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Sei pronto ad imparare da tuo figlio?

Ogni settimana una domanda sul digitale, dalla Newsletter LinkedIn To Be Digital, con il mio punto di vista, ma curioso di conoscere il tuo! Lavoro nel digitale da oltre 20 anni, esattamente dal 1999. Per collegarsi ad Internet c’erano i modem (con i fili!), facevano un sacco di suoni strani e per aprire una pagina ci voleva un’eternità. Appena laureato fui assunto da una multinazionale italiana, creammo uno dei primi ecommerce italiani, vincemmo il premio WWW de IlSole24Ore e la società si quotò in borsa. Dovrei conoscere la materia.

E invece no!

Mi giro, guardo mia figlia, 14 anni e vedo un marziano. Siti, social, app e terminologie utilizzate sono distanti da tutto quello che so, o penso di sapere sul tema. Ma io sono curioso ed allora inizio ad indagare. Con discrezione, non sia mai invadere lo spazio vitale digitale di un nativo… E scopro che tra noi vi è un abisso, uno spazio (digitale) incolmabile. In pratica la stessa differenza che probabilmente c’era tra un Sapiens ed un Neanderthal. Lei è una nativa, io un immigrato. Se vorrò sopravvivere nei prossimi anni dovrò chiederle aiuto ed accettare l’idea di imparare da una più giovane di me.

Prova a pensarci, è la prima volta che accade nella storia dell’umanità, il mondo sarà rovesciato. E’ un passaggio culturale oltre che “fisico”.

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Chi ha più di 20 anni si trova a vivere da immigrato, è un dato di fatto. E’ come un anfibio: mezzo analogico e mezzo digitale. Solo che la metà digitale si sta adattando, è un corpo in evoluzione, ancora tutto in divenire. Di contro ci sono “esseri” che sono nati tutti digitali. La vita dell’immigrato non è mai stata semplice, ma stavolta è anche peggio, perchè il processo di “adattamento” dovrà continuare per il resto della vita. Occorre acquisire la consapevolezza che mai si potrà uguagliare chi nasce digitale.

Ed eccoci allora al punto della questione. In questo contesto è a mio avviso necessario formare alla formazione i nativi. Perché non sta scritto da nessuna parte che questi capiscano l’importanza, abbiano voglia o siano capaci di “formare” i propri genitori, zii, nonni.

Esempio pratico di sopravvivenza digitale

Mia madre ha 68 anni ed io 48. L’ho dovuta aiutare ad “accettare”, poi ad utilizzare: l’home banking, lo Spid, la prepagata, l’acquisto online, le ricette del medico via mai, il greenpass con qr code… Per non parlare di quello che succede quando cambia telefonino o clicca “a caso”, attivando servizi indescrivibili. Solo 20 anni di differenza.

Esempio pratico di lavoro digitale

Mi occupo di digital marketing da oltre 20 anni e mi ritrovo “costretto” a chiedere a mia figlia come funziona l’ultima features di Instagram, la “lente” di Snapchat, l’App per editare i video che pubblico sui social, i (non il) metaversi che frequenta! Gli Nft me li ha “presentati” lei… poi li ho studiati.

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La convivenza tra nativi digitali ed immigrati non sarà affatto semplice, con i primi proiettati totalmente nei loro mondi (e realtà) sempre più virtuali, i secondi legati da un cordone ombelicale al fisico. La comunicazione, il marketing, gli stessi ecommerce vanno ripensati, cambiati, ibridando sempre più reale e virtuale. Ma tutto questo va fatto ascoltando ed imparando da chi è più giovane.

I nativi dovrebbero comprendere le difficoltà degli immigrati, questi ultimi capire che il cambiamento è irreversibile ed accettare l’idea di chiedere loro aiuto.

La domanda allora è: “Sei pronto ad imparare da tuo figlio?”

P.S.

Il libro To Be Digital è gratuito nella versione Kindle fino a domani. Scaricalo!

In aumento gli attacchi informatici: soluzioni anti malware

Aumentano i dati, aumenta il loro valore, di conseguenza aumentano gli attacchi informatici per rubarli, per prevenire il cyber crime è indispensabile installare soluzioni anti malware, vediamo come scegliere.

Rapporto Clusit 2021

Come ogni anno l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (Clusit) ha redatto il  Rapporto CLUSIT 2021. Il documento inizia con una panoramica degli eventi di cyber-crime più significativi avvenuti a livello globale nel 2020. Confrontando i dati con quelli raccolti nei 4 anni precedenti. In sintesi ecco cosa emerge:

  • 1.871 attacchi gravi di dominio pubblico rilevati nel corso del 2020. Si tratta di eventi con un impatto sistemico in ogni aspetto della società, della politica, dell’economia e della geopolitica. In termini percentuali, nel 2020 l’incremento degli attacchi cyber a livello globale è stato pari al +12% rispetto all’anno precedente. Negli ultimi quattro anni il trend di crescita si è mantenuto pressoché costante, facendo segnare un aumento degli attacchi gravi del 66% rispetto al 2017.
  • Nello specifico settore della Sanità, il 55% degli attacchi a tema Covid-19 è stato perpetrato a scopo di cybercrime, ovvero per estorcere denaro. Con finalità di “Spionaggio” e di “Information Warfare” nel 45% dei casi.
  • Nel 2020 gli attacchi rilevati e andati a buon fine hanno avuto nel 56% dei casi un impatto “alto” e “critico”. Il 44% è stato di gravità “media”.
  • Tra i settori colpiti da attacchi cyber gravi negli ultimi dodici mesi, spiccano i “Multiple Targets”: 20% del totale. Si tratta di attacchi realizzati in parallelo verso obiettivi molteplici, spesso indifferenziati, che vengono colpiti “a tappeto” dalle organizzazioni cyber criminali, secondo una logica “industriale”.

