bellucci, William Nonnis, Alessio Alessandrini, Luca Bozzato, Roberta Zantedeschi, Antonella Brogi, Cristiana Caserta, Monia Ciocioni, Davide Giansoldati, Danilo Spanu, Daniele Mancini, Alberto Pasquini, Vito Verrastro, Luca Alberigo, Roberto Borgia, Maurizio Primanni, Roberto Mancini.