I principali attacchi informatici

Nel 2020 gli attacchi informatici sono stati messi a segno prevalentemente utilizzando Malware (42%), tra i quali spiccano i cosiddetti Ransomware. I Ransomware sono una tipologia di malware che limita l’accesso ai dati contenuti sul dispositivo infettato. Richiedono un riscatto e sono utilizzati in quasi un terzo degli attacchi (29%). La diffusione è in significativa crescita (erano il 20% nel 2019), sia in termini assoluti che in termini di dimensioni dei bersagli e di ammontare dei danni.

Seguono le “tecniche sconosciute” (in riferimento alle quali prevalgono i casi di Data Breach, per il 20%). Mentre Phishing & Social Engineering continuano ad essere la causa di una buona parte degli attacchi (15% del totale). Si registra inoltre negli ultimi dodici mesi una crescita degli attacchi sferrati per mezzo di vulnerabilità note (+ 10%), precedentemente in calo (-29% nel 2019 rispetto al 2018).

Soluzioni anti malware

Per prevenire il cyber crime è indispensabile installare una protezione contro gli attacchi informatici. Il mercato è pieno di soluzioni anti malware (ad link), nella scelta vanno cercate le soluzioni che:

  • offrono la migliore protezione verso le minacce esistenti, ma che garantiscano anche copertura per quelle future;
  • non compromettano le prestazioni del pc (ad esempio rallentandone l’utilizzo);
  • tutelino i dati personali e la privacy.

Un prodotto che funziona perfettamente sia con Windows, che con MacOS, Android ed iOS è Bitdefender Total Security. Si tratta di una soluzione all in one. Tra le tante soluzioni anti malware, un solo prodotto per proteggere tutti i tuoi dispositivi! Senza rallentarli. Nei test di comparazione con altri software di sicurezza Bitdefender Total Security si è posizionato al primo posto, sia per quanto concerne la migliore protezione che il minor impatto sulle prestazioni.

Tra le principali caratteristiche del prodotto:

  • rilevamento delle minacce imbattibile per fermare i malware più sofisticati;
  • tecnologie innovative per proteggerti dagli attacchi zero-day;
  • protezione da ransomware multi-livello per mantenere i tuoi file al sicuro;
  • VPN sicura per una completa privacy online e 200 MB/giorno/dispositivo;
  • controllo genitori avanzato per proteggere le attività online dei bambini;
  • minimo impatto sulle prestazioni del sistema.

Malware e Ransomware

Con malware indichiamo un “Malicious Software”, ovvero un software dannoso progettato per ottenere l’accesso ad un computer, inducendo il proprietario, con l’inganno, ad installare un determinato software.

Può tracciare ciò a cui l’utente sta effettuando l’accesso dal proprio computer e può causare danni senza che lui ne sia consapevole. I malware si presentano maggiormente nella forma di keylogger, virus, worm o spyware.
I malware possono essere usati per rubare informazioni sensibili o per spargere virus via email.

Differente è il ransomware, un particolare tipo di malware che blocca il computer e proibisce al proprietario l’accesso, la finalità è ottenere un “riscatto”, generalmente richiesto in Bitcoin o altra criptovaluta.

Spesso questi software bloccano i file usando una chiave privata che solo l’autore del ransomware conosce. Importante considerare che anche pagando il riscatto non è detto che il pc riprenda a funzionare correttamente e che i dati non siano “compromessi”.

Bitdefender (ad link) è tra le aziende leader nel mercato delle tecnologie di sicurezza informatica, sempre attento ad innovare per anticipare i nuovi malware. Bitdefender collabora con organizzazioni governative, grandi aziende, PMI e privati in più di 150 paesi, con oltre 1.600 dipendenti, di cui 800 tra ingegneri e ricercatori.

Essere digitale per un’azienda: informare o comunicare?

Terzo numero della newsletter ToBeDigital e terzo stimolo con domanda sul digitale. Con il mio punto di vista, ma soprattutto con la curiosità di conoscere il tuo!

“Emettiamo più di quanto siamo in grado di ricevere. Ma continuiamo ad emettere perchè paradossalmente, nell’era della comunicazione niente è più importante del comunicare”.

Quanto è attuale questa frase? Beh la scriveva Al Ries, era il 1980. Non c’era internet, non c’erano i social, non c’erano gli smartphone. Poi è arrivato il world wide web ed i social network (LinkedIn nasce nel 2002). Nel 2007 il primo smartphone (IPhone) che ha permesso a tutti di essere online, sempre, ovunque: la democratizzazione di Internet.

E’ interessante notare come già 40 anni fa si parlava di comunicazione e non di informazione. Si perchè c’è una bella differenza. L’informazione è un insieme di dati, che ha un valore per chi la riceve ed apporta un aumento della conoscenza. La comunicazione invece è un processo relazionale, in cui due o più individui negoziano un insieme di significati condivisi.

Stefano Rolando scrive in proposito: “Nel sistema pubblico istituzionale se dovessi spiegare la differenza direi che è informazione ciò che ti sto dicendo io adesso, comunicazione cosa tu hai capito. Inquadrando i due concetti sempre all’interno di una dialettica per cui tu hai capito quello che la tua sensibilità, il comune contesto, la mia capacità di spiegare ha costruito”. Ed eccoci allora alla domanda di questa newsletter.

Un’azienda è in Rete per informare o comunicare?

Nella prima fase di Internet poteva sicuramente avere senso essere online per informare. Oggi molto meno. La Rete è un continuo “scambio” di informazioni, con l’emittente che diventa ricevente e viceversa, quindi luogo di comunicazione per eccellenza.

A prima vista quale luogo più idoneo per comunicare se non i social network? Ma attenzione. I social network sono strumenti di comunicazione? Come sostiene l’amico Sergio Bellucci: “I social network nascono con lo scopo di socializzare, anzichè comunicare. Tanto più che un profilo privato su Facebook, ad esempio, ha un limite imposto a 5000 amici!

Il fatto che in molti utilizzino i social convinti di poter parlare (o comunicare) al mondo è una forzatura, attraverso l’utilizzo di uno strumento improprio”. Questo per dire che si, attraverso i social network si può fare comunicazione, ma non si può declinare tutta la comunicazione aziendale ai social.

Ed ancora, non tutta l’attività svolta sui social da un’azienda ricade nella sfera della comunicazione. Un esempio: il social media influencing è un’attività di tipo prevalentemente informativo (valutato con le interazioni), mentre il social media networking è basato (e valutato) sulle conversazioni.

Mantenere viva la conversazione con i contatti, aumentare il grado di conoscenza reciproca, il grado di fiducia e di appartenenza alla community richiede un grande sforzo perché, a differenza delle interazioni (informazioni), gestire le conversazioni implica il trattare ognuna di esse singolarmente, perché uniche, dunque necessarie di attenzione, cura e sforzi.

Per ogni azienda che vuole essere digitale è necessario comprendere che la Rete permette di informare un grande numero di potenziali clienti, ma che lo stesso strumento alza l’asticella, perchè con ognuno di essi si potrebbe “instaurare” una comunicazione (nell’accezione che ne da Rolando) che deve essere pertanto personalizzata, specifica e tempestiva.

Ulteriori approfondimenti dell’argomento nel libro To Be Digital.

5 caratteristiche dell’Essere Digitale

Questo articolo è il primo tratto dalla Newsletter settimanale To Be Digital di LinkedIn. Ogni volta cercherò di proporti uno stimolo con domanda sul digitale, dandoti il mio punto di vista, ma curioso di conoscere il tuo!

Luciano Floridi parla di società delle mangrovie per descrivere il mondo in cui viviamo. Un universo sempre più indistinto in cui reale e digitale si fondono. E’ a mio avviso la condizione in cui si trovano a vivere per lo più gli immigrati digitali, ovvero tutti coloro che in questo mondo sono arrivati dopo, a differenza dei nativi. Ed eccoci alla domanda della newsletter.

Esistono delle caratteristiche, delle qualità intrinseche nei nativi digitali, che potremmo sfruttare noi immigrati per vivere meglio in questo mondo nuovo?

Ne ho individuate 5:

1.   CURIOSITA’: la curiosità ci distingue dalla macchina. Per quanta intelligenza artificiale essa possa contenere, nessuna macchina potrà mai essere curiosa. Oltretutto ognuno di noi è curioso in modo diverso, non replicabile. Solo la curiosità ci può salvare in questo mondo che tende ad etichettarci e collocarci in “bolle” tramite algoritmi che conoscono tutto di noi. “Siamo come surfisti che fanno acrobazie sulla cresta delle onde, viviamo in superficie e viaggiamo veloci” (Alessandro Baricco, I Barbari). Ma una volta che qualcosa ti incuriosisce la Rete ti offre l’opportunità di approfondire, di andare in profondità, a curiosare. Ed allora sii curioso e nessun algoritmo riuscirà a catalogarti!

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2.   CORAGGIO: essere curiosi comporta il coraggio di fare, di sperimentare. In Rete vince chi fa. Meglio testare un prodotto che ritardarne il lancio per costruirne una versione finale perfetta. Anche perché sarà sempre il cliente a decidere se lo è. Ancora meglio se nella fase di test e definizione della versione finale riuscirai a coinvolgere il potenziale cliente (ti dice niente il concetto di prosumer?). Osare e rompere gli schemi. Una bellissima frase contenuta nel libro Transformation di Emilio Iodice dice “l’opposto di coraggio non è codardia, ma conformità”. Osa!

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3.   CONDIVISIONE: #thinkdoshare è l’hastag che utilizzo spesso a chiusura dei miei post su LinkedIn, proprio a sottolineare come la curiosità, la voglia di fare ed infine la condivisione siano un unicum indivisibile alla base dello sviluppo di questo mondo digitale. Pensa al software open source o alla sharing economy. La condivisione è una vera e propria “filosofia” di vita, sostenuta da tutti i nativi digitali. Più condivisione, più conoscenza, più opportunità. Non ragionare da vecchio, non temere che qualcuno ti rubi l’idea. Condividi!

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4.   COGLIERE LE OPPORTUNITA’: il digitale amplifica le opportunità di fare impresa. E’ un mondo in cui non sono più necessari grandi capitali per iniziare. Sono famose le storie delle startup delle Silicon Valley nate nei garage. E’ una visione romantica, che forse oggi non è più reale, ma resta il fatto che nel mondo digitale una buona idea può essere testata e validata con un investimento relativamente limitato (almeno nella fase di startup). Il popolo digitale è curioso, agisce in base ai propri istinti e sperimenta, cogliendo al volo le occasioni che gli si prospettano. Non lasciarti sfuggire l’opportunità che potrebbe cambiarti la vita, testala, condividila, modificala e via!

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5.   VOGLIA DI IMPARARE: puoi essere un esperto, un professionista, un cultore della materia, stai tranquillo che nel mondo iper connesso e digitale ci sarà sempre qualche nerd più nerd di te! Qualcuno che ne sa di più, in grado di smontare le tue certezze e conquistare il tuo spazio. Quindi, non prenderti troppo sul serio, c’è sempre da imparare (lifelong learning?). Soprattutto dai più giovani, perchè questo è un mondo capovolto! D’altronde lo diceva già Socrate: “So di non sapere”. Poi ce ne siamo dimenticati e siamo diventati tuttologi…

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Cosa ne pensi? Intravedi altre qualità? Potresti suggerirle, motivandole? La ricerca delle caratteristiche dell’Essere Digitale è tutt’altro che chiusa!

Ulteriori approfondimenti dell’argomento nel libro To Be Digital.

NFT mania: cosa sono e come funzionano i non fungible token

Cosa è un NFT? E’ un’unità di dati univoca che può essere utilizzata per certificare la proprietà di una risorsa digitale. Gli NFT vengono creati utilizzando la tecnologia blockchain (solitamente quella di Ethereum) e possono rappresentare qualsiasi oggetto digitale (foto, opere d’arte, meme, musica, oggetti da collezione digitali, persino tweet!). In pratica “l’idea alla base degli NFT è stabilire quale delle tante copie digitali sia l’originale e chi la possiede” (Fonte IlSole24Ore).

Nft nel mondo digitale

Gli NFT esistono da qualche anno, ma nell’ultimo periodo sembra che il loro mercato sia esploso. Da qualche giorno Ubisoft ha lanciato i Digits, i primi NFT (token non fungibili) utilizzabili in un gioco HD. In pratica i giocatori possono “arricchire” il proprio personaggio digitale con elementi in edizione limitata (che un domani potranno rivendere). Ma attenzione! Si tratta di pura “estetica”, in quanto gli elementi non influenzano le prestazioni del giocatore.

E sta proprio qui il bello (o il brutto, fate voi), in pratica sono solo status symbol, che sbarcano in rete! Non a caso ho scritto “arricchire”. C’è chi è disposto a pagare per avere un elmetto o un fucile, che non proteggono ne sparano meglio di quelli “base”, ma che solo pochi possono avere, limitededition. Esattamente come accade nel mondo reale. D’altra parte chi gira con una Ferrari Portofino in centro a Roma non lo fa mica per sfruttare i 620 cavalli…

P.S.

Su The Sandbox (un metaverso virtuale in cui i giocatori possono giocare, costruire, possedere e monetizzare le proprie esperienze virtuali) una serie di ville (virtuali) costruite sul territorio (digitale) è andata esaurita in sole 24 ore. Il loro prezzo? Circa 280.000 dollari l’una. Ma le ville erano più di una, quindi c’è stato chi ha deciso di comprarsi il Metaflower Super Mega Yacht, pezzo unico, per soli 650.000 $. Tutto finto, tutto virtuale, digitale… ma siamo sicuri che conti qualcosa?

Il tuo E-commerce, facile con GoDaddy

Nel corso degli ultimi due anni la pandemia ha introdotto molte novità e consolidato altre usanze soprattutto nel mondo del digitale. Una su tutte l’ormai abitudine a fare acquisti online. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano nel 2020 l’e-commerce B2c di prodotto ha registrato una crescita del +45% e nel 2021 la crescita prevista è del 19%.

Le aziende più informate non sono state a guardare e secondo i dati riportati dall’Osservatorio Piccole Imprese 2021, durante la pandemia il 46% delle micro e piccole aziende italiane ha modificato il proprio modo di fare business e il 14% ha aperto un proprio negozio online o lo ha sviluppato ulteriormente.

E-commerce per aumentare le vendite

Questi dati e le previsioni future fanno pensare che il momento giusto per investire in novità digitali sia proprio ora. Se ancora non avete una piattaforma e-commerce o volete migliorare la vostra già realizzata non attendete ancora. Sono molte le soluzioni offerte ma non tutte rispondono effettivamente alle vostre esigenze. Oggi vi presentiamo una novità lanciata da GoDaddy, piattaforma leader nel mondo del cloud con 20 milioni di clienti e 80 milioni di domini registrati.

GoDaddy E-commerce, il tuo negozio online

GoDaddy E-commerce è un nuovo strumento messo a disposizione per aumentare le vendite e rilanciare il proprio business. Questo nuovo strumento risulta semplice nell’utilizzo, graficamente flessibile ed al tempo stesso molto funzionale. Basterà scegliere uno dei tre piani messi a disposizione, anche in prova gratuita per 30 giorni, e creare il tuo nuovissimo E-commerce aperto in tutto il mondo 24h, inizia subito a vendere ovunque i tuoi prodotti.

I vantaggi di un E-commerce GoDaddy

Gli E-commerce, come ben sappiamo portano con se molti vantaggi ma anche tanto impegno ed investimenti generando spesso confusione e stress, per questo vi consigliamo una piattaforma unica con cui fare tutto, scopriamo insieme i vantaggi con GoDaddy.

  • Multilingua: Il vostro e-commerce sarà multilingua pronto per vendere in qualsiasi parte del mondo creando sicurezza nei vostri clienti
  • Social: I vostri profili saranno collegati alla piattaforma aumentando così la platea di potenziali clienti e fan.
  • Tutto in uno: Ogni singola azione, modifica, vendita, promozione, gestione del vostro negozio online avverrà attraverso un unico pannello di controllo sicuro e semplice da usare.
  • Pagamenti: I vostri clienti si sentiranno coccolati mettendo loro a disposizione oltre 40 metodi diversi per poter pagare i loro acquisti online sulla vostra piattaforma
  • Estetica: Avete a disposizione molti modelli grafici, tutti adattabili a qualsiasi device, e completamente personalizzabili, cosi da scegliere quale è il miglior modo per poter promuovere nel mondo i vostri prodotti
  • Qualsiasi cosa: Non ha importanza quanti e quale siano i tuoi prodotti o servizi che vuoi mettere in vendita online, con il piano “illimitato” la piattaforma GoDaddy E-commerce diventa illimitata per un qualsiasi numero di prodotti o servizi da caricare.

Cosa aspetti, prova subito questo il nuovo prodotto GoDaddy E-commerce e non lo lascerai più.

Nascondere il tuo IP per rompere le restrizioni online

Nascondere l’indirizzo IP è un modo per proteggersi da hacker e per rompere le restrizioni ad alcuni siti internet che potrebbero essere sottoposti a censura.

Come si nasconde l’indirizzo IP? Semplice: mediante l’uso di una VPN. Fai un test con VPN gratuite e scegli la migliore (ad link).

La VPN è una tecnologia che consente a chiunque di navigare in modo sicuro. Il suo compito è infatti quello di nascondere l’indirizzo IP e mantenere private le attività dell’utente online.

E’ legale nascondere l’indirizzo IP?

A volte gira voce che nascondere l’indirizzo IP sia illegale. Tuttavia, si tratta di un pettegolezzo infondato, forse per creare un po’ di mistero circa la navigazione protetta o per consentire agli hacker di spiare le attività online degli utenti.

Nascondere l’indirizzo IP non è illegale. Quando un utente sceglie di navigare in incognito non è neanche tenuto a specificare per qualche motivo lo stia facendo. Contro ogni aspettativa, anche in paesi controllati come la Cina nascondere l’indirizzo IP è consentito ed è anche un diritto di chi naviga in internet.

Come nascondere l’indirizzo IP?

Ci sono svariati modi per nascondere il proprio indirizzo IP e bypassare i blocchi geografici e le censure che ne derivano. Infatti, esistono dei software creati appositamente per mascherare l’indirizzo IP e consentire all’utente una navigazione più protetta.

Essi sono moltissimi e tutti diversi, alcuni persino gratuiti. Diffida da chi ti dice che gli strumenti gratis per installare una VPN sono poco efficaci. Ce ne sono alcuni veramente validi e a cui vale la pena affidarsi.

Perché nascondere l’indirizzo IP?

Quando navighiamo online non pensiamo che tutto ciò che stiamo facendo può essere monitorato. Le nostre attività e i nostri dati personali potrebbero finire così nelle mani sbagliate e metterci in pericolo.

Mascherare l’indirizzo IP significa tutelare la privacy online. Ma non solo: ecco validi motivi per installare una VPN e nascondere il tuo indirizzo IP.

Impedisci il tracciamento dalle reti pubblicitarie

Grandi aziende del web hanno il permesso di tracciare le attività online degli utenti per offrire annunci pubblicitari mirati a ognuno. Per continuare a usare i servizi di queste aziende senza che raccolgano i tuoi dati personali, usa una VPN. Questo ti consentirà di navigare senza invadenti messaggi pubblicitari.

Mascherare l’attività dall’ISP

I provider di servizi Internet (ISP) tracciano le attività online dei loro clienti tramite il tuo indirizzo IP. In questo modo, i dati sono esposti a rischi e vendibili a terzi senza consenso. Di nuovo, le informazioni da te fornite verranno utilizzate per ricerche di marketing e pubblicità mirate.

Con una VPN l’ISP vede solo la connessione alla rete, ma non le ricerche o altri dati sensibili.

Nascondere le ricerche sensibili

Ci sono persone che navigano in internet, per lavoro o per passatempo, finendo spesso su siti internet dai contenuti particolarmente sensibili. Pensa a un giornalista che deve condurre un’inchiesta o a un agente di polizia che deve indagare su un caso.

Di solito le informazioni raccolte sono sensibili e segrete, quindi l’utente in questione potrebbe non volere che le ricerche siano ricondotte a lui. Nascondere l’indirizzo IP significa mantenere queste ricerche private e anonime.

Proteggere i dati dalla sorveglianza governativa

Sono molti i paesi che monitorano l’attività online dei propri cittadini. Il Governo si intromette nella vita delle persone e fa in modo di intervenire per mantenere l’ordine o per censurare dei contenuti vietati.

Per ovviare a questa tendenza, è bene navigare in incognito. L’unico modo per non consentire ai governi di intaccare la propria privacy è quello di usare una VPN, nascondere l’indirizzo IP e continuare a navigare tranquillamente.

Aggirare le barriere geografiche

Ci sono dei paesi che censurano tutta una serie di siti e servizi online. Per chi lavora, o per chi vuole godersi un film in streaming o dei contenuti video, non poter accedere ad alcune parti del web potrebbe essere un bel problema.

Non sempre funziona, ma mascherare l’indirizzo IP può aiutare ad aggirare le restrizioni. Attraverso un provider VPN è possibile far figurare che la navigazione provenga da un altro server in un altro paese. Il sito Web o il servizio online, convinto che la ricerca avvenga in un’altra zona geografica, sbloccherà le restrizioni.

Le VPN aggiungono maggiore sicurezza alla navigazione, consentendo una permanenza online crittografata e lontana dagli occhi indiscreti degli hacker.

Come inviare un telegramma dal cellulare

E’ possibile inviare un telegramma dal cellulare? E’ una domanda che ricorre spesso nel web. Proviamo a fornire qualche informazione in più ed alcuni suggerimenti utili a chi vuole inviare un telegramma con il proprio smartphone.

Ci sono negli ultimi anni alcune cose che non potremmo in alcun modo raccontare ai nostri nonni. Perché non crederebbero a ciò che sentono. Ce ne sono, inoltre, molte altre che anche i nostri genitori faticano a credere possibili.

In realtà il genere umano si è da sempre evoluto, con costanti scoperte. Una perenne ricerca di sempre nuove soluzioni con un unico grande obiettivo: migliorare la propria qualità di vita.

Questo percorso è sempre avvenuto sin dall’apparizione dell’uomo sulla Terra. Tuttavia, negli ultimi decenni, c’è stata una decisiva e sempre crescente accelerazione.

Ovviamente tutto questo è frutto dell’imporsi nelle nostre vite della tecnologia, alla quale l’avvento della rete internet ha dato una spinta fondamentale. Ciò che facciamo oggi non è neanche lontanamente paragonabile a ciò che avveniva alla fine del secolo scorso. E stiamo parlando semplicemente di un ventennio fa.

Molti, almeno i non appartenenti alla generazione dei nativi digitali, ricorderanno come fosse normale uscire di casa dopo aver preso appuntamento in un determinato posto con altre persone. E da quel momento non avere più alcun contatto con loro. Una volta fuori casa nessuno poteva ricevere più telefonate o messaggi. Prospettare oggi un mondo del genere apparirebbe come una immotivata follia.

Una società perennemente connessa

Viviamo in una realtà iperconnessa, perennemente in contatto con il resto del mondo per qualsiasi motivo, sia privato che lavorativo. Se provassimo a chiederci perché il mondo si stia muovendo in quella direzione, troveremmo probabilmente la risposta nel fatto che l’uomo tende naturalmente a ricercare nel progresso una moltitudine di soluzioni che gli consentano di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

La rete ci permette di poter effettuare una enorme quantità di operazioni. Di diversa natura senza muoverci da casa. Aumentando notevolmente la quantità di input che riceviamo e di feedback che inviamo con una limitatissima attività reale.

È proprio ragionando in questa direzione che sono nate una serie di attività volte a ottimizzare i nostri risultati. Sulla base di questa logica si è ragionato su quali fossero le attività che richiedessero il nostro impegno. E che si potessero surrogare eliminando la necessità della presenza fisica e degli spostamenti.

La posta online

Con la nascita di LetteraSenzaBusta si ha oggi la possibilità di effettuare online, comodamente seduti sul divano di casa, una serie di operazioni che in passato ci vedevano affrontare lunghe file alla Posta. Intenti a fissare quel numero che avevamo preso all’ingresso e che ci separava dal nostro turno.

Fra queste operazioni, ad esempio, collegandoci al sito LetteraSenzaBusta.com o scaricando l’app possiamo in pochi semplici passi inviare un telegramma da cellulare (ad link).

Inviare un telegramma da cellulare

Si tratta di un messaggio cartaceo di breve durata e spedito con urgenza per motivi quali l’invio di condoglianze, di congratulazioni o gli auguri. Grazie alla funzione Telegramma Low Cost del sito LetteraSenzaBusta è possibile inviare un telegramma online in qualsiasi momento della giornata. Direttamente dal proprio computer, dallo smartphone o dal tablet. Eliminando il problema delle file all’ufficio postale. Oltre all’invio, il sito offre anche la possibilità di tracciare costantemente la spedizione della propria comunicazione. Verificando la consegna attraverso il ricevimento di una email.

L’invio del telegramma avviene tramite una procedura estremamente semplice. Composta dall’inserimento del mittente, del destinatario e della frase da spedire per poi effettuare la registrazione e il pagamento.

Qual è il valore legale del telegramma online

Il telegramma online ha il medesimo valore legale e la stessa opponibilità ai terzi di un telegramma spedito dall’ufficio postale. O tramite telefonata al numero istituito per la dettatura dei telegrammi. La prova della spedizione fa fede anche in giudizio e fa presupporre la ricezione e la conoscenza da parte del destinatario. Sul quale, eventualmente, ricade l’onore della prova per dimostrare il mancato ricevimento.

A livello probatorio, un telegramma ha la medesima efficacia di una qualsiasi scrittura privata. Nel caso in cui l’originale consegnato all’ufficio di partenza venga sottoscritto dal mittente o, in alternativa, se è stato consegnato o fatto consegnare dal mittente, anche in assenza di sottoscrizione.

Come scegliere il miglior servizio di hosting web

In questo articolo scopriremo cos’è il servizio di hosting web e come scegliere il miglior prodotto tra quelli offerti sul mercato.

Hai un’attività e stai valutando la possibilità di realizzare un sito web per incrementare le vendite? Bene, prima ancora di scegliere il programma da utilizzare (o l’agenzia cui affidarsi) per “costruire” il sito, lo step da compiere è scegliere il nome di dominio. Per farlo bisogna ricercare tra i nomi a dominio liberi. La verifica è molto semplice e completamente gratuita, poichè rientra tra i servizi offerti dalle aziende che offrono il servizio di hosting. Già, ma cos’è un hosting web?

Proviamo con un esempio, per chi non fosse uno “smanettone”, esperto del settore e del linguaggio informatico. Se paragoniamo un sito internet ad una casa, allora l’indirizzo della casa è il suo nome a dominio. Mentre l’hosting web è il terreno su cui quella casa è costruita. Il luogo “fisico” in cui la gente va a visitare il tuo sito web.

Molto spesso l’acquisto del dominio (indirizzo) e del servizio di hosting web (terreno) avvengono presso lo stesso fornitore. Ma come trovare il miglior hosting provider?

Come scegliere il miglior hosting web

Quelli che seguono sono alcuni degli elementi fondamentali da considerare nella scelta di un hosting provider: 

  1. Spazio di archiviazione: prima occorre decidere che tipo di casa (sito) si vuole costruire (un conto è un grattacielo, altro un bilocale). Successivamente sarà chiaro che mentre la maggior parte dei siti di piccole e medie imprese avrà bisogno di pochi gigabyte di spazio di archiviazione sono sufficienti, se si pensa di realizzare un eCommerce allora servirà molto più spazio
  2. Larghezza di banda: la larghezza di banda va di pari passo con l’archiviazione. Si riferisce alla quantità di trasferimento dati consentita. Se avete un sito di grandi dimensioni e prevedete di attirare un gran numero di visitatori, avrete bisogno di più larghezza di banda per il vostro sito.
  3. Scalabilità: sarà necessario testare la capacità del proprio server di hosting di fornire maggiori risorse in caso di picchi di traffico insolitamente grandi sul proprio sito.
  4. Affidabilità: l’affidabilità potrebbe essere inquadrata come la “operatività garantita” che puoi vedere mentre navighi tra i siti dei diversi provider di hosting. Quando scegliete un provider di hosting, assicuratevi di chiedere che tipo di garanzie offrono in caso di downtime del server.
  5. Sicurezza: le minacce alla sicurezza sul tuo sito, come malware e virus, possono causare il dirottamento del traffico da parte di Google – completo di avvertimenti sui contenuti dannosi. Se un provider di web hosting non elenca le caratteristiche di sicurezza, assicuratevi di chiederle. 
  6. Backup: con i servizi di backup, la maggior parte dei provider di web hosting eseguirà backup pianificati dei vostri contenuti e li memorizzerà sul piano di hosting per voi.
  7. Supporto tecnico: è buona cosa che ci sia un supporto tecnico per l’hosting e che sia di qualità, in grado di diagnosticare e risolvere eventuali problemi in modo più rapido.

Ora che abbiamo tutte le informazioni non resta che scegliere, consapevoli che un sito internet deve rispecchiare la vostra immagine nel mondo reale. Troppo spesso capita di vedere disallineamenti tra attività che presentano una cura quasi maniacale della propria sede “reale”. Per poi presentarsi nel mondo digitale con un sito (sede digitale) vecchio e non curato. Pensate che i vostri clienti non notino la differenza?


GoDaddy gestisce la piattaforma cloud più grande del mondo dedicata ad aziende indipendenti di piccole dimensioni. Con 20 milioni di clienti in tutto il mondo e oltre 80 milioni di nomi di dominio in gestione, GoDaddy è il posto giusto per dare un nome alle proprie idee. Creare un sito web professionale, attrarre clienti e gestire il proprio lavoro.

App di incontri e sex doll: come “scaricare” una moglie on-line

Il digitale ha rivoluzionato le nostre vite, compresi i rapporti amorosi, con le app di incontri che spopolano in Rete e le aziende dell’erotismo che propongono sex doll sempre più realistiche.

Il successo delle app di incontri

Sex doll: bambola in materiale sintetico pensata per scopi erotici. Venute recentemente alla ribalta per via delle integrazioni computerizzate che alcune case produttrici sono riuscite ad inserirvi. Dotandole così di una minima interazione, spacciandola per un’approssimazione di coscienza.

Italia, Dicembre 2017: il mercato delle sole app di incontri e di messaggistica vale all’incirca 300 milioni di euro l’anno. Si stima essere di dimensione addirittura maggiore del mercato di tutte le altre app per mobile sommate insieme.

Può sommariamente essere interpretato così: la metà delle attività che vengono svolte dagli italiani sul cellulare riguarda incontri interpersonali, che si tratti di lavoro o di piacere.

Da un lato fa piacere vedere che i legami umani siano ancora considerati importanti. Dall’altro fa riflettere constatare che la maggior parte ormai passa dal virtuale. Considerando però che in questa analisi app come Messenger o Tinder vengono considerate sullo stesso piano, non è facile capire esattamente quale direzione stiano prendendo le relazioni interpersonali, a cavallo dei nuovi media. 

La nascita delle sex doll

Ma in quale altro modo l’uomo può combattere la solitudine sfruttando la tecnologia? Torino, 3 Settembre 2018: apre il primo bordello per sex doll in Italia.

Considerato poco più di una stravaganza passeggera, si tratta tuttavia della prima casa chiusa sul suolo Nazionale. Chiuso poco dopo l’apertura, il locale ha prontamente riaperto. Dichiarando sold-out e montagne di prenotazioni, trovando probabilmente terreno fertile nella sua unicità. 

In questo caso il bisogno soddisfatto, per usare un’espressione di mercato, è ben più tangibile di quello evidenziato dalle app di messaggistica e si entra qui nella sfera dell’amore uomo-macchina. Come risponde quindi la tecnologia alla necessità, profondamente umana, proprio di amore, di affetto, di compagnia?

App incontri e sex doll
App incontri e sex doll. Photo credit: Geralt by pixabay

Combattere la solitudine con la tecnologia

Giappone, inizio 2019: là dove l’architettura Metabolista ha sepolto milioni di lavoratori instancabili all’interno di loculi di cemento di pochi metri quadrati, la solitudine ha trovato un nuovo nemico: Azuma Hikari, la ragazza ideale.

Si fa trovare a casa quando torni, ti prepara l’acqua per il bagno, registra i tuoi programmi preferiti e te li fa trovare appena iniziati quando rientri a casa. Perfetta insomma, peccato solo sia un ologramma.

Si tratta infatti di un avatar digitale responsabile di gestire la domotica e la lancinante solitudine che divampa dai Duemila. Arricchito dalla possibilità di darle l’estetica che si preferisce, rimanendo all’interno della sfera di celebrità da videogame, ovviamente.

Il programma “vive” fisicamente all’interno di una scatoletta ed è programmato per gestire l’interazione interpersonale diretta, come se fosse una vera fidanzata. Con tanto di messaggini mentre sei fuori casa! 

Una tecnologia quindi che agisce dove trova incertezze, cioè fra un essere umano e l’altro. Tentando di colmare quei divari che vanno a crearsi fra gli individui, che si tratti di distanze geografiche o di “pruriti scomodi”.

Divari spesso tanto grandi da inghiottire interi aspetti della personalità di un individuo. Come la sessualità e l’affetto, che per sopravvivere e per farci sopravvivere sono costretti a corrompersi e deviarsi. Sfociando sotto forme che solo vent’anni fa avremmo trovato quantomeno grottesche, se non ridicole.

Guardiamo al Giappone e pensiamo che i suoi estremismi siano frutto di un modello destinato a fallire, che si sgretolerà sotto il peso delle milioni di solitudini che trovandosi nelle stesse città si sommano e prendono massa.

Ma non vediamo che invece città come Milano, Roma o appunto Torino vantano al tempo stesso fra i più alti numeri di giovani e di ore consumate su Youporn.

Mi chiedo cosa ne avrebbe pensato Darwin